Il Municipio di Sant’Antonino scrive sollecitando urgenza dopo il ‘no’ popolare alle autostrade. Il direttore Fioroni: ‘La decisione è politica’
Collegamento veloce A2-A13, ‘quo vadis’ dopo il ‘no’ popolare del 24 novembre ai sei progetti autostradali d’Oltralpe bocciati su scala nazionale dal 52,7%? È la domanda che il Municipio di Sant’Antonino, ribadendo l’urgenza del progetto, ha posto recentemente all’Ufficio federale delle strade (Ustra) responsabile del progetto per il collegamento veloce fra Locarnese (A13) e Bellinzonese (A2). Il Comune della sindaca Simona Zinniker ripone infatti molte attese nell’allacciamento diretto in galleria che porterebbe un alleggerimento viario sulla ‘tirata’ a quattro corsie che verrebbe declassata a semplice strada cantonale a tutto vantaggio della vivibilità della zona residenziale dal profilo ambientale e fonico. Il timore dell’esecutivo locale è che il progetto, di cui si parla ormai da decenni, finisca alle calende greche o non venga più realizzato.
Ustra dal canto suo non ha temporeggiato. Interpellato dalla ‘Regione’, il direttore della filiale per la Svizzera italiana Marco Fioroni spiega di aver risposto alcuni giorni fa al Municipio indicando che l’Ufficio federale delle strade attualmente non è in grado di pronunciarsi sulla richiesta di far avanzare, tantomeno celermente, l’iter del collegamento A2-A13. «L’esito della votazione popolare del 24 novembre – sottolinea Fioroni – rappresenta un punto cruciale nella valutazione generale e strategica relativa allo sviluppo della politica dei trasporti su scala nazionale. Una questione di competenza politica, a questo stadio, più che tecnica». Perciò l’Ustra per potersi determinare attende riscontri dal Consiglio federale? «Esatto. In questo momento non sono in grado di dire nemmeno se e quando potremo sottoporre a Berna il progetto generale A2-A13 per approvazione», ora che la consultazione dell’ultima versione aggiornata è terminata. Quel che è certo è che il ‘no’ popolare «ha creato grande incertezza», conclude Fioroni.
Un elemento che potrebbe – o rischia di, a seconda di come la si pensi – innescare riflessioni a Berna è anche il ‘no’ espresso dal 56% dei ticinesi. E già che ci siamo si potrebbero aggiungere i vari ‘no’ locali di Sant’Antonino (50,4%), Cadenazzo (54), Gambarogno (55), Gordola (51,5) Tenero (57), Minusio (55), Locarno (58), Losone (52), Orselina (59), Terre di Pedemonte (58) e infine pure Bellinzona (57) che a sua volta sogna – è il caso di dirlo – la copertura dell’autostrada stimata in un miliardo di franchi. Mosche bianche Ascona col 48% di contrari, Brione sopra Minusio (48) e Brissago (44,5).
Stando a nostre informazioni vari politici e tecnici del Bellinzonese e Locarnese – fra sindaci, municipali e le due Commissioni regionali dei trasporti Crtb e Cit – si stanno chiedendo quali conseguenze sono sin d’ora prevedibili qualora l’investimento (lievitato a 2 miliardi di franchi) dovesse a sua volta venire sottoposto a referendum su scala nazionale in occasione di una prossima fase di Prostra, il Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali nel quale l’allacciamento A2-A13 è stato inserito due anni fa dal Consiglio federale con orizzonte realizzativo 2040. Qualora si andasse ancora alle urne, all’odierno ‘no’ ticinese potrebbe infatti facilmente seguire un ‘no’ corale dei confederati, più interessati a risolvere i loro problemi viari quotidiani che non raggiungere più celermente in auto Locarno per recarsi una volta all’anno al Festival del film o a Moon and Stars.
A interessarsi del tema era stato a metà settembre, in vista della votazione popolare, il consigliere nazionale Simone Gianini, presidente della sezione ticinese dell’Automobile club svizzero e già vicesindaco di Bellinzona. Il deputato Plr chiedeva a che punto si trova il progetto A2-A13, quali passi avanti sono stati fatti dopo la consegna, nel 2020, del piano generale da parte del Cantone Ticino a Ustra e quali sono i prossimi passi previsti. A fine ottobre il Consiglio federale rispondeva spiegando che “Ustra ha valutato e ponderato i possibili tracciati alternativi, così da poter mettere a punto quello definitivo nel Piano settoriale dei trasporti, parte Infrastruttura stradale (Sin). Nell’estate 2024 lo studio relativo ai tracciati alternativi è stato posto in consultazione preliminare presso gli Uffici federali e il Cantone. La procedura d’inserimento formale nel Sin è prevista nel 2025. Parallelamente proseguono i lavori di preparazione del progetto generale”. Spiegazioni, come detto prima, che oggi potrebbero valere solo in parte o non più del tutto. Per il tratto in galleria fra Camorino e Quartino – proseguiva Berna – l’Ustra ha approfondito una nuova soluzione in modo da ovviare alle criticità legate al sottoattraversamento della linea ferroviaria di base del Monte Ceneri: “Questa variante prevede l’entrata in galleria già all’altezza di Camorino e sembra incontrare il consenso delle parti coinvolte”.
Più problematico il proseguimento da Quartino verso Locarno: “Comportando l’attraversamento della zona palustre (ndr: nient’altro che la golena secca usata spesso anche come posteggio), dipende ancora dalla decisione sui possibili tracciati alternativi”. In Consiglio federale indicava infine che “l’elettorato avrà la possibilità di esprimersi sul collegamento A2-A13 in occasione di una prossima fase di potenziamento, qualora venga indetto un referendum”.