Dopo il caso di via Maderno 3 a Bellinzona, l’Associazione inquilini spiega come indurre il proprietario a intervenire e porre rimedio a difetti e situazioni spiacevoli
Il caso del ‘palazzo della vergogna’ in via Maderno 3 a Bellinzona fa riflettere; sconcertanti le fotografie che abbiamo pubblicato sul nostro sito e in queste pagine che mostravano siringhe, rifiuti e mobili ammassati in alcuni appartamenti. Edificio che settimana scorsa è stato dichiarato inabitabile dal Municipio. Il proprietario interveniva di tanto in tanto con piccoli correttivi, senza mai risolvere i problemi più gravi. Ma com’è possibile arrivare a una situazione di tale degrado? Quali strumenti hanno gli inquilini per far valere i loro diritti? Domande che abbiamo posto a Elena Fiscalini, presidente dell’Associazione svizzera inquilini (Asi), Federazione della Svizzera italiana. «Consigliamo sempre di non aspettare di arrivare a casi estremi ma di cercare d’intervenire il prima possibile, così da evitare situazioni di degrado», evidenzia. La presidente dell’Asi ritiene importante che gli inquilini siano consapevoli del fatto che possono agire. «Spesso hanno paura a far valere i loro diritti, ma devono sapere che sono protetti dalla legge», fa presente Elena Fiscalini spiegando che se gli inquilini esercitano un diritto giustificato, il proprietario non può per ritorsione inviare la disdetta del contratto di locazione. Talvolta accade infatti che affittuari che si sentono vulnerabili non si lamentano per timore; in altri casi non lo fanno perché ignorano quali siano i loro diritti e come si possano esercitare.
L’inquilino ha il diritto di chiedere al proprietario di riparare i difetti e di chiedere la sostituzione di apparecchi che non funzionano. «Ha la possibilità di obbligarlo a intervenire», rileva Fiscalini. Se il proprietario per contro latita – spiega la nostra interlocutrice – l’inquilino può depositare la pigione all’Ufficio di conciliazione in materia di locazione e avviare una procedura per l’eliminazione del difetto. Inoltre, se il difetto pregiudica l’utilizzo dell’ente locato (sia esso un appartamento, un garage o un locale commerciale), si ha anche il diritto di chiedere una riduzione della pigione. La diminuzione dell’affitto può essere chiesta però solo dal momento in cui il locatore è informato dell’esistenza del difetto. Per non correre il rischio di perdere questo diritto, è necessario informare il padrone di casa per iscritto (meglio se per lettera raccomandata) immediatamente quando sorge il problema e chiedere la sua sistemazione. Sono innumerevoli i difetti che possono insorgere in un appartamento: dagli elettrodomestici che non funzionano come dovrebbero, alla presenza di muffa sui muri perché ci sono infiltrazioni nelle pareti, ma anche piastre della cucina, cappe d’aspirazione e riscaldamenti che non funzionano abbastanza o del tutto, oppure tende da sole realizzate con stoffe che si rompono facilmente.
Lo stesso principio vale anche se all’interno dell’appartamento non vi sono difetti ma negli spazi comuni e all’esterno sì. Tra questi vi è la mancanza di pulizia nella lavanderia, in cantina, sulle scale, nei corridoi, ma anche se nel giardino in comune non viene tagliata l’erba. Nel caso in cui vi siano difetti in tutto lo stabile, il consiglio della presidente Asi agli inquilini è di unire le forze per insorgere: «È importante informarsi sui propri diritti, rivolgersi a chi li possa tutelare e reagire», conclude Elena Fiscalini.