'Sempre stati presenti, ma le nostre richieste sono state poco o nulla accolte e considerate. Significativa l'esclusione dal comitato del Consiglio di Fondazione dell'Ente'
L’Unione Contadini Ticinesi (Uct), che rappresenta circa 850 aziende agricole ripartite in tutto il Canton Ticino e 33 enti affiliati legati al settore primario ticinese, comunica la sua uscita temporanea dall'Ente del Parco del Piano di Magadino.
"Malgrado già dall’inizio del nuovo progetto di Parco del Piano di Magadino fossimo stati cauti, ci siamo sempre adoperati ad essere presenti alle serate informative con precisi interventi e non abbiamo mai mancato di inoltrare le nostre puntuali osservazioni ai vari documenti che erano in consultazione. Altresì, abbiamo sempre partecipato ai gruppi di lavoro, difendendo di continuo le esigenze e gli interessi dell’agricoltura produttiva del comparto – scrive la Direttiva dell'Uct –. Purtroppo, le nostre richieste sono state poco o nulla accolte e considerate, come dimostra il nostro ricorso al Tram che è stato dichiarato irricevibile poiché all’Uct è stata negata la legittimazione attiva a ricorrere. È indiscutibile l’importanza agricola ed economica del Piano di Magadino, quale settore primario economico. Da qui deriva la necessità che le politiche economiche e ambientali che concerneranno il Piano di Magadino (una volta definito come il granaio del Ticino), un comprensorio che per dimensioni, sinergie e importanza ha effetti importanti su tutta la rimanente agricoltura cantonale, debbano essere coordinate con quella cantonale e federale".
In questo contesto, prosegue l'Unione contadini ticinesi, "è significativa l’esclusione, malgrado la nostra richiesta ufficiale, di un nostro rappresentante in seno al Comitato del Consiglio di fondazione dell’Ente Parco, sebbene avessimo dato delle motivazioni più che convincenti. Incomprensibile, e lo ribadiamo da molto tempo, è stata anche la decisione meramente politica di lasciare fuori dall’Ente Parco la Sezione agricoltura; in un discorso di pianificazione territoriale all’interno del Parco la sua presenza sarebbe stata fondamentale, oggi ancor di più che nel passato, come abbiamo anche scritto nei nostri ricorsi (al Consiglio di Stato e al Tribunale Cantonale Amministrativo) e in due lettere al Consiglio di Stato". Il fatto poi che non ci sia nessun rappresentante del Dipartimento Finanze ed Economia, a cui compete la messa in campo della politica agricola e in generale della politica economica cantonale, incluso il turismo, "è semplicemente inspiegabile. Tutto ciò, considerando anche le diverse prerogative e i regolamenti, oltre all’impatto diretto, che il Puc del PPdM avrà sul territorio in questione, dove coprirà molti diritti pianificatori attualmente in vigore".
L'Uct ricorda poi che "in un incontro preliminare tra alcuni dei principali rappresentanti degli attori coinvolti, si erano discussi diversi punti tra cui la futura collaborazione tra Uct ed Ente Parco, inclusa la nomina del nuovo direttore del Parco stesso. Malgrado le promesse, a questo evento non è stato dato nessun seguito. In effetti, in quell’occasione e di seguito perlomeno una volta nei confronti del presidente dell’Uct, era stato ribadito e promesso che ci sarebbe stato ancora un incontro ufficiale per ridiscutere il tutto nei dettagli. Ciò in base anche alle discussioni avvenute nelle riunioni del Consiglio dell’Ente Parco, dove era stata persino verbalizzata la richiesta dell’Uct, che la fondamentale nomina del Direttore fosse condivisa e gradita dall’Uct in qualità di organo ufficiale dell’agricoltura ticinese. Una cosa purtroppo mai avvenuta".
Pertanto, "prendendo purtroppo atto che la figura dell’Uct quale partner attivo e costruttivo all’interno dell’Ente non è mai stata presa seriamente in considerazione", all’unanimità la direttiva dell’Uct "ha deciso di uscire temporaneamente dall’Ente Parco confidando nella politica e in tempi migliori".