La Città di Bellinzona mira a tenere sotto controllo le colonie di randagi. I casi di Gudo e Claro
Con l’aggregazione non solo più abitanti ma anche più gatti randagi a Bellinzona. Oltre alla colonia felina presente da alcuni anni nei pressi di Castelgrande, vi sono infatti situazioni che richiedono interventi in altri quartieri fuori dal centro. Se prima i singoli Comuni decidevano da sé come e dove intervenire, ora è la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) ad aver ricevuto dall’esecutivo il mandato per risolvere situazioni incontrollate. È per esempio di caso del quartiere di Gudo, dove recentemente la Spab è intervenuta con un’azione di cattura che ha permesso di raccogliere 19 gatti. Come spiega da noi contattato il presidente della Spab Emanuele Besomi, dopo la cattura è stato controllato il loro stato di salute e per due di essi – risultati essere gravemente malati – si è resa necessaria la soppressione. Castrati o sterilizzati invece tutti gli altri: a parte alcuni cuccioli rimasti al parco gatti Spab e presto pronti per essere adottati, i gatti adulti sono poi stati riportati in natura. «Sarebbe difficile riuscire ad abituare dei gatti selvatici a vivere al gattile oppure in una famiglia», sottolinea Besomi. La soluzione individuata per evitare il proliferare di felini è appunto quella di operarli in modo da evitare che si possano riprodurre. Il tutto a spese della Città, non avendo questi animali dei proprietari. L’ultima azione di questo genere è stata effettuata tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre nel quartiere di Claro. È stata infatti individuata una colonia di gatti nel nucleo del paese che ha richiesto un’azione di controllo sanitario, come peraltro previsto dall’articolo 5 della Legge di applicazione della Legge federale sulla protezione degli animali. In totale sono stati catturati 10 esemplari, otto dei quali dopo un controllo veterinario e castrazione o sterilizzazione sono subito tornati in libertà; due sono invece stati soppressi per motivi di salute. È possibile che in seguito la Spab si concentri ancora su Gudo – dove in passato il Comune aveva già catturato una quarantina di esemplari – avendo ricevuto segnalazioni di un’altra colonia di randagi. Come sottolinea Besomi, la situazione sulla collina della sponda destra è infatti delicata.
Poiché ci sono cittadini che temono per il benessere dei gatti selvatici e in alcuni casi è già successo che sabotassero l’azione di cattura, Besomi rassicura spiegando che si tratta di un’azione effettuata nel rispetto dell’animale. Il quale, se le sue condizioni di salute lo permettono, in sole 24 ore viene rimesso in libertà. «Si tratta di evitare che si creino situazioni fuori controllo». Anche per questo la Spab sconsiglia di dare cibo ai gatti selvatici. Abbandonando mangime o scarti nella natura il rischio è inoltre di creare problemi agli animali selvatici – volpi e tassi per esempio – abituati a un altro regime alimentare. La collaborazione dei cittadini è fondamentale, sottolinea Besomi, e chi lo volesse può mettersi a disposizione per dare cibo ai gatti senza proprietario accertandosi però tramite la Spab che si tratti di una colonia già identificata e curata. Un esempio positivo in tal senso è la colonia di gatti neri che vivono nei pressi di Castelgrande, che vengono nutriti da una volontaria: non potendosi riprodurre, nel corso degli anni da una ventina ora ne sono rimasti circa la metà. A tal proposito la Spab rinnova l’invito a sterilizzare anche i gatti domestici. In Ticino infatti non ne mancano e le stime parlano di circa 80mila unità.