Non solo il Municipio di Mesocco, come appreso stamane, ha comunicato la rinuncia a voler far parte del gremio preposto a portare avanti un progetto di parco regionale Moesano dopo il no popolare, lo scorso novembre, al parco nazionale. Come appreso dalla 'Regione', anche l'esecutivo di Soazza, l'altro Comune della Mesolcina incluso nel fu Parc Adula, ha gettato recentemente la spugna.
Tolta la Mesolcina, resta la Calanca. E su questo fronte la motivazione sembra essere più alta, tanto che l'ipotesi su cui un gruppo di lavoro ad hoc sta lavorando da qualche tempo, punta a capire se vi sono i presupposti per istituire un Parco Calanca, regionale quindi, sostenuto da Cantone e Confederazione. «Ci stiamo lavorando», rivela alla redazione il sindaco di Rossa Graziano Zanardi. Con lui, al tavolo, nelle ultime settimane si sono seduti a più riprese i vicesindaci di Calanca e Buseno, «mentre prossimamente prenderemo contatto con le autorità di Santa Maria e Castaneda invitandole a ragionare insieme sull'ipotesi di progetto. Confido che sappiano cogliere l'opportunità». Tempistica: «Disporre entro fine giugno della documentazione necessaria a prendere una decisione. In caso affermativo, invieremo a Coira e Berna l'istanza di riconoscimento e avvio dell'iter per la costituzione del parco regionale».
Un punto da chiarire sarà l'impegno finanziario. Per Zanardi e colleghi sarà fondamentale capire quale sovvenzionamento sarebbe possibile percepire e quanto i Comuni coinvolti sarebbero chiamati a versare nel tempo. Le rinunce di Mesocco e Soazza da questo punto di vista proccupano? «Non troppo. Più che altro ci semplificano il lavoro, permetendoci di concentrare gli sforzi su un 'prodotto' preciso, quello della Calanca. Un marchio ben riconoscibile, anche e soprattutto territorialmente, per un parco regionale che può contribuire a risollevare le sorti della nostra bella valle».