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Mendrisiotto sulle barricate: ‘La corsia Tir va congelata’

Dopo il ‘no’ bulgaro sulle strade nazionali del Distretto, Fonio si appella a Berna e a Stabio. Il Gus chiede al Municipio di cambiare idea su PoLuMe

In sintesi:
  • La regione ha bocciato il potenziamento proposto dal governo federale con il 62,8%
  • Il presidente della Commissione Andrea Rigamonti auspica che si tenga conto dei sentimenti locali
Traffico, pensiero costante
(Ti-Press/Infografica laRegione)
5 dicembre 2024
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Che nel Mendrisiotto si fosse ‘allergici’ al potenziamento di corsie e autostrade lo si era capito da tempo. A fornire la prova del nove, però, il 24 novembre scorso è stata una volta di più la bocciatura, sonora, calata dal Distretto sul Decreto relativo alle strade nazionali. Nella regione la popolazione ha detto ‘no’ nel 62,8 per cento dei casi, sfondando il tetto del quasi 56 per cento cantonale (a fronte di una percentuale federale del 52,7 per cento). Una tendenza evidente nei dodici Comuni locali, la cui cittadinanza ha abbracciato gli argomenti del referendum lanciato dall’Associazione traffico e ambiente e da una alleanza di cinquanta organizzazioni, associazioni e partiti. Un fronte contrario al potenziamento autostradale che offre a quanti da queste parti si sono già messi di traverso ai piani di Ustra, l’Ufficio federale delle strade, una sponda solida. Soprattutto pensando alla futura area di sosta per i camion lungo l’A2 fra Coldrerio e Balerna e al progetto PoLuMe, che apre alla creazione di una terza corsia dinamica tra Lugano e Mendrisio.

Area di sosta, ‘si sospenda il progetto’

II Consigliere nazionale Giorgio Fonio, del Centro, non ha quindi perso tempo e martedì ha depositato di fronte alla Camera bassa una domanda chiara quanto puntuale: vista l’onda contraria salita dal Mendrisiotto, che si è espresso attraverso “una delle percentuali più alte”, il Consiglio federale “non ritiene opportuno sospendere il progetto di corsia dei Tir e valutare soluzioni alternative?”. Il deputato, d’altro canto, legge questo netto rifiuto alla luce di due ragioni principali. Ovvero, “la mancata fermata degli Intercity – lungo la strada ferrata, ndr – e la volontà di Ustra di realizzare una corsia per i Tir accanto a un parco naturale (il Parco della Valle della Motta, ndr)”.

In effetti, i primi a dare voce, da subito, alle loro preoccupazioni e a contestare l’operazione sono stati proprio i Comuni toccati, per via diretta e indiretta, dall’intervento. Istituzioni locali che hanno presentato le loro opposizioni sul posteggio dei mezzi pesanti e non si sono lasciate scoraggiare dal ‘no’ secco calato dal Datec, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Tant’è che i Municipi di Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio si sono già appellati al Taf, il Tribunale amministrativo federale. Il confronto, insomma, resta aperto.

Le preoccupazioni di una regione

A queste latitudini, del resto, non si tratta di ragionare solo sulla questione dei mezzi pesanti, bensì sull’intera strategia che interessa la rete delle strade nazionali. A Stabio agli occhi del Gus, il Gruppo Unità Sinistra/I Verdi, il voto del 24 novembre “sconfessa drasticamente le decisioni prese dal Consiglio federale e dal parlamento federale”. Soffermandosi sui ‘no’ barrati dalla popolazione locale, la percentuale restituita del 61,25 “risulta molto alta (superiore al dato cantonale) e testimonia del fatto che il tema è molto sentito e le preoccupazioni sono molte”, si fa notare in una interpellanza indirizzata di recente al Municipio per mano di Angela Plebani Zappa. Questi sentimenti, come detto, sono condivisi comunque da tutti i cittadini e tutte le cittadine dei Comuni del Mendrisiotto.

