Il presidente granata: ‘Prioritario conoscere da Sfl i requisiti infrastrutturali per la Super League. E se salta fuori un terreno adatto, costruiamo noi’
«Primo, la Swiss Football League entro fine mese dovrà spiegare dettagliatamente a noi e alle autorità di Bellinzona quali sono i requisiti minimi infrastrutturali per essere sicuri sia di poter continuare a giocare in Challenge League, sia di poter giocare in Super League qualora l’Acb venisse promossa. Dopo le modifiche intervenute negli ultimi anni, che hanno reso meno severi e onerosi i requisiti degli stadi, un chiarimento è doveroso. Questo è il primo passo da fare e da condividere nero su bianco con tutte le parti in causa. Secondo, in questo contesto noi come Sa stiamo già riflettendo su possibili scenari alternativi, come ad esempio l’opportunità di realizzare uno stadio nuovo quale soluzione definitiva da mettere sull’altro piatto della bilancia, oltre alla soluzione già prevista dal Municipio. Il quale, come spiegato sulla Regione di sabato, vorrebbe aggiornare e valorizzare dapprima il comparto sportivo di Giubiasco, da destinare così anche agli allenamenti della prima squadra granata; successivamente realizzare la nuova tribuna sud dello Stadio comunale sacrificando il campo C oggi destinato ai nostri allenamenti e al settore giovanile; infine ristrutturare la vecchia tribuna nord. Ebbene, di fronte a questi scenari ci chiediamo se non sia più razionale realizzare un nuovo stadio ‘tout court’, a spese nostre e non a carico della Città. Ad esempio proprio nel comparto di Giubiasco, che così facendo verrebbe valorizzato ancora meglio di quanto previsto, trovandosi peraltro a meno di un chilometro di distanza dallo svincolo autostradale e dalla ferrovia; oppure a Bellinzona sia nel comparto Tatti, già approfondito nel 2009 ma allora scartato dal Cantone per problemi pianificatori sui quali non siamo più stati aggiornati, sia nell’Area logistica militare Amp che si estende ai piedi di via Lepori a poca distanza dal Centro sportivo».
Nella giornata in cui è fissata l’assemblea dell’Associazione calcio Bellinzona (oggi ore 19 all’hotel Unione) ecco svelato il Brenno Martignoni Polti pensiero sugli aspetti logistici che impegnano autorità comunali e vertici granata. Un Brenno-pensiero che chiarisce quanto l’ex sindaco ha accennato due giorni fa durante la ‘Domenica sportiva’ della Rsi. «Riassumo e ribadisco», ci ha detto ieri: «Prima i chiarimenti della Sfl, attesi entro fine ottobre, poi si ragiona insieme sul da farsi. Con la possibilità che sia l’Acb stessa, eventualmente, a investire». Quattro, evidenzia Martignoni-Polti, le persone sul pezzo. «Non si tratta, per il momento, di un vero e proprio gruppo di lavoro, semmai di riflessione». Oltre a se stesso Martignoni Polti cita il patron granata Pablo Bentancur, l’avvocato Filippo Gianoni e l’architetto Mauro Galfetti (gli ultimi due già municipale e rispettivamente già progettista negli anni in cui si era promossa l’operazione Bellarena). C’è poi un quinto ‘elemento esterno’ di peso: opera in Argentina dove ha promosso la realizzazione, nella città di Santiago del Estero, del modernissimo Estadio Unico Madre de Ciudades, tirato su in appena 24 mesi fra il 2019 e il 2021 in piena pandemia e progettato dall’architetto Enrique Lombardi utilizzando materiali e tecniche realizzative di ultima generazione. «Questa persona è in contatto con Bentancur ed è al momento la sola cosa che sono autorizzato a dire», afferma il presidente granata.
Dal canto suo l’avvocato Filippo Gianoni invita alla prudenza e indica la necessità di valutare attentamente la questione pianificatoria. Perché fanno stato le severe norme pianificatorie imposte dalla Confederazione ai Cantoni. Il dimensionamento delle zone edificabili non ancora costruite deve infatti rispettare i nuovi calcoli statistici sull’evoluzione demografica della popolazione (dati al ribasso rispetto a quelli precedenti). Guardando poi al passato, aggiunge, «il caso Bellarena insegna. Da una parte la Sfl indicava per lo stadio requisiti sempre più severi, oggi a quanto pare non più validi, dall’altra il Cantone segnalava l’impossibilità edificatoria in quel luogo. Non se ne fece nulla. Tant’è che adesso almeno una parte del mappale, sempre di proprietà del Patriziato di Carasso, sarà usata come compensazione Sac per la nuova officina Ffs di Castione. Guardando invece alle opzioni Giubiasco e Amp, possono sorgere importanti problemi qualora risultasse che le rispettive aree non si trovino all’interno di zone edificabili consolidate. In particolare, come nel caso Amp, il fatto che l’area sia catalogata a Piano regolatore come Ap/Ep, ossia per attrezzature pubbliche, non significa ancora che sia giuridicamente preposta a ospitare uno stadio privato ad uso pubblico», per realizzare il quale si dovrebbe quindi compensare altrove un’analoga superficie (idem per Giubiasco). Ma anche la sola cessione della superficie Amp alla Città o all’Acb appare difficoltosa, visto che la proprietaria ArmaSuisse non intende dismettere il sito e venderlo prima del 2030 (se va bene); inoltre un’ordinanza federale sancisce il diritto di prelazione con in testa la Confederazione e poi il Cantone per soddisfare loro esigenze di spazi; il Comune ed eventuali privati potrebbero dunque entrare in linea di conto solo dopo.
Interpellato dalla redazione, il vicesindaco Fabio Käppeli, capodicastero Finanze, economia e sport, non commenta le ultime uscite di Martignoni Polti. Il direttore dell’Ente Sport, Andrea Laffranchini, ricorda che la Città ha approntato un ampio concetto di sviluppo strategico dell’infrastruttura sportiva comunale che tocca anche, ma non solo, l’adeguamento dell’offerta calcistica in base ai criteri imposti da Sfl e la riqualifica polivalente dell’intero comparto Stadio comunale. «L’obiettivo numero uno è di mettere l’Acb in condizione di allenarsi e giocare. L’operazione richiederà alcuni anni. Certo, se nel frattempo l’Acb riuscirà a dimostrare, nei tempi giusti, di saper concretizzare un’operazione immobiliare a sue spese, allora rivedremo parzialmente i piani. Temo tuttavia che a livello pianificatorio, territoriale e viario vi siano pochi margini di manovra».