A un anno dalla tragedia alcuni elementi emersi dall'autopsia potrebbero rafforzare l'ipotesi di omicidio intenzionale
Prima della caduta della 24enne eritrea dal balcone del suo appartamento in via San Gottardo a Bellinzona, avvenuta il 3 luglio dello scorso anno, potrebbe esserci stato un tentativo di strangolamento da parte del marito. L'ipotesi viene sollevata da 'il Caffè' nell'edizione odierna, ed è basata su una lesione dell’osso ioide emersa durante l’autopsia predisposta dal Ministero pubblico. La lesione potrebbe essere stata causata da una forte pressione delle mani, ma si tratta però solo di un'ipotesi, perché potrebbe anche essere stata provocata dall'impatto al suolo dopo il volo di 18 metri. L'ipotesi soffocamento avvalorerebbe la possibilità che la donna sia stata uccisa intenzionalmente e che non si sia trattato di un incidente. Per quanto riguarda invece l'ipotesi del suicidio è già stata esclusa dalla perizia giunta da Berna, che non l'ha ritenuta compatibile con la posizione in cui è stato rinvenuto il corpo della vittima. Il processo contro il marito della donna, 35enne eritreo, al momento unico indiziato, comincerà probabilmente in autunno. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Moreno Capella.