Bellinzonese

Docente del Liceo, all'albo altre accuse

Alcune allieve rispondono ai 'difensori' dell'insegnante pubblicando le battute a sfondo sessuale che lui avrebbe pronunciato per anni

11 gennaio 2018
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Si arricchisce di nuovi dettagli – apparsi quest'oggi all'albo della scuola – il caso del docente del Liceo di Bellinzona finito sotto inchiesta amministrativa a seguito delle segnalazioni inoltrate al Decs da alcune allieve durante le ultime settimane. Segnalazioni inerenti atteggiamenti e battute improprie, anche a sfondo sessuale. Dopo le prese di posizione di parecchi studenti in sua difesa, stamane alcune compagne hanno risposto per le rime pubblicando una corposa serie di frasi che il professore in questione avrebbe pronunciato nel corso degli anni.

Vengono citate allusioni al corpo della donna e inviti espliciti, rivolti a delle allieve, ad avere rapporti con lui in uno sgabuzzino per ottenere una nota migliore, all'occasione coinvolgendo anche altri insegnanti. Battute mortificanti secondo le ragazze, che parlano di molestie sessuali. Un altro scritto punta il dito contro la direzione dell'istituto, rea di aver lasciato che la questione si trascinasse per anni, fino a quando qualche studentessa ha avuto il coraggio recentemente di reagire e rivolgersi direttamente al Decs. Da nostre informazioni e testimonianze raccolte, l'atteggiamento dell'insegnante andava avanti almeno sin dal 2003.

Accuse a più insegnanti: 'Opprimono'. Un prof: 'Parliamone apertamente'

Un altro ramo della 'querelle' apparsa all'albo riguarda il botta-risposta fra un gruppo di allievi e un professore. I primi accusano non uno ma più insegnanti, senza però fare nomi, i quali “si spingono troppo oltre opprimendo gli allievi, portandoli ad avere paura a entrare in classe, a non voler più presentarsi a lezione, a non voler più usare il proprio impegno e a piangere a seguito degli insulti nei loro confronti”. In risposta, un docente invita colleghi e allievi ad “abbattere il muro di omertà e di indifferenza” e a “iniziare a confrontarci tutti, insegnanti e allievi, in modo più schietto, trasparente, critico e sprattutto autocritico”. Questo “per non attendere la prossima inchiesta amministrativa”.