Lo dimostrano, una volta di più, le percentuali negative inanellate dal Decreto sul potenziamento delle strade nazionali. Il dato distrettuale più basso (si fa per dire) lo si è registrato a Vacallo, con un 57 per cento abbondante; quello più alto a Valmara con il 67,28 e a Breggia con il 67,1. Quanto ai due poli, Chiasso ha detto ‘no’ con il 59,74 per cento, Mendrisio con il 64 per cento. È con questo scenario sullo sfondo che Ustra ha annullato la riunione della Commissione di accompagnamento politico al progetto prevista mercoledì scorso. Solo una coincidenza?

A Stabio si torna alla carica su PoLuMe

Per il Gus le conclusioni sono presto tirate. “Come è stato detto da più parti la votazione aveva per il Canton Ticino, e il Mendrisiotto in particolare, un significato distintivo, in quanto l’Ufficio federale delle strade è in procinto di ultimare la richiesta per il potenziamento della tratta fra Lugano e Mendrisio”. Un’opera, si rimarca nell’atto parlamentare, che “per ammissione della stessa Ustra avrà importanti ripercussioni negative sul traffico di attraversamento a Stabio e in altri punti del Mendrisiotto”. Si è calcolato, infatti, che a Stabio transitano circa 20mila veicoli al giorno. E questo è un aspetto sul quale il Gus è già tornato a più riprese, rilanciandolo l’ottobre scorso davanti all’adesione dell’Esecutivo ai progetti federali. Per l’autorità locale PoLuMe rappresenta “un buon compromesso”, a una condizione, come dichiarato dal Municipio stesso. Ovvero a “patto che vengano tenute in considerazione le rivendicazioni del Gruppo di lavoro e vengano attuate delle adeguate misure sul territorio”. Una posizione che ha fatto sussultare l’area progressista.

Ed è qui che il Gus torna alla carica con una domanda per l’Esecutivo di Stabio: “Dopo aver preso visione dei risultati della votazione, considerato il suo ruolo di rappresentanza istituzionale della propria popolazione, non ritiene doveroso ritornare sulla sua decisione e distanziarsi nettamente rispetto al progetto PoLuMe, quindi prendendo una posizione contraria verso tale progetto?”.

Due temi all’ordine del giorno della Crtm

I due dossier sul tavolo sono, d’altra parte, in cima ai pensieri anche della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm). «Al momento non abbiamo ancora avuto modo di soffermarci sui risultati del voto del 24 novembre, visto in chiave regionale. Di sicuro, però – assicura il presidente Andrea Rigamonti, raggiunto da ‘laRegione’ –, il tema merita delle riflessioni da parte della Commissione e verrà messo all’ordine del giorno delle prossime riunioni». L’importanza della posta in gioco, in effetti, è evidente. «Esprimendomi a titolo personale, dalla votazione – che pure verteva su un altro tema – è emerso in modo chiarissimo come il voto della regione abbia rappresentato una sorta di barometro sulla tematica autostradale nel Mendrisiotto, legata anche alla questione della corsia dei Tir. A questo punto – ci dice Rigamonti – auspico che Ustra tenga conto delle percentuali contrarie espresse dalla popolazione nel Mendrisiotto. Se non verranno prese in considerazione queste sensibilità, il rischio è che al prossimo decreto si riproporrà lo stesso problema e la cittadinanza farà sentire ancora la sua voce. Spero quindi che si cambi, da subito, paradigma nell’approcciare queste tematiche».

Il presidente della Crtm in cuor suo coltiva poi un’altra aspettativa. «Come ho già avuto modo di ribadire in varie riunioni – annota Rigamonti –, auspico vivamente che progetti federali tanto importanti, come PoLuMe, tengano in debito conto pure le altre opere nazionali, altrettanto di peso, come il completamento di AlpTansit, la Stabio-Gaggiolo, i Programmi di agglomerato e le tematiche transfrontaliere. Occorre affrontare queste sfide con una visione territoriale. Traducendo questa riflessione sul territorio della Commissione, bisogna progettare le infrastrutture federali da Bissone a Chiasso tenendo in considerazione l’esistente e le peculiarità della regione e non agire a compartimenti stagni». Il messaggio a Berna è chiaro.