Bellinzona deve dotarsi di una Casa della cultura, il Municipio ne deve creare una. Lo chiede una mozione di Michela Delcò Petralli (prima firmataria), sottoscritta in tutto da 6 consiglieri comunali, appartenenti a Verdi e Unità di sinistra. Delcò Petralli (che è anche presidente di Coopaso) giustifica la sua richiesta partendo dalla mancanza di una sezione aggiornata e strutturata riservata alle associazioni di tipo culturale nel sito web del Comune che – segnala – raggruppa in un unico indirizzario tutte le associazioni, "per cui gli amici degli animali si ritrovano nello stesso indirizzario di Mini Musica o degli amici del cinema o della Coopaso, Cooperativa che si occupa di organizzare concerti blues: se poi non riesci ad indovinare dal nome qual è l’attività svolta il sito non ti aiuta". Da ultimo, avvisa sempre Delcò Petralli nella mozione – l’indirizzario non è aggiornato, sono ancora iscritte le associazioni che hanno cessato l’attività. La sua richiesta è condivisa da Ronnie David (I Verdi) e, per Unità di Sinistra, da Lisa Boscolo, Giacomo Buletti, Alberto Casari e Giorgio Valenti.
Detto ciò la mozionante entra nel merito della sua proposta, facendosi portavoce di un bisogno sentito da più associazioni: a Bellinzona manca uno spazio comune di riferimento e di appoggio per chi intende proporre eventi culturali al di fuori dell’ambito classico e istituzionale. "Una necessità che risultava evidente anche dalle conclusioni dell’indagine esperita alcuni anni fa su incarico del Municipio". Questa la sua conclusione: "Ora che Bellinzona è diventata grande può permettersi di investire in una casa della cultura aperta a ogni persona, gruppo o associazione che abbia voglia di proporre un evento (arte, musica, dibattito, cinema ), perché la cultura 'parlata' non è solo quella che si trasmette nelle sale da concerto, o nei teatri, o nelle belle sale d’esposizione, ma è ovunque la si coltivi".
L’organizzazione della struttura – si suggerisce – potrebbe essere delegata a un gruppo di coordinamento delle varie associazioni. "La Casa della cultura dovrà avere un minimo di strutture fisse per organizzare esposizioni, dibattiti, concerti o altro. La Casa della cultura dovrà essere un luogo di incontro, sempre aperto, non solo per tutti quelli che operano nel campo delle arti performative, delle arti visive, della danza, del teatro, della letteratura, della musica, del design, dei nuovi media e internet e delle produzioni culturali, ma anche per chi semplicemente vuole curiosare, usare, approfittare delle varie attività. Uno spazio intergenerazionale che saprà rendere ricca di nuove esperienze la nostra città".
I gruppi, le associazioni, ma anche i singoli individui che operano nel Bellinzonese hanno difficoltà, si evidenzia, a trovare un luogo dove riunirsi ma anche per organizzare degli eventi al di fuori dell’ambito classico ed istituzionale. "Manca una struttura per così dire 'alternativa' al Teatro sociale, o a Villa dei cedri o ai castelli di Bellinzona, luoghi che come si sa sono di difficile accesso e sostanzialmente riservati ad eventi per così dire di 'cultura omologata'".
Si conclude ricordando che di "spazi simili ne esistono già in molte città svizzere, e anche nel nostro Cantone, come a Mendrisio e a Losone": http://mendrisio.ch/progetti/la-filanda-centro-culturale-e-biblioteca".