laR+ Terre di Pedemonte

Bus serali al posto dei treni, decisione che non convince

Municipio critico nei confronti della Sezione mobilità del Cantone, che si giustifica adducendo miglior capillarità del servizio e costi ridotti

8 novembre 2024
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“Che senso ha spendere milioni di franchi per migliorare e potenziare l’offerta di trasporto pubblico su rotaia della Centovallina quando poi, alla sera, a partire da una certa ora, le corse del treno vengono sostituite da corse con autobus?”. La domanda, più che legittima, è al centro di uno scambio di pareri tra il Municipio di Terre di Pedemonte e la Sezione della mobilità del Cantone. Per nulla convinto della bontà di questa scelta, l’esecutivo pedemontano (sul cui territorio, lo ricordiamo, sono ubicate le stazioni Fart di Tegna, Verscio e Cavigliano) durante la consultazione del progetto di orario 2025 in giugno ha espresso le sue osservazioni: “Si comprende la scelta di svolgere il traffico serale su gomma visto che sono programmati diversi lavori notturni di adeguamento nelle stazioni Fart. Nondimeno, per motivi ambientali e per sfruttare la linea ferroviaria esistente, si ritiene utile favorire primariamente il traffico su binari”. In tutta risposta, a settembre, la Sezione della mobilità ha spiegato questa scelta facendo leva innanzitutto sulla miglior capillarità del servizio con i bus e, secondariamente, sul contenimento della spesa: “La sostituzione dei treni regionali nel servizio serale con delle corse di autobus ha il vantaggio di offrire alla clientela un servizio più capillare in centro a Locarno (fermate supplementari in zona Debarcadero, Centro, piazza Castello e Cinque Vie) nonché di ridurre i costi di produzione del servizio in queste fasce orarie con minore domanda, pur mantenendo la medesima quantità dell’offerta; tutto questo a vantaggio degli enti pubblici che sono chiamati a indennizzare i costi non coperti del servizio di trasporto pubblico”. Quanto all’aspetto ambientale, sempre secondo il Dipartimento del territorio, “il rischio è di tirare conclusioni inappropriate. Da una parte il consumo di energia del treno potrebbe giocare a suo sfavore nel paragone con l’autobus, soprattutto nel caso di un impiego per corse con pochi utenti in cui non si giustifica per motivi di capacità. E per quanto concerne il sistema di trazione segnaliamo che le Fart hanno avviato i lavori per la conversione anche delle linee di autobus alla trazione elettrica nel medio termine”.

Le fermate provvisorie: ‘Poco visibili, in punti anche pericolosi’

L’esecutivo non è comunque soddisfatto delle motivazioni addotte, come ci spiega il sindaco Giotto Gobbi: «L’idea di base è quella di disporre di un trasporto pubblico su rotaia potenziato e valorizzato. Ci vengono portate delle giustificazioni che non condividiamo. Prima fra tutte quella della capillarità del servizio serale: sarà sicuramente comodo per gli utenti, come lo sarebbe il treno se, di notte, non fossero ‘chiuse’ le stazioni di Solduno e Sant’Antonio. Se alla base di questa decisione ci fossero le esigenze dei cantieri notturni lungo la ferrovia, potremmo ovviamente capire tale misura. Ma questa motivazione non è stata citata benché nei prossimi anni vedrà il via il cantiere dell’incrocio e della stazione ferroviaria di Ponte Brolla. C’è inoltre un altro aspetto preoccupante, a nostro modo di vedere, ed è quello legato all’informazione e alla sicurezza degli utenti: le fermate del bus, nel nostro comprensorio, non esistono di fatto, sono stati semplicemente collocati dei cartelli provvisori nei tre paesi, in zone in alcuni casi infelici e pericolose dal punto di vista della sicurezza stradale (penso alla fermata sul ponte di Ponte Brolla e a quella in piazza a Verscio). Non bastasse, non sono nemmeno immediatamente reperibili all’occhio di chi non ne conosce l’esatta posizione. Non da ultimo, l’utenza (turisti in primis) non è opportunamente informata di questi cambiamenti e non di rado capita di vedere, di sera, chi attende il treno in stazione ignaro del fatto che per raggiungere la città occorra far capo al bus. Il Municipio ritiene dunque che in assenza di precise motivazioni tecniche a monte, la sostituzione treno-autobus non sia opportuna e giustificata”.

Bus o treno, poco importa purché serva anche l’alta valle

Diversa la posizione del Comune di Centovalli, anch’esso ovviamente servito dalla Centovallina, che su questo cambiamento, come ci conferma il sindaco, Michele Turri, non si è chinato. «La nostra rivendicazione tocca più che altro le corse tardoserali e mattutine del treno fino a Camedo. Con l’introduzione del cadenzato ogni 30 minuti auspicavamo che il capolinea fosse proprio la stazione di confine e non quella di Intragna. Le Fart e la Sezione della mobilità lo scorso anno ci hanno lasciato intendere che avrebbero valutato la nostra richiesta. Siamo ancora in attesa di una risposta. Se le corse notturne e mattutine dovessero essere garantite in maniera capillare da un autobus invece che dal trenino, per noi potrebbe anche andar bene. L’importante è che non si escluda l’utenza della vallata».

Decisione dettata da ragioni di risparmio

Sulla decisione della Sezione della mobilità abbiamo raccolto il parere di Paolo Caroni, presidente del Cda delle Fart: «Innanzitutto va precisato che la nostra azienda è l’organo esecutore della volontà del committente, vale a dire il Cantone. La scelta di passare dal treno al bus è finalizzata alla riduzione dei costi del servizio. Se per far funzionare un treno occorrono, a livello di forze lavorative, un macchinista e un addetto alla centrale di controllo (quindi due persone), per far viaggiare un bus è sufficiente un singolo autista. Quello applicato qui non è comunque un caso isolato. Ricordo che la Ferrovia retica già procede in questo modo con le corse serali laddove gli utenti si possono contare sulle dita di una mano. Non si tratta comunque di un servizio provvisorio, bensì di una scelta che sarà, ovviamente, oggetto di una valutazione. Decisiva al riguardo è l’evoluzione del numero di utenti. Chiaro che se i bus dovessero percorrere il tratto strapieni di passeggeri, si potrebbe tornare benissimo al treno. Ma fintanto che la massa critica è quella attuale, questa pare essere la soluzione più economica e sensata».