Bellinzonese

La Casa dello Studente a Bellinzona chiuderà a breve?

Massimiliano Ay e Lea Ferrari (Partito Comunista) chiedono lumi al Consiglio di Stato. Il Sisa si oppone alla decisione che sarebbe già stata presa

Il governo cantonale dovrebbe esprimersi a breve
(Ti-Press)
18 marzo 2025
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È vero che la Casa dello Studente a Bellinzona chiuderà a breve? Se così fosse, quali sono i motivi? È quanto chiedono in un'interpellanza indirizzata al Consiglio di Stato Massimiliano Ay e Lea Ferrari (Partito Comunista), precisando che la decisione da parte dell'esecutivo cantonale "cadrà a breve". Una decisione che stando al Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) sarebbe in realtà già stata presa: la chiusura sarebbe prevista "al termine dell’anno scolastico 2024-25, al fine di ampliare il centro Gioventù e Sport", si legge in un comunicato.

‘Svantaggerebbe i giovani domiciliati in valle’

I due granconsiglieri ricordano che la Casa dello Studente a Bellinzona, dopo la chiusura di quella a Lugano, ha assunto il compito "di migliorare l’accessibilità a diverse sedi scolastiche: qualora infatti l’elemento geografico influenzi la scelta del percorso scolastico e le condizioni socio-economiche familiari limitino la possibilità di trovare privatamente una soluzione, gli studenti (ad esempio quelli domiciliati in valle) risultano svantaggiati rispetto ai propri coetanei che vivono nelle regioni urbane e suburbane". Di conseguenza "è urgente quindi che si conosca la situazione della Casa dello Studente di Bellinzona e, se del caso, si trovi subito una sistemazione alternativa".

Eventuali sussidi per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici?

Oltre chiedere se effettivamente la struttura chiuderà, Ay e Ferrari domandano anche al Consiglio di Stato se esiste una strategia alternativa "per attuare una politica dell’alloggio specifica per i giovani in formazione". In altre parole, in caso di chiusura della Casa dello Studente, come dovranno comportarsi le famiglie che cercheranno alloggio per i propri figli? I due deputati comunisti, nel testo rimarcano inoltre che "già in occasione dell’analoga discussione sulla Casa dello Studente di Lugano, il governo adduceva la capillarità, frequenza e diminuzione dei tempi di percorrenza dei trasporti pubblici come risposta alla sua chiusura". In questo contesto chiedono quindi se "è stato valutato il fatto che la sede di Bellinzona avrebbe dovuto supplire a quella di Lugano", se l'esecutivo cantonale "ritiene che la chiusura della sede di Bellinzona non comporterà effetti significativi per gli studenti coinvolti, né sulla scelta scolastica di futuri studenti provenienti da zone discoste" e se valuterà "puntuali sussidi per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei giovani in formazione coinvolti dalla chiusura". Non da ultimo segnalano che già nel giugno del 2013 "la Commissione della Gestione, in un suo rapporto in seguito approvato dal parlamento, esortava il Consiglio di Stato a trovare una nuova sede per la casa dello studente a Lugano o dintorni, con la possibilità di fruire della refezione (colazione e cena) e di una sorveglianza per i minorenni". Domandano quindi se "il governo ha seguito concretamente tale esortazione parlamentare".

‘Disavanzo annuale di 80'000 franchi’

Come detto, per il Sisa tale chiusura sembrerebbe essere ormai certa. Stando a indicazioni fornite "da un funzionario del Decs (ndr: il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport)" i motivi che spingono il Cantone a rinunciare a tale servizio sarebbero da ricondurre a "un calo delle iscrizioni negli ultimi anni, tale da non raggiungere la capienza massima, causando un disavanzo annuale di 80'000 franchi", si legge nella nota. "Tuttavia, questo ragionamento non tiene conto di un aspetto fondamentale: lo scopo della Casa dello Studente dovrebbe essere quello di offrire uno spazio abitativo per gli studenti pendolari, evitando loro lunghi e gravosi viaggi, non di generare profitti". Inoltre "la diminuzione degli iscritti potrebbe essere parzialmente imputabile alla retta annuale di 6300 franchi, che rappresenta un onere significativo per molte famiglie del ceto medio". Di conseguenza anche il Sisa si aspetta "che il parlamento si opponga fermamente alla chiusura della Casa dello Studente e che, parallelamente, il Consiglio di Stato adoperi tutte le risorse necessarie per individuare soluzioni alternative, al fine di spostare la struttura". Così facendo "la scelta del percorso formativo dei giovani non dipenderà esclusivamente dalla distanza tra casa e scuola, ma dagli interessi e dalle esigenze degli studenti stessi".