Il vicesindaco replica al movimento: ‘Alla ditta grigionese deliberato un subappalto’. E sul cantiere: ‘Non sottostà alla Legge sulle commesse pubbliche’
«Un’accusa infamante lanciata in malafede, sapendo di non dire il vero». Non si è fatta attendere la risposta di Roberto Badaracco al Movimento per il socialismo (Mps), che ha accusato il vicesindaco di Lugano di aver mentito riguardo all’assegnazione degli appalti al cantiere del Polo sportivo e degli eventi (Pse), affermando un paio di settimane fa che fossero stati deliberati tutti a ditte ticinesi. L’Mps ha infatti sottolineato che sul cantiere sarebbe attiva una ditta con sede in Engadina, la Daziani Ag. Critiche solo marginali, rispetto a quelle principali: il movimento ha rinnovato l’accusa nei confronti del Municipio di non avere accesso a informazioni fondamentali sul maxicantiere di Cornaredo.
«Insinuazioni false – replica a sua volta Badaracco –. L’Mps continua a gettare fango su questo mastodontico cantiere che viene gestito in maniera ineccepibile cercando ogni cavillo per gridare allo scandalo. È un peccato perché i professionisti della Città e Hrs stanno dando il massimo per portarlo a termine nei tempi prestabiliti». L’Mps, ricordiamo, oltre a essere stato fra i principali sostenitori del referendum contro il Pse del 2021, vinto poi dai fautori del progetto con il 56,8%, ha anche recentemente criticato l’importante superamento dei costi (15 milioni in più, principalmente a causa del carovita), alcune modifiche al progetto (a cominciare dal Palazzetto dello sport che avrà facciate in metallo e non in vetro), e altre irregolarità, che il municipale ha sin qui sempre negato. «Mi spiace che l’Mps debba attaccarmi personalmente, abbassando il livello del confronto e del dibattito. Non sono mai stato un mentitore e respingo al mittente quest’accusa infamante lanciata in totale malafede».
L’attività sul cantiere della grigionese Daziani Ag come si concilia dunque con la dichiarazione che sul cantiere sarebbero operative solo ditte ticinesi? «Il riferimento al ‘100% di ticinesità’ era agli appalti assegnati da Hrs e lo confermo: a oggi, sono stati deliberati tutti a ditte del cantone. Alla Daziani è stato conferito un subappalto. E mi sembra una questione di lana caprina, considerando quante società e quanti operai locali lavorano al Pse». Il vicesindaco aggiunge che la posa del ferro non è stata appaltata da Hrs, che ha bensì assegnato le opere principali da capomastro al consorzio Gtl-Garzoni, che a sua volta ha subappaltato la posa del ferro alla Daziani. «Una pratica lecita, anche negli appalti pubblici, che di regola viene concessa per questioni di coordinazione, responsabilità e corretta esecuzione». Nella sua nota, l’Mps ha poi ipotizzato che la società grigionese sarebbe stata scelta rispetto alle concorrenti ticinesi per ragioni di costi più bassi, dando adito a speculazioni su un possibile sottocosto.
