Il Gran Consiglio ticinese tra due settimane potrebbe chiedere a Berna di non espellere il 32enne curdo iracheno residente a Bellinzona
La Commissione delle petizioni e dei ricorsi ha sottoscritto oggi a maggioranza il rapporto di Giorgio Fonio e Tatiana Lurati Grassi sulla petizione del 13 marzo 2018, firmata da 4’644 persone, contro il rimpatrio del 32enne, cittadino curdo iracheno Omar Bewar, residente a Bellinzona. Il Gran Consiglio voterà sul rapporto nella prossima sessione. La Commissione, entrando nel merito della petizione, auspica che il caso venga esaminato dalle autorità federali competenti “prestando la dovuta attenzione al percorso di integrazione professionale e personale e all’aspetto umano, nonché alla situazione attuale nel suo Paese d’origine”. Attualmente è pendente un ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf) contro un ordine di allontanamento di Bewar verso il suo Paese di origine, e gli è stato imposto di interrompere l’attività lavorativa svolta per anni in un salone di parrucchiere a Bellinzona. La Commissione ritiene che quello di Bewar sia un caso esemplare di integrazione, dal profilo economico e sociale “che dovrebbe fungere da esempio per la popolazione straniera residente nel Cantone”. “La Commissione – si legge nel rapporto – non può che aderire totalmente alla posizione del Consiglio di Stato, che nel dicembre 2015 ha riconosciuto a Bewar il rilascio di un permesso di dimora, secondo la clausula di rigore prevista dall’articolo 14 della Legge federale sull’asilo, poiché costituente un caso personale particolarmente grave di rigore”, permesso poi rifiutato dalla autorità federali (Segreteria di Stato della migrazione e del Taf).