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‘Su Eolo Alberti un’inchiesta privata e segreta’

Un’interpellanza dell’Mps solleva dubbi su una presunta indagine, precedente al suo arresto, sul sindaco di Bioggio e sulle sue attività

In sintesi:
  • I granconsiglieri Pronzini e Sergi interrogano il governo su una presunta inchiesta che già diversi mesi fa sarebbe finita sul tavolo del consigliere di Stato Norman Gobbi
  • La presunta indagine, se confermata, sarebbe secondo l’Mps in contrasto con la Costituzione federale e dunque un ‘grave caso istituzionale’
  • Chiesti anche lumi su chi sapeva cosa nel CdS e nella Lega negli ultimi mesi
Il sindaco di Bioggio
(Ti-Press)
31 agosto 2024
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Un’inchiesta, “privata e segreta”, su Eolo Alberti “e le sue faccende private”. Potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo la vicenda giudiziaria e politica che ha come protagonista il sindaco di Bioggio, arrestato il 9 agosto scorso a causa di presunte malversazioni ai danni di Hospita Suisse Sa, società attiva in ambito sanitario della quale era il direttore amministrativo prima di entrare nel Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc). Un’interpellanza del Movimento per il socialismo (Mps) riferisce infatti di voci “sempre più insistenti” su una presunta indagine parallela a quella ufficiale della Magistratura e antecedente a quest’ultima e all’arresto.

I vertici della Lega avevano convocato Alberti già mesi fa

Che la vicenda di Alberti abbia risvolti anche politici, oltre a quelli evidenti relativi alla sua posizione istituzionale nel Comune, è uno dei principali punti di discussione da ormai tre settimane. Ben presto è emerso infatti che all’interno della Lega dei Ticinesi le voci su presunte malversazioni si stessero rincorrendo da un po’, già da qualche mese prima dell’arresto. Voci arrivate anche all’orecchio del coordinatore del movimento, ovvero Norman Gobbi, che ha infatti ammesso di aver convocato Alberti per chiarire quelle che al consigliere di Stato sarebbero state presentate come “dispute societarie”. Il sindaco di Bioggio, sempre secondo Gobbi, avrebbe tuttavia negato l’esistenza di problemi. L’Mps aggiunge anche le dichiarazioni rilasciate dal vicecoordinatore leghista Gianmaria Frapolli, che altrettanto aveva confermato che le voci su Alberti erano arrivate ai vertici della Lega, ma spingendosi a definirle “possibili illeciti”.

Resto del governo informato sui dubbi?

L’atto parlamentare ricorda inoltre che l’inchiesta di Magistratura, condotta dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli e passata precedentemente per le mani del procuratore generale Andrea Pagani, è stata avviata dopo che la sezione della Polizia giudiziaria che si occupa dei reati economico-finanziari a giugno ha presentato un rapporto al pg. In mezzo a tutte queste informazioni, Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi ritengono necessario fare ordine, a cominciare dal punto di vista cronologico. Tra le domande poste al Consiglio di Stato (CdS), se Gobbi – in occasione dei dubbi sollevati al momento della nomina di Alberti nel Cda dell’Eoc – abbia o meno informato gli altri membri del governo delle voci che stavano girando sul suo conto, come pure della riunione interna alla Lega durante la quale Alberti è stato sentito. Si chiede poi se il rapporto della Polizia giudiziaria sia stato trasmesso anche al comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi e, in caso affermativo, se questo l’abbia trasmesso poi al direttore del Dipartimento delle istituzioni (Di), ossia Gobbi o al suo sostituto Claudio Zali. Infine, nel caso i vertici del Di siano stati a conoscenza del documento e delle ipotesi di reato che avrebbe potuto configurare, se siano stati informati gli altri membri del CdS.

‘Un grave caso istituzionale’

Ma è la seconda parte dell’interpellanza a chiedere lumi su aspetti ancora inediti, ovvero un presunto “mandato investigativo a un noto avvocato con l’obiettivo di svolgere un’inchiesta su Eolo Alberti e le sue faccende private”. L’idea di procedere in questo senso, sempre stando all’atto parlamentare, sarebbe venuta “già parecchi mesi fa a Norman Gobbi”, mentre l’inchiesta in questione “sarebbe terminata da diversi mesi ed esisterebbe un rapporto molto dettagliato consegnato, a quanto si dice, direttamente allo stesso consigliere di Stato”. Un fatto, se confermato, che per i granconsiglieri rappresenterebbe un “grave caso istituzionale che coinvolgerebbe politici, avvocati, funzionari e cittadini ignari”, in quanto sarebbe in contrasto con l’articolo 30 della Costituzione federale. Quest’ultimo dice infatti che “nelle cause giudiziarie ognuno ha diritto d’essere giudicato da un tribunale fondato sulla legge, competente nel merito, indipendente e imparziale. I tribunali d’eccezione sono vietati”.

Pertanto, l’Mps formula un’altra dozzina di domande per capire se queste presunte indiscrezioni siano confermate o meno. Si chiede, tra le altre cose, se Pagani e Borelli siano a conoscenza del suddetto rapporto “segreto” e se questo abbia un qualche tipo di legame con l’inchiesta ufficiale attualmente in corso “che parrebbe essere scattata da una non meglio precisata fonte di polizia”. Proprio a tal proposito, val la pena riferire di altre voci – stavolta non hanno a che vedere con l’atto parlamentare dell’Mps –, secondo le quali a segnalare Alberti sarebbe stato proprio un membro della Lega dei Ticinesi, persona attiva politicamente, del Luganese. Tornando all’interpellanza, Pronzini e Sergi desiderano sapere chi sarebbe il noto avvocato al quale sarebbe stata commissionata l’inchiesta “parallela”, se ci sarebbero dei granconsiglieri a conoscenza di queste indagini e quale sarebbe stato il loro ruolo, nonché se – nell’ambito di questa presunta indagine – vi sarebbero state riunioni in uffici dell’amministrazione pubblica, della polizia o delle direzioni dei Dipartimenti. Infine, si chiede se membri del Corpo di polizia, o di altri servizi dello Stato, siano stati interpellati o coinvolti a vario titolo nella presunta inchiesta privata.

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