Il governo estende l’inchiesta amministrativa, finora circoscritta alla responsabile del Servizio richiedenti l’asilo del Dss per le due cene offerte dal direttore operativo della Argo 1, e la affida a un ex magistrato. Un ex magistrato inquirente.
Marco Bertoli ha infatti ricoperto per quattro anni, dal 1997 al 2001, la carica di procuratore pubblico. Sarà lui, affiancato dal giurista del Consiglio di Stato Francesco Catenazzi, a svolgere gli accertamenti disposti dall’Esecutivo.
Nato a Lugano nel 1963, Bertoli («nessun legame di parentela», ha fatto notare il presidente del governo Manuele Bertoli) si laurea in diritto nel 1988 all’Università di Zurigo. Ritorno in Ticino e pratica legale sulle rive del Ceresio. Nel 1991 ottiene il brevetto di avvocato.
Eserciterà la libera professione sino al 1997, operando nel penale e nel civile. Il 1997 è l’anno in cui Bertoli, area Plr, viene eletto pp dal Gran Consiglio. Al Ministero pubblico si occupa fra l’altro di reati finanziari e dell’esecuzione di rogatorie. Ma soprattutto si occupa della prima fase di ‘Clean’, dal nome dell’inchiesta su un raggiro milionario a un certo numero di casse malati, vicenda che vede imputato uno psichiatra luganese.
Nel 2001 le dimissioni dalla magistratura e il rientro nel privato: per una decina di anni Bertoli sarà alla testa dell’Ufficio giuridico del Credit Suisse. Nel 2011 riprende la professione di avvocato. Dal gennaio dello scorso anno è anche presidente dell’Autorità di vigilanza sui fiduciari.
Ma Bertoli è anche scrittore: suo il libro, uscito nel 2015 (Armando Dadò editore), “Benedetti soldi maledetti. La storia infinita dei risparmi italiani nelle banche ticinesi”. Prefazione del criminologo Massimo Picozzi.