Chiesti 18 mesi sospesi per il 25enne che era alla guida della vettura in cui morì l’amico. Per l’altro automobilista le parti concordano sul proscioglimento
Diciotto mesi di carcere sospesi. Questa la proposta di pena formulata dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo nei confronti del 25enne che la notte del 3 marzo 2013 era al volante della vettura in cui aveva perso la vita l’amico che sedeva a fianco a causa di un violento incidente avvenuto a Cadenazzo. Questa mattina, di fronte alla Corte di revisione e di appello di Locarno, la pp ha formulato la stessa richiesta di pena del processo di primo grado chiusosi il 5 settembre 2017, con la Corte delle Assise criminali che aveva inasprito la sentenza, condannando il giovane a una pena detentiva di 30 mesi di cui 6 da espiare per i reati di omicidio colposo e infrazione aggravata alle norme della circolazione.
Il processo di primo grado aveva sancito anche la condanna dell’altro giovane, oggi 26enne, secondo la Corte delle Assisi criminali colpevole del reato di infrazione aggravata alle norme della circolazione per aver inscenato una sorta di gara insieme all’amico che, dopo una serie di sorpassi, si era conclusa con il fatale schianto. Oggi in aula la pp ha chiesto il proscioglimento del 26enne dal reato di infrazione aggravata alle norme delle circolazione, evidenziando che durante i sorpassi non siano state infrante le regole della strada eccetto per quanto riguarda la velocità. Le proposte di pena formulate da Lanzillo sono state appoggiate dagli avvocati difensori Yasar Ravi (patrocinatore del 25enne) e Filippo Gianoni (per il 26enne).
La sentenza sarà comunicata alla parti in forma scritta nei prossimi giorni, dopo che la Corte si riunirà domani in camera di consiglio.