È quanto chiede il procuratore pubblico Respini per il 34enne del Bellinzonese. 'Colpa grave. Dai suoi precedenti non ha imparato nulla'
Sei anni e mezzo di carcere. Questa la proposta di pena formulata dal procuratore pubblico Nicola Respini nei confronti del 34enne del Bellinzonese accusato di aver trafficato e spacciato un importante quantitativo di droga in Ticino e nei Grigioni (l’atto d’accusa parla di circa 4,5 kg di cocaina e circa 10 fra marijuana e hashish). L’uomo ammette di aver venduto cocaina per un massimo di 1,2 chilogrammi.
“I fatti, considerando le quantità, sono estremamente gravi – ha affermato il pp –. Così come lo sono i precedenti dell’imputato”, condannato nel 2012 ad otto anni di carcere per l’omicidio intenzionale di un 81enne avvenuto nel 2009 nell’area di sosta del Ceneri.
Uscito di galera nel luglio del 2016 (la giustizia ticinese gli aveva sospeso con la condizionale l’ultimo anno e 9 mesi di prigione), “dopo nemmeno sei mesi ha ricominciato a fare attività illecite. Il periodo scontato in carcere non gli ha quindi insegnato nulla”.
Secondo l'accusa, spacciava per egoismo e 'sostanzialmente per non fare nulla'
Per l’accusa, il 34enne ha spacciato per “egoismo e volontà di guadagnare al più presto e senza scrupoli ingenti somme di denaro, per comprarsi auto da 70mila franchi e sostanzialmente non fare nulla”.
Sulla base delle importanti somme di franchi cambiate in euro dal 34enne durante il periodo gennaio 2017-maggio 2018, l’accusa imputa all’uomo di aver acquistato, venduto, detenuto, o messo in commercio altri 3 chili di cocaina. Si tratta di una stima della magistratura rapportata al costo e al valore di mercato della sostanza.
Nella commisurazione della pena, Respini si è soffermato sull’incapacità dell’imputato “di assumersi le proprie responsabilità quando è stato beccato con le mani nella marmellata. Per 8 mesi – ha rilevato il pp – si è avvalso della facoltà di non rispondere, rifiutandosi per esempio di fornire il codice del suo telefono per visionare i tabulati, per poi ammettere in un secondo tempo solo ciò che gli faceva comodo”.
Le indagini e il successivo arresto erano scattati a seguito del decesso per overdose di un residente di Sementina, il quale, secondo l’accusa, la sera prima si sarebbe rifornito dal 34enne.
La proposta di pena di Respini tiene conto del periodo di espiazione di 1 anni e 9 mesi, riferiti alla condanna per il delitto del Ceneri, sospesi condizionalmente nel luglio del 2016.