Il Municipio propone di ridurli di 80-90mila franchi. Referendisti irremovibili: ‘Proposta antidemocratica’. Maretta nella Lega fra coordinatore e Minotti
Si prospetta un muro contro muro sugli onorari e i rimborsi spesa dei municipali di Bellinzona. Come riferito ieri dal ‘Corriere del Ticino’, l’esecutivo ha deciso di sottoporre ai gruppi politici un taglio annuo di 80-90mila franchi, che ridurrebbe del 12-13,5% l’ammontare complessivo di 666mila franchi bocciato in votazione popolare il 21 gennaio. L’ipotesi di lavoro è stata illustrata giovedì dal sindaco Mario Branda e dal capodicastero Finanze Mauro Minotti alle consigliere comunali Mps Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini. Secondo il sindaco si tratta di una riduzione significativa che tiene conto del responso delle urne. Proposta tuttavia rispedita al mittente dall’Mps, poiché non in linea col suo emendamento bocciato in settembre dal legislativo. Il quale, simile a quello di Lega/Udc pure allora bocciato dal Cc, mira a riconoscere rimborsi spesa dimezzati e un onorario pari alla differenza fra cifre analoghe a quelle proposte a suo tempo dal Municipio e il reddito da lavoro o pensionistico percepito privatamente; così facendo, in caso di reddito superiore alle cifre proposte, l’eletto non percepirebbe dalla Città un solo franco; al contrario, in caso di reddito inferiore e/o di riduzione del tempo lavorativo privato e conseguente perdita di guadagno per poter svolgere l’attività politica, più facilmente otterrebbe il diritto a percepire un onorario pubblico. A ogni modo, l’Mps è pronto a discutere di soluzioni alternative, ma non quella sottopostagli dal Municipio.
Sulla stessa lunghezza d’onda i rappresentanti Udc del gruppo Lega/Udc/Noce, secondo cui la popolazione attende dal Municipio un gesto di eleganza: “Quasi il 60% dei votanti ha sonoramente bocciato i salari spropositati proposti dal Regolamento comunale”, ricordano in un comunicato il presidente sezionale Orlando Del Don e il consigliere comunale Tuto Rossi: “Il messaggio che la popolazione ha spedito all’esecutivo è stato chiarissimo. È sorprendente che i municipali non l’abbiano capito. Stanno proponendo una micro-riduzione del 10%, cosicché il sindaco invece di 132’000 franchi ne riceve 120’000, il vice 90’000 anziché 104’000 e tutti gli altri 78’000 anziché 86’000. Il tutto per un lavoro parziale e neppure obbligatorio, visto che il Municipio sta macchinando per non codificare l’obbligo di ridurre il lavoro nel privato. Osiamo sperare che non voglia impiccare tutta la legislatura sulla questione dei loro salari. Riduca del 50% le sue pretese e cominci finalmente a lavorare per la città. Poi fra un anno torni in Consiglio comunale con la prova di quello che ha saputo fare, cosicché dei loro salari se ne potrà riparlare”.
Anche il coordinatore della Lega, Sacha Gobbi, giudica negativamente l’esercizio avviato dal Municipio volto a ridurre del 12-13,5% onorari e rimborsi spesa. «Non è quanto ci aspettiamo dopo il chiaro esito della votazione popolare del 21 gennaio», spiega alla ‘Regione’: «Se, come temiamo, l’esecutivo intende sottoporre al Consiglio comunale tale esiguo ridimensionamento, valuteremo come reagire». Già, tuttavia le trattative con i gruppi sono ora condotte dal sindaco insieme al capodicastero Finanze Mauro Minotti, che è leghista. «In effetti – commenta Gobbi – mi infastidisce che sia lui, anziché altri municipali, a portare avanti la questione nella direzione opposta alla nostra». Crisi in casa Lega? «Non direi, ma qui si pone un problema di opportunità: ritengo che egli debba meglio considerare la rotta indicata dalla base. Da una parte comprendo la necessità di essere collegiale in seno a una struttura di esecutivo, dall’altra è problematico che sia in prima linea nel difendere una riduzione così ridicola». Da noi interpellato, Minotti non intende replicare, difende il proprio agire («è mia responsabilità farlo») e spiega che il Municipio deciderà il da farsi una volta ascoltati tutti i gruppi.