Il Festival ha chiuso la sua edizione 71 registrando un calo sensibile delle presenze, sia in Piazza che nelle sale. Il successore di Chatrian non prima del 24 agosto
Spettatori in calo al Locarno Festival, quasi 20 mila in meno rispetto all'edizione record dello scorso anno: da 174 mila presenze si è scesi a a 155'700, da 65'400 a 61'300 in Piazza Grande. Eppure a Locarno ci si dice soddisfatti dei risultati. In altre parole, era tutto previsto. La flessione sarebbe in linea con la riduzione di film e proiezioni operata quest'anno.
Il direttore operativo Raphaël Brunschwig ha tracciato un primo bilancio: «Siamo sicuramente soddisfatti dell’andamento della manifestazione. L’affluenza ha rispecchiato le aspettative che prevedevano una flessione rispetto al 2017, segnato da un anniversario eccezionale, per il quale era stata prevista un’edizione più ricca sia per quanto riguarda il numero di proiezioni sia per quanto riguarda gli ospiti».
Ora a Locarno il lavoro prosegue per individuare il successore del direttore artistico, Carlo Chatrian. Il presidente Marco Solari fissa la tabella di marcia: «Terminata la 71esima edizione la presidenza e il consiglio direttivo si concentreranno in settimana sulla successione di Carlo Chatrian, al quale va la gratitudine di tutti gli organi dirigenti della nostra manifestazione. Ci auguriamo di poter annunciare la personalità responsabile del contenuto artistico del Locarno Festival – nominata dal Consiglio di amministrazione – in occasione della seduta del 24 agosto».
Da parte sua, a Chatrian, che ieri sera ha ricevuto come omaggio di addio un pardo realizzato da Ivo Soldini, non resta che salutare: «Con questa edizione si chiude una bellissima parabola che mi ha dato grandi soddisfazioni tanto a livello umano e personale, quanto a livello professionale. Spero di essere riuscito a restituire un po’ del calore ricevuto e aver permesso al fantastico pubblico del Festival di viaggiare insieme agli ospiti e ai film mostrati. Ringrazio il Presidente Marco Solari che mi ha concesso questa formidabile opportunità e con lui tutto lo staff del Festival, a incominciare da Nadia Dresti e Raphaël Brunschwig. Pensando alla competenza e alla professionalità del gruppo, con cui ho avuto l’onore di lavorare e che fin da ora mi manca, non ho dubbi che il ruggito del pardo continuerà a farsi sentire forte e chiaro. Dovunque il percorso della vita mi condurrà, il suo eco mi darà coraggio ricordandomi che il cinema, come ogni arte, è un inno alla libertà d’espressione».