«Che quella della Daziani fosse l’offerta migliore, è vero – precisa Badaracco – e d’altra parte Hrs ha un tetto di costi che deve cercare di rispettare, o quantomeno di ridurre al minimo gli sforamenti e visto il carovita non è semplice. Per il resto, l’Mps dà per scontato che dietro ci sia del marcio o del dumping, ma non è così. Sono affermazioni che vanno provate». A tal proposito, il capodicastero Cultura, sport ed eventi puntualizza che «non è vero che il Municipio non abbia nessuna informazione in merito agli appalti e alla loro aggiudicazione (come insinuato dal movimento, ndr). Tutta la documentazione di appalto, i piani esecutivi così come delibere, contratti, fatture e giornali di pagamento sono a disposizione dei rappresentanti della Città e vengono puntualmente verificati sia dalla nostra amministrazione, sia da consulenti esterni». Che cosa prevede di preciso questa procedura di controllo interno? «Un primo step di verifica dell’idoneità tramite la Divisione affari giuridici al momento della delibera per ogni fornitura, con tracciamento delle verifiche e delle scadenze; una seconda verifica della documentazione per ogni delibera; una verifica dei pagamenti eseguiti da Hrs: il progetto è eseguito secondo il principio del libro aperto, dunque i giustificativi di tutti i pagamenti sono a disposizione; c’è poi una verifica puntuale del giornale di entrata cantiere; nonché un controllo incrociato tra idoneità, delibere, pagamenti e giornale degli accessi». A oggi, sottolinea Badaracco, il Municipio non ha mai sfruttato la facoltà che ha di porre il veto su una proposta di aggiudicazione: «Tutte le proposte sono state reputate conformi». Altro aspetto criticato dall’Mps: il badge di accesso al cantiere rilasciato dopo registrazione a WorkControl Suisse Ag, giudicato un sistema di controllo insufficiente. Per garantire dei controlli effettivi, piuttosto, sarebbe necessario il libero accesso al cantiere dei sindacati.
Tuttavia, secondo la Città allo stato attuale la richiesta è ingiustificata. «La Divisione edilizia pubblica e Hrs hanno incontrato sul cantiere lo scorso marzo le Commissioni paritetiche cantonali dell’edilizia e dei rami affini. Hanno partecipato i rappresentanti dell’Ufficio dell’ispettorato del lavoro del Dipartimento delle finanze e dell’economia, l’Associazione interprofessionale di controllo, come pure i sindacati Unia e Ocst. Con questi ultimi sono state identificate le modalità di accesso al cantiere per i sindacati e per le commissioni. Dai riscontri avuti sino a oggi si può affermare che le attività di scambio informazioni con i rappresentanti sindacali procedono in modo proficuo e con spirito collaborativo e tutte le pendenze sono state evase in modo soddisfacente». Il tema degli accessi al cantiere, in ogni caso, verrà ridiscusso e ridefinito prossimamente, in quanto è previsto un secondo incontro «a breve».
Il secondo fattore che per l’Mps darebbe garanzie maggiori rispetto alla WorkControl, sarebbe il controllo sul prezzo degli appalti. «È un controllo che l’ente pubblico, come precisato più volte, esercita. Riguardo a una pubblicazione effettiva, va precisato che quello del Pse non si può definire nel senso stretto del termine un cantiere pubblico». No? «Un anno fa la Comco (Commissione della concorrenza, ndr) ha scritto al Municipio ponendoci una serie di domande per fare chiarezza su alcuni punti relativi all’edificazione, dopo che erano sorti dei dubbi nell’autorità di vigilanza deputata a sorvegliare il rispetto della Legge sul mercato interno relativamente a un comunicato stampa della Città di settembre 2023». Quest’ultimo informava dell’apertura di alcuni concorsi per il cantiere, precisando che “gli appalti e i contratti di fornitura relativi al Pse vengono gestiti direttamente dal partner privato (ovvero Hrs, ndr) secondo procedure di diritto privato, a differenza degli usuali concorsi per aziende aperti dalla Città, sottoposti alle procedure previste dalla Legge sulle commesse pubbliche (LcPubb)”.
Ebbene, le verifiche effettuate dalla Comco hanno confermato che effettivamente «gli appalti pubblici del Pse non sottostanno alla LcPubb, in quanto secondo l’Accordo generale di partenariato pubblico-privato sottoposto sia al Consiglio comunale sia al referendum popolare, l’intera opera è stata appaltata ad Hrs. Un’esenzione che si applica unicamente ai contenuti della gara d’appalto originaria. Sembra un ossimoro ma è così: sono appalti pubblici che non sottostanno alla LcPubb». E cosa comporta? «Non c’è un obbligo di pubblicare appalti e delibere. Ma i controlli, lo ribadisco, sono garantiti».