Svelato il logo dell’Ente che vuole portare maggiore qualità ad agricoltura, natura e svago. La fase operativa, scattata il 1° luglio, ha già permesso di realizzare alcuni progetti
Cresce la realtà del Parco del Piano di Magadino, il progetto gestito dall’Ente parco (costituito nel 2016 con lo statuto di fondazione) che ha l’obiettivo di portare maggiore qualità alle tre componenti – agricoltura, natura e svago – che caratterizzano la realtà territoriale dentro e attorno alla quale risiedono 120mila persone. Dopo quella preparatoria avviata nel 2017, dal 1° luglio 2018 è scattata la fase operativa con l’entrata in funzione della direttrice Alma Sartoris e di una collaboratrice amministrativa presso l’ufficio ubicato al Centro civico di Gudo, sede della conferenza stampa tenutasi ieri in cui Sartoris e i membri del Consiglio di fondazione Giacomo Zanini (presidente) e Marco Nobile hanno fatto il punto della situazione dopo i primi sette mesi di attività vera e propria, lanciando uno sguardo sui passi futuri.
Un futuro che punta a sviluppare i principali obiettivi delineati dall’Ente: sostenere il settore agricolo, realizzare progetti sul territorio, sviluppare la rete di collaboratori e – primo punto sull’agenda – promuovere il parco. A quest’ultimo proposito, durante l’incontro con i media è stata svelata la veste grafica del parco, realizzata da Variante agenzia creativa di Bellinzona – ieri rappresentata dal direttore Davide Guidotti – scelta fra i cinque progetti finalisti da una specifica giuria che ne ha riconosciuto la freschezza, l’originalità e la capacità di suscitare emozioni. Da qui il motto di un Parco “tutto da scoprire”, che nel suo logo presenta molteplici elementi che ne riassumono l’essenza. Un logo che verrà abbinato ai gadget e alla segnaletica – ancora da realizzare – relativa al Parco.
Sul fronte della promozione, inoltre, nei prossimi mesi sarà creato un sito web che presenterà un primo programma di escursioni storiche e naturalistiche per il quale saranno definite alcune possibilità di percorso (si parla anche di un percorso ciclo-pedonale). Al fine di aumentare la visibilità del parco, nel corso del 2019 sono previsti anche alcuni eventi legati al mondo agricolo, la presenza dell’Ente Parco allo stand dell’azienda agricola Ponzio di Sant’Antonino durante Slow Up (manifestazione in programma domenica 14 aprile) e la vendita di alcuni prodotti agricoli del Piano di Magadino al mercato in Città vecchia a Locarno.
A sostegno del settore agricolo – l’attore principale per la gestione del territorio individuato dall’Ente e per il quale il Piano di utilizzazione cantonale (Puc) del Parco prevede misure specifiche – a partire dalla primavera avverranno i primi incontri di discussione volti a concordare e definire le esigenze degli attori presenti nella zona. Un primo progetto, dal titolo “Da spreco a risorsa”, è pertanto già stato avviato grazie alla collaborazione con Agridea e al sostegno dell’Unione contadini ticinesi e dell’Ufficio federale per lo sviluppo territoriale: l’obiettivo è quello di individuare una strategia per l’utilizzo dei prodotti ortofrutticoli del Piano che oggi non riescono ad essere smerciati.
A proposito di opere già realizzate, nel mese di gennaio è stato portato a termine il primo intervento di rivitalizzazione della riserva naturale di Gerre di sotto (ben visibile dalla strada cantonale da Cugnasco a Riazzino). Pronti a partire altri due interventi di valorizzazione e gestione che riguarderanno le zone Stagno Cugnoli Curti a Cadepezzo e Isoletta a Cugnasco. A Gudo, in primavera, sarà inoltre realizzata una postazione della rete bike-sharing del Bellinzonese finanziata dalla Fondazione.
Il parco, che si estende sul territorio di otto Comuni e conta una superficie di 2’350 ettari di cui 1’400 agricola, sono presenti 63 aree di biotopi e paesaggi protetti, la cui gestione – fatta eccezione per le Bolle di Magadino – è di competenza della Fondazione che dovrà inoltre darsi da fare per eliminare gli undici punti deboli e gestire le nove minacce presenti sul Piano individuate dal Puc. Tra queste le situazioni di degrado paesaggistico, l’utilizzo non agricolo di suolo agricolo e l’aumento della pressione dei fruitori a scopo di svago e di conseguenza anche dei conflitti d’uso con le funzioni agricole ed ecologiche.