Bellinzonese

Officine: niente referendum e spazio a una petizione

A stragrande maggioranza la Direttiva dell'Unione contadini ha deciso di non opporsi ai 100 milioni. Bassa Leventina pronta a lanciare una raccolta firme

Castione (Ti-Press)
4 febbraio 2019
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Il credito di 100 milioni stanziato il 22 gennaio dal Gran Consiglio quale sostegno cantonale alla nuova officina di manutenzione che le Ffs intendono realizzare a Castione non cozzerà contro un referendum. Come conferma alla 'Regione' il presidente dell'Unione contadini ticinesi Robert Aerni – dopo quanto riferito stasera dal Quotidiano della 'Rsi' – la Direttiva dell'Uct a stragrande maggioranza ha infatti deciso di non lanciare il referendum a difesa del comparto verde di Castione caratterizzato per 78mila metri quadrati da pregiati terreni Sac. In pratica solo il presidente Aerni e il segretario agricolo Sem Genini, in seno alla Direttiva Uct composta da 11 persone, si sono schierati contro l'opzione Castione ritenendo che al giorno d'oggi zone agricole come quella in oggetto non dovrebbero essere compromesse dalle Ferrovie, cui spetterebbe l'impegno morale a ricercare alternative in zone industriali già pianificate, come il comparto della Bassa Leventina. Alla maggioranza dell'Uct sembrano dunque bastare le rassicurazioni date dalle Ffs, impegnate nella ricerca di una compensazione reale dei 78'000 metri quadrati.

Quanto ai Comuni, i Municipi domattina in conferenza stampa nel palazzo comunale di Bodio – presenti il sindaco e i colleghi di Giornico, Pollegio, Personico, Biasca e Riviera – a loro volta esporranno la decisione presa. La quale, analogamente all'Unione contadini, sarebbe quella di rinunciare a un referendum cantonale, optando per una petizione popolare volta a sostenere il rilancio industriale, economico e occupazionale del comparto ex Monteforno e delle aree vicine. Come pure il potenziamento della linea ferroviaria fra Castione e Biasca per migliorare il traffico regionale da e verso l'Alto Ticino. Una petizione in linea insomma con i due emendamenti accolti il 22 gennaio dal Gran Consiglio che invita il Consiglio di Stato (a sua volta dichiaratosi in linea di principio d'accordo) ad andare in questa direzione, inserendo il comparto della Bassa Leventina fra i poli di sviluppo economico già riconosciuti nel Piano direttore cantonale.