In Gran Consiglio non passa nessuna delle due proposte relative alle Officine Ffs. La popolazione sarà chiamata alle urne sull'iniziativa
No all’iniziativa popolare generica “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico”, che nella primavera 2008 aveva raccolto 14'768 firme sulla spinta dello sciopero contro la chiusura dello stabilimento ferroviario di Bellinzona. Lo ha deciso oggi pomeriggio il Gran Consiglio accogliendo con 43 sì, 15 no e 7 astenuti il rapporto di maggioranza della Commissione gestione che proponeva di respingere l'iniziativa ritenendola superata dagli eventi, e meglio dallo stanziamento di 100 milioni di franchi deciso a fine gennaio dallo stesso Gran Consiglio quale contributo cantonale al nuovo stabilimento di manutenzione previsto dalle Ffs a Castione.
Il comitato 'Giù le mani', primo firmatario Ivan Cozzaglio, è dal canto suo fermo nell'intenzione di portare i ticinesi alle urne. Infatti non intendendo ritirare l'iniziativa, una votazione cantonale sarà agendata con ogni probabilità nel mese di maggio. In votazione sarà posto il testo emendato (l'emendamento è stato accolto oggi dal Parlamento su proposta di Matteo Pronzini con 35 sì, 20 no e 11 astenuti) che all'articolo 5 indica la possibilità di orientare il richiesto polo tecnologico sul modello di “centro di profitto con forte autonomia decisionale (Unità di business strategica)” suggerito, quale terzo scenario possibile, dallo studio effettuato nel 2010 dalla Supsi.
Accogliendo il rapporto di maggioranza della Gestione, il parlamento cantonale ha parimenti respinto il controprogetto Ps che chiedeva di implementare nello stabilimento di manutenzione Ffs previsto a Castione le attività redditizie delle attuali officine che le Ffs non intendono trasferire. L'iniziativa del 2008, ricordiamo, mira ad avviare un progetto cantonale (sostenuto da Confederazione e Comuni) che rilevi le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona e ne sviluppi di nuove aggiungendo servizi, ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto. Il controprogetto Ps mirava a rimpolpare lo stabilimento da 360 milioni previsto a Castione annettendovi, con una società esterna, le attività produttive che le Ferrovie non intendono trasferire dal sito cittadino a quello nuovo.