Il consulente giuridico del Gran Consiglio invita la Gestione a stralciare due punti e mezzo su sei del testo sottoscritto nel 2008 da 15mila ticinesi
Parzialmente ricevibile e totalmente compatibile con la Legge federale sulle Ffs. È la conclusione cui giunge l’avvocato Tiziano Veronelli, consulente giuridico del Gran Consiglio, rispondendo alla Commissione della Gestione che nei mesi scorsi gli ha chiesto un parere approfondito sull’iniziativa popolare legislativa generica del 31 marzo 2008 intitolata “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico”. Iniziativa, ricordiamo, lanciata a sciopero in corso e sottoscritta in pochi giorni da 14'768 ticinesi, oltre il doppio delle 7'000 firme necessarie. Congelata per otto anni, nel 2016 il comitato promotore costituito in primis dagli operai dello stabilimento ne hanno chiesto la riattivazione poiché scontenti di come Ffs e autorità cantonali e comunali stavano approntando il futuro delle Officine. Ciò che ha indotto la Gestione, incaricata di esprimersi all’indirizzo del Parlamento, ad avviare gli approfondimenti.
Come appreso dalla ‘Regione’, Veronelli consiglia ora alla commissione di stralciare due punti e mezzo dei sei costituenti il testo dell’iniziativa. Il punto 1 originale indicava che “Sull’attuale sito delle Officine Ffs di Bellinzona è costituita una zona industriale-tecnologica ai sensi della Legge cantonale sull’innovazione economica”. Veronelli suggerisce alla Gestione di stralciare la prima metà, ovvero il riferimento al sito. Motivo: “Tale richiesta, mirando all’odozione di un atto individuale e concreto, sembra scontrarsi con la natura generale e astratta di quelle leggi promovibili mediante iniziativa in materia legislativa”. Perciò “onde evitare di dichiarare l’iniziativa irricevibile, la precisazione concernente l’ubicazione esatta del polo tecnologico andrebbe stralciata. Nulla impedirà al legislatore di designare un Comune specifico ('in casu' la città di Bellinzona) quale sede della società di diritto pubblico, come già accade per altri enti di diritto pubblico quali ad esempio l’Università della Svizzera italiana”.
Ritenuto successivamente soddisfatto il requisito dell’unità di forma, Veronelli affronta l’unità di materia. E qui suggerisce lo stralcio del punto 5 dell’iniziativa secondo cui “Le condizioni di lavoro del personale occupato sono rette dal contratto di lavoro (Ccl) valido per il personale delle Ffs Cargo Sa”. Motivo: questo punto secondo il consulente giuridico del Parlamento “stride col principio dell’unità di materia” che “vieta di riunire, nel medesimo oggetto sottoposto a scrutinio popolare, più proposte di natura e scopi diversi, che forzerebbero il cittadino ad approvarlo o a respingerlo globalmente, malgrado egli ne condivida solo una parte”.
Quanto all’ultimo punto che suscita perplessità, Veronelli lo inserisce nel capitolo ‘Conformità dell’iniziativa al diritto superiore’. Si tratta del punto 2 secondo cui la costituzione della zona industriale-tecnologica ai sensi della Legge cantonale sull’innovazione economica “sarà inserita nel Piano direttore cantonale, assumendo di conseguenza il carattere di zona d’interesse pubblico”. Secondo il consulente parlamentare “non è infatti possibile definire a priori in una legge – in assenza del regolare iter pianificatorio previsto dalla legislazione federale e cantonale in materia – che la zona su cui dovrebbe sorgere il nuovo polo tecnologico venga inserita nel Piano direttore cantonale (Pd). Ciò non significa che la zona non potrà figurare un giorno nel Pd nel senso auspicato dagli iniziativisti. Ma la modalità con cui tale iscrizione avverrà, dovrà forzatamente rispettare la procedura prevista a tale riguardo dalle leggi settoriali”.
Eliminando quindi metà del punto 1 e integralmente i punti 2 e 5, il resto dell’iniziativa secondo Veronelli regge. E meglio i restanti tre punti. Il punto 3 diventerebbe il nuovo punto 2 che recita “Nel quadro della creazione di questa zona, sarà costituita, attraverso una trattativa tra il Cantone e le Ffs, una società pubblica che a) rilevi le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona; b) sviluppi nuove attività, nuovi servizi, attività di ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”. Il punto 4 diventerebbe il nuovo 3: “La Confederazione, i Comuni ticinesi e il Cantone dei Grigioni potranno partecipare alla costituzione di questa società”. E il punto 6 diventerebbe il nuovo 4: “Qualora la collaborazione con le Ffs non dovesse permettere la concretizzazione di quanto previsto al punto 2, il Cantone può ricorrere a misure di espropriazione”.
Ultima questione da risolvere, chiesta in un secondo tempo dalla Gestione, la compatibilità dell’iniziativa con la Legge federale sulle Ffs. Secondo Veronelli è data: “Non emergono a mio giudizio elementi tali da scontrarsi con gli obiettivi posti dall’iniziativa e già dichiarati ricevibili. In particolar modo la creazione del nuovo polo tecnologico potrà avvenire indipendentemente da un eventuale smantellamento delle Officine di Bellinzona”. A questo punto – conclude Veronelli – appurata la ricevibilità parziale dell’iniziativa, il Gran Consiglio è tenuto a elaborare un progetto sulla base del testo emendato e a decidere se accettarlo o respingerlo e, in quest’ultimo caso, se affiancargli un controprogetto. In tal caso i cittadini dovranno decidere in votazione popolare se preferire l’iniziativa o il controprogetto.