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Globalisti censiti e tassati in Ticino, ma non per professione

L’accusa all’onlyfanser Mady Gio di evasione fiscale solleva molti interrogativi (anche politici) sullo status di chi paga le imposte secondo il dispendio

L’Mps interpella il governo
10 ottobre 2024
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Solleva più di un interrogativo la vicenda che vede coinvolta Mady Gio, nota influencer della piattaforma di contenuti sessuali OnlyFans, accusata dalla Guardia di finanza di Varese di un’evasione fiscale da un milione e mezzo di euro derivanti dagli abbonamenti pagati dai follower. Nei primi mesi del 2022 la content creator aveva deciso di spostare la propria residenza anagrafica in Ticino, per motivi principalmente fiscali, dove ha ottenuto un permesso B di dimora come globalista. Residenza anagrafica in Svizzera dunque, ma domicilio fiscale a Cassano Magnago in provincia di Varese. Attraverso un censimento di influencer e soggetti che operano sul web, il cui tenore di vita risultava non coerente rispetto alle dichiarazioni fiscali presentate, la Compagnia di Gallarate ha avviato un’inchiesta nei confronti di Mady Gio che, comparsa in diversi programmi televisivi e radiofonici, nonostante la grande disponibilità economica dimostrata e le affermazioni circa i propri compensi milionari, dichiarava al fisco poche decine di migliaia di euro.

Cittadinanza straniera e divieto di lavorare in Svizzera

Chi può richiedere lo statuto di globalista in Ticino e di quante persone si tratta? «L’imposizione secondo il dispendio (i cosiddetti globalisti, ndr) – spiega da noi interpellato il direttore della Divisione delle contribuzioni Giordano Macchi – è prevista sia nell’ordinamento federale che cantonale. In Ticino è regolata dall’articolo 13 della Legge tributaria». E illustra: «I requisiti soggettivi per ottenere questo statuto sono la cittadinanza straniera, arrivare in Svizzera per la prima volta o dopo un’interruzione di almeno dieci anni e non esercitare un’attività lucrativa, quindi non lavorare, in Svizzera. In questo caso è possibile essere imposti sulle proprie spese invece che sui propri ricavi. Il dispendio minimo è di circa 430mila franchi per il 2024». Per quanto concerne il numero di casi, il rilevamento dei dati riferiti ai globalisti avviene ogni due anni. «Nel 2022 – riprende Macchi – le persone o coppie imposte secondo il dispendio erano 767. Considerando l’imposta cantonale, l’imposta comunale e l’imposta federale diretta, il loro assoggettamento alle imposte sul reddito e sulla sostanza ha complessivamente generato entrate fiscali per 183,5 milioni di franchi nel 2022. Un gettito di 73,5 milioni per il Cantone e di 58,8 per i Comuni». Non è per contro possibile determinare le categorie professionali rappresentate nel gruppo delle persone annunciate come globaliste. «Siccome è vietato per i globalisti lavorare in Svizzera – rileva il direttore della Divisione delle contribuzioni –, questo dato non viene censito». Di conseguenza non esistono statistiche su quante siano le persone che, guadagnando attraverso piattaforme online, rientrano nel gruppo dei globalisti residenti in Ticino. Non solo. Anche se il lavoro online è sottoposto a tassazione ordinaria quando svolto in Svizzera – Mady Gio, va precisato, ha sempre affermato di recarsi puntualmente all’estero per realizzare i propri contenuti erotici –, non esiste un censimento specifico da parte dell’Autorità fiscale.

‘E il fisco ticinese che fa?’

La vicenda ha fatto discutere anche a livello politico. Negli scorsi giorni, il Movimento per il socialismo ha infatti inoltrato un’interpellanza all’indirizzo del Consiglio di Stato, in cui chiede al governo lumi sull’attenzione al riguardo da parte del fisco ticinese. “Gli interroganti – premettono i deputati Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini – non vogliono qui riaprire una polemica sulla vicenda dei globalisti in Ticino. In questi ultimi anni, abbiamo proposto, a più riprese, di cancellare questo statuto come hanno fatto molti altri Cantoni, anche finanziariamente importanti come Zurigo”. Ma evidenziano: “È però evidente che la persistenza di questo statuto permette l’emergenza di situazioni e vicende come questa che, evidentemente, non fanno certo bene all’immagine del Cantone; circostanza aggravante: l’inchiesta in corso da parte delle autorità fiscali italiane”. Citando un articolo apparso su LiberaTv che si conclude chiedendo “e il fisco ticinese che fa?”, i due granconsiglieri pongono una serie di quesiti al governo. Innanzitutto, se sia al corrente della vicenda, poi se le informazioni contenute nell’articolo siano tutte confermate e quale sia il “livello d’attenzione” esercitato dalle autorità fiscali cantonali. Infine, se vi sia una collaborazione in corso con le autorità fiscali italiane.

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