Dalle Ofible nessuna sanzione al base jumper feritosi in giugno. La segnaletica farà però capolino: basterà per porre fine ai pericolosi salti dalla diga?
Non sarà adottato alcun provvedimento nei confronti del base jumper feritosi durante un lancio col paracadute effettuato dalla diga del Luzzone lo scorso 4 giugno. Le Officine idroelettriche di Blenio (Ofible), proprietarie della centrale in territorio di Ghirone, hanno infatti deciso di non adottare sanzioni nei confronti del 47enne del Varesotto, uno degli svariati appassionati che – nonostante il divieto vigente – nel corso degli anni si sono lanciati dal manufatto, come testimoniano i video su YouTube. «L’uomo in questione ha certamente fatto un uso improprio della diga, ma d’altronde sul posto non c’è un segnale di divieto – afferma da noi contattato il direttore delle Ofible Marold Hofstetter –. Non ha commesso una violazione di proprietà, poiché l’accesso alla diga è pubblico. Non ha inoltre arrecato danni. Con questi presupposti non ritenevamo necessario procedere con una denuncia». Il grave infortunio non è tuttavia passato inosservato: prossimamente le Ofible installeranno un cartello che annuncia il divieto. «Come quello posizionato anni fa sulla diga in Val Malvaglia: da allora non abbiamo più avuto notizie di lanci». Ma se la sete di adrenalina degli appassionati dovesse indurli a ignorare il segnale, «non è escluso che valuteremo modalità più severe per dissuaderli a praticare questo sport qui alla diga del Luzzone». Sulla ‘corona’ della diga – luogo non operativo per le Ofible – non è inoltre sufficiente la presenza del personale, istruito ad allontanare eventuali base jumpers pronti a spiccare il volo, con la stragrande maggioranza degli episodi che passa dunque inosservata. Introdurre la videosorveglianza? «Sarebbe utile solo per riconoscere gli autori quando il lancio è già avvenuto. Bisogna inoltre considerare che installare un sistema di videosorveglianza per monitorare circa 300 metri di diga non è una cosa banale. E per quei tre o quattro spericolati all’anno, crediamo che il santo non valga la candela».
Non ha dubbi Urs Frischknecht quando gli chiediamo di definire l’indice di pericolosità di un salto col paracadute dalla diga del Luzzone: «L’infortunio non mi ha sorpreso, lanciarsi da quel muro è pericolosissimo», afferma il direttore del Para Centro di Locarno, non base jumper ma paracadutista ‘classico’ ed esperto del settore del volo. Due le insidie maggiori: l’altezza molto bassa e la struttura concava della diga. Aspetti che rischiano di compromettere la fase di atterraggio. «È necessario allontanarsi il più possibile dalla parete per poter aprire il paracadute. E la forma delle dighe crea un grande pericolo, ancor più se i lanci vengono effettuati da un’altezza così bassa (la diga del Luzzone misura 225 metri). Il contraccolpo dell’apertura del paracadute tende a far capovolgere il base jumper che rischia di perdere il controllo e collidere contro la roccia. Ciò che è accaduto lo scorso 4 giugno», quando il 47enne era precipitato al suolo da circa 30 metri dopo avere impattato contro la diga. Diverso il discorso con ponti e grattacieli. «Prendiamo gli 828 metri del Burj Khalifa di Dubai: dopo il lancio (tanti muniti di tuta alare) c’è tutto il tempo per allontanarsi dall’edificio, trovarsi in una zona ‘libera’ e aprire il paracadute». Frischknecht non trova necessario che le Ofible adottino misure particolari. «Non si deve puntare il dito contro chi gestisce la diga. La gente che si lancia da un posto simile è cosciente dei divieti e dei rischi vigenti. E a mio parere, quando la ricerca dell’adrenalina è così forte, a scoraggiare non è un segnale di divieto». Oltre ai video dei base jumpers, su YouTube la diga è protagonista anche grazie ai lanci di oggetti di cui ‘laRegione’ ha riferito nell’edizione di ieri.
Di seguito alcuni video di lanci dalla diga del Luzzone