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Patentino per fungiatt, la retromarcia: il governo ritira il messaggio

(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
26 maggio 2017
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La maggioranza del Gran Consiglio era pronta a bocciare il patentino per fungiatt proposto dal Dipartimento del territorio (Dt) Claudio Zali. Era pronta, ma non ce ne sarà bisogno: il Consiglio di Stato ha deciso a sorpresa di ritirare il messaggio che proponeva la revisione della normativa. E lo ha fatto quando la Commissione parlamentare della legislazione, dopo quasi due anni di discussioni, ne era 'arrivata' a una, propendendo a maggioranza per mantenere lo status quo.

Ecco il comunicato del Consiglio di Stato:


Il messaggio era stato licenziato dopo che numerosi atti parlamentari, sottoscritti da esponenti di tutti i partiti, avevano segnalato l’esigenza di intervenire a livello legislativo per migliorare la protezione di un bene naturale limitato.
Si rammentano, in particolare, l’iniziativa parlamentare del 7 novembre 2011, la mozione del 22 settembre 2014, che chiedeva al Consiglio di Stato d’introdurre una tassa per la raccolta dei funghi per i cercatori provenienti dall’estero.
Il Dipartimento del territorio (DT) ha di conseguenza elaborato una modifica della legge sulla raccolta dei funghi volta a proteggere le aree più sensibili del Cantone dall’eccessivo afflusso di cercatori di funghi, provenienti soprattutto da oltre confine.
Il Consiglio di Stato, esaminati gli aspetti giuridici, ha proposto l’introduzione di appositi tesserini sino a concorrenza di contingenti stabiliti con una scala di priorità a favore dei domiciliati. Per chi risiede in Ticino i tesserini sarebbero stati gratuiti mentre che i cercatori provenienti dall’estero avrebbero dovuto pagare una tassa di Cancelleria.
Posto in consultazione pubblica, questo progetto era stato sostanzialmente condiviso e giudicato positivamente. La soluzione proposta, del resto, ricalcava sostanzialmente un modello già applicato con successo all’estero, segnatamente proprio in varie regioni italiane.
Ora, il Consiglio di Stato ha deciso di ritirare il proprio messaggio, dopo diciotto mesi di giacenza in Commissione della legislazione e dopo aver preso atto del succinto rapporto di maggioranza della stessa Commissione (n. 7131 R1 del 17 maggio 2017), sottoscritto da 10 commissari, che invita a respingerlo, in quanto “l’obiettivo posto dalle nuove norme è già raggiunto attraverso il quadro legislativo attuale”.
Il Consiglio di Stato, dopo questa presa di posizione ritiene pertanto evaso il tema.
Il messaggio era stato licenziato dopo che numerosi atti parlamentari, sottoscritti da esponenti di tutti i partiti, avevano segnalato l’esigenza di intervenire a livello legislativo per migliorare la protezione di un bene naturale limitato.
Si rammentano, in particolare, l’iniziativa parlamentare del 7 novembre 2011, la mozione del 22 settembre 2014, che chiedeva al Consiglio di Stato d’introdurre una tassa per la raccolta dei funghi per i cercatori provenienti dall’estero.
Il Dipartimento del territorio (DT) ha di conseguenza elaborato una modifica della legge sulla raccolta dei funghi volta a proteggere le aree più sensibili del Cantone dall’eccessivo afflusso di cercatori di funghi, provenienti soprattutto da oltre confine.
Il Consiglio di Stato, esaminati gli aspetti giuridici, ha proposto l’introduzione di appositi tesserini sino a concorrenza di contingenti stabiliti con una scala di priorità a favore dei domiciliati. Per chi risiede in Ticino i tesserini sarebbero stati gratuiti mentre che i cercatori provenienti dall’estero avrebbero dovuto pagare una tassa di Cancelleria.
Posto in consultazione pubblica, questo progetto era stato sostanzialmente condiviso e giudicato positivamente. La soluzione proposta, del resto, ricalcava sostanzialmente un modello già applicato con successo all’estero, segnatamente proprio in varie regioni italiane.
Ora, il Consiglio di Stato ha deciso di ritirare il proprio messaggio, dopo diciotto mesi di giacenza in Commissione della legislazione e dopo aver preso atto del succinto rapporto di maggioranza della stessa Commissione (n. 7131 R1 del 17 maggio 2017), sottoscritto da 10 commissari, che invita a respingerlo, in quanto “l’obiettivo posto dalle nuove norme è già raggiunto attraverso il quadro legislativo attuale”.
Il Consiglio di Stato, dopo questa presa di posizione ritiene pertanto evaso il tema.