Lamentele per il rumore notturno dei velivoli di sorveglianza impiegati dalle Guardie di confine che presto si doteranno di modelli più silenziosi
Dei ronzii provenienti dal cielo disturbano la vostra quiete notturna? Molto probabilmente si tratta dei droni dell’Esercito svizzero impiegati dal Corpo delle guardie di confine che – da noi contattate tramite la portavoce Nadia Passalacqua – confermano l’impiego di droni su tutto il territorio cantonale. Gli usi sono molteplici, come ricorda la portavoce. Si va dal combattere la criminalità transfrontaliera alla lotta contro l’immigrazione illegale: gli obiettivi principali sono i furti con scasso, il contrabbando e il traffico illegale di persone (passatori). Il Corpo guardie di confine, ci viene spiegato, “cerca di trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di sicurezza della popolazione e la riduzione al minimo del rumore”. Buone notizie sono però in arrivo: poiché anche in futuro le missioni dei droni continueranno a essere una parte importante del lavoro svolto dalle Guardie di confine, l’esercito si doterà presto di un nuovo sistema di droni moderni, di tipo Hermes 900 HFE, con un’emissione sonora significativamente più bassa rispetto agli attuali.
I rumori sentiti nelle scorse notti sopra il Bellinzonese hanno dato adito a una teoria che si è diffusa sui social secondo cui tali droni sorveglino i treni merce tra Cadenazzo e Castione per escludere che migranti vi salgano per attraversare illegalmente la Svizzera. Le Guardie di confine confermano l’utilizzo di droni per rilevare teli tagliati sui treni, ma non è dato sapere se tale sorveglianza venga messa in pratica anche nella zona di Bellinzona. Appare più probabile che, come appreso dalla ‘Regione’, i droni che decollano dall’aeroporto di Magadino, per raggiungere le zone di confine nel Luganese e Mendrisiotto, debbano raggiungere il Bellinzonese per prendere sufficiente quota da poter oltrepassare il Ceneri.