Svizzera

I consumatori pagano cifre ‘folli’ per la rete elettrica

Lo sostiene Mister Prezzi, Stefan Meierhans secondo il quale si versano ogni anno centinaia di milioni di franchi di troppo

In sintesi:
  • Molto critico anche il Gruppo dei grandi clienti elettrici che accusano gli operatori di monopolio
  • Per il sorvegliante dei prezzi ‘stiamo placcando d’oro la rete elettrica'
Immagine di archivio
(Keystone)
20 ottobre 2024
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I consumatori svizzeri pagano ogni anno centinaia di milioni di franchi di troppo come contributo per l'utilizzo della rete elettrica: lo sostiene Mister Prezzi, Stefan Meierhans.

"Stiamo placcando d'oro la rete dell'industria elettrica", afferma il 56enne in dichiarazioni riportate oggi dalla Nzz am Sonntag. Secondo i suoi calcoli, i clienti hanno pagato quasi 400 milioni di franchi in eccesso all'anno durante la fase dei bassi tassi d'interesse. "Si tratta di una cifra semplicemente folle, che per anni è stata sottratta dalle tasche dei clienti", afferma il Sorvegliante dei prezzi.

Anche il Gruppo dei grandi clienti elettrici (Gruppe Grosser Stromkunden, Ggs), che rappresenta colossi quali Migros e il gigante siderurgico Swiss Steel, è fortemente critico, riferisce il domenicale. L'associazione non ritiene infatti corretto che gli operatori possano realizzare enormi profitti ogni anno, sulla base di un monopolio. Nel 2024 Swissgrid – cioè la società di gestione della rete – e le aziende elettriche saranno in grado di ricavare circa 900 milioni di franchi. "Questo sfiora l'avidità ed è sconcertante", osserva il direttore generale del Ggs Roger Ambort, a sua volta citato dalla testata zurighese. Il metodo di calcolo utilizzato oggi consente all'industria elettrica di realizzare sistematicamente guadagni definiti eccessivi.

Nel frattempo anche il Consiglio federale – prosegue il giornale – sembrerebbe rendersi conto che qualcosa non funziona: il governo vuole modificare la formula utilizzata per calcolare i profitti consentiti. Ma l'industria elettrica si oppone con le unghie e con i denti, commenta a questo proposito la NzzaS. La modifica metterebbe a rischio gli investimenti urgentemente necessari nella rete di distribuzione, ha spiegato un rappresentante dell'Associazione delle aziende elettriche svizzere.

La mozione Storni

Ricordiamo che il mese scorso il Consiglio nazionale ha approvato a larga maggioranza (175 sì, 10 no e 2 astenuti) la mozione del deputato ticinese Bruno Storni (Ps) dal titolo "Verificare il costo medio ponderato del capitale che determina le tariffe utilizzazione della rete elettrica – Weighted Average Cost of Capital, WACC, ndr – secondo le raccomandazioni della perizia IFBC 2021" allo scopo di abbassare tali tariffe (trasporto).

La mozione era stata depositata da Storni a settembre 2022; nel frattempo il Consiglio federale ha agito e messo in consultazione una proposta che ha scatenato le forti reazioni contrarie menzionate. Reazioni che hanno spinto il consigliere nazionale socialista a mantenere l'atto parlamentare per dare un segnale politico al governo affinché insista nella decisione di ridurre il WACC come da progetto in consultazione.

«Quanto scrive oggi la NzzaS – commenta Storni – dimostra la tensione negli ambienti elettrici per la possibile perdita di esagerati profitti regolati in malomodo da leggi ‘antimonopoli’ statuite nell’ambito della liberalizzazione del mercato elettrico del 2009».

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