Il 31enne curdo lavora da 8 anni come parrucchiere nel salone Fantasy di Bellinzona. Oggi la petizione è stata consegnata a Palazzo delle Orsoline
"Vorrei solo che mi diano la possibilità di tornare a lavorare". È questo l'auspicio di Bewar Omar, 31enne curdo che da 10 anni risiede in Ticino, e da 8 anni lavora a Bellinzona. Su di lui incombe la decisione di allontanamento dalla Svizzera ordinata dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem) e pertanto da circa un mese non può più lavorare come parrucchiere nel salone Fantasy della capitale. Per evitare la sua partenza, in 4'644 hanno firmato una petizione (online e cartacea) consegnata oggi pomeriggio al presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli e del Gran Consiglio Walter Gianora, che hanno accolto Bewar, l'avvocata Immacolata Iglio Rezzonico e l'ormai ex datrice di lavoro Stefania Giannini fuori da Palazzo delle Orsoline, dov'era presente anche il sindaco Mario Branda.
"Due sono gli obiettivi della petizione che ha raccolto molto sostegno", spiega l'avvocata Rezzonico ai giornalisti. "Da una parte chiedere al Cantone di farsi promotore presso la Sem per sottolineare l'avvenuta integrazione di Bewar e dall'altra esprimersi a favore della domanda di permesso di dimora che verrà inoltrata, considerando il fatto che già due anni fa il Cantone l'aveva rilasciato", aggiunge. Le firme sono indirizzate anche Commissione delle petizioni e dei ricorsi del Gran Consiglio, presieduta da Lelia Guscio. Doppio è dunque il binario per tentare di far rimanere in Svizzera il 31enne curdo. Oltre a questa domanda che verrà inoltrata domani, è infatti ancora pendente un ricorso contro la decisione di espulsione emessa dalla Sem.