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Equilibri sul ghiaccio, equilibrismi ‘per’ il ghiaccio

Complice l'inagibilità della pista di Prato Sornico, il rompicapo dell'estate è stato far quadrare le esigenze di tutti i club, dal pattinaggio all'hockey

La Siberia nuova versione
(F. Gervasoni)
20 agosto 2024
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Sul “ghiaccio” locarnese è come se si fosse scatenata la tempesta perfetta. Da una parte c’è una già ingolfata Siberia sotto i ferri per i lavori di copertura, e dall’altra l’impossibilità di far capo alla pista di Prato Sornico, punto di riferimento per l’intera Valle oltre che preziosissima valvola di sfogo per tutti i giovani discatori e pattinatori della regione, devastata dal disastro che a fine giugno ha investito l’Alta Vallemaggia.

«Nel giro di una notte siamo passati dall’interessante prospettiva di poter disporre a breve di una struttura coperta in più, pur con qualche disagio iniziale, a uno scenario da emergenza – osserva Fabio Ferraro, presidente del Club di Pattinaggio di Ascona e, soprattutto, persona a cui il Comune del Borgo ha affidato l’incarico di gestire l’occupazione del ghiaccio alla Siberia –. Un’emergenza che, purtroppo, non si esaurirà una volta agibile la pista di Ascona (dove la prima partita è in calendario per il 3 novembre o, qualora il cantiere dovesse chiudere prima, già il 26 ottobre, ndr), ma che ci porteremo appresso per diverse altre stagioni».

Già, perché se malgrado tutto le tessere del mosaico sono andate a posto, facendo capo pure agli altri impianti della regione (e non solo), il problema è destinato a ripresentarsi anche negli anni a venire... «Far quadrare tutte le tessere è stato un bel rompicapo, come fare un puzzle di migliaia di pezzi. E non è nemmeno finita, perché poi, una volta trovata la collocazione a ogni cosa, a causa della crescita dei movimenti, la richiesta di ghiaccio sarà ancora maggiore».

La cellula di crisi

La “cellula di crisi ghiaccio” si è attivata già la mattina successiva al disastro di fine giugno, «quando è stata organizzata una prima riunione d’emergenza alla presenza di tutte le società toccate dal caso, a cominciare dai Rivers (il progetto nato dalla collaborazione tra Ascona, Vallemaggia e Valle Verzasca). Da subito ci è stato chiaro che ci trovavamo di fronte a un problema enorme, e probabilmente anche impossibile da affrontare con le nostre sole forze. Una delle prime misure che assieme al coordinatore dei Rivers Claudio Simion, che mi ha assistito in questo immenso lavoro, e ai rispettivi allenatori responsabili abbiamo approntato è stata quella di creare una sorta di pool di riservazione del ghiaccio, in modo da poter rispondere alle esigenze di tutti gli attori coinvolti, senza tralasciare nessuno. Di conseguenza abbiamo definito, per priorità, come e dove dare ghiaccio a tutti, dai bambini fino agli adulti, così come e dove andare a chiederlo qualora non fosse stato possibile risolvere il rebus con ciò che avevamo a disposizione. La cosa incredibile, e che mi preme sottolineare, è che la rispondenza è stata eccezionale. Abbiamo ricevuto la mano tesa da praticamente tutto il Cantone, come pure da Varese: anche oltre confine si sono mobilitati per darci un colpo di mano e assecondare le nostre necessità. A volte riservando altrove una pista, altre pianificando degli allenamenti comuni tra le diverse squadre. Questo impegno corale, affatto scontato, mi ha davvero colpito».

Uno sforzo collettivo che, cosa altrettanto importante, ha permesso di trovare la quadratura del cerchio, dopo grande prova di... equilibrismo. «Alla fin fine ne è emerso un quadro che dovrebbe grossomodo accontentare tutti, dall’hockey al pattinaggio e al curling, senza tralasciare le ore di ghiaccio destinate al pubblico e quelle per le scolaresche della regione. È vero che potrà succedere che qualcuno si ritrovi a giocare una partita in orari inusuali, ma solo in rari casi e perché davvero non c’erano altre soluzioni».

Siberia agibile da fine ottobre

Da un cantiere all’altro... Da quello del gioco degli incastri di Fabio Ferraro e Claudio Simion a quello, in senso letterale, della copertura della Siberia, dove «secondo l’ultima stima sull’avanzamento dei lavori da parte del Comune dovremmo poter contare sulla pista in funzione per l’ultima settimana di ottobre o, al massimo, quella seguente, dunque grossomodo una-due settimane dopo il solito – fa il punto alla situazione il presidente dell’Hc Ascona Paolo Monotti –. La meteo non ideale in primavera ha un po’ rallentato i lavori, ma quel tempo perso è poi stato recuperato cammin facendo, di modo che siamo in linea con la tabella di marcia. Fra poco cominceremo con la posa delle balaustre e di quant’altro». C’è una data che Paolo Monotti (e non solo lui) ha segnato in rosso nella sua agenda: quella del 9 novembre: «Quello è il giorno che abbiamo previsto per la festa di inaugurazione della pista, e faremo in modo di essere pronti con tutto per quella data».

‘Un colpo durissimo’

L’inagibilità della pista di Prato Sornico ha logicamente avuto ripercussioni anche sulla società presieduta da Monotti... «È stato un colpo durissimo. In particolare per il nostro settore giovanile, che fa capo al raggruppamento Rivers, che avrebbe dovuto cominciare le sue attività in pista il 18 agosto sul ghiaccio di Prato Sornico. Le attività dei Rivers sono così state dirottate prima a Biasca e poi su altre piste. Per allentare un po’ la pressione sulla Siberia confidiamo che anche in Val Verzasca si possa cominciare la stagione invernale con un po’ d’anticipo rispetto al solito, dunque già verso metà settembre. Nel complesso, delle oltre 50 partite dei Rivers previste a Prato Sornico, i due terzi circa sono stati riprogrammati alla Siberia, un terzo circa a Sonogno e altre 4 a Faido. Alla Siberia si allenerà e disputerà le sue partite casalinghe anche la prima squadra del Vallemaggia. In questo senso un grande plauso va al Comune di Ascona, che di fronte a una situazione straordinaria come questa si è dimostrato molto disponibile nel trovare una soluzione adeguata, anche dal punto di vista logistico. Si sta ad esempio valutando di ricavare un ulteriore spogliatoio da un locale destinato a magazzino in modo da poter gestire al meglio il numero maggiore di squadre che faranno capo alla Siberia».

Un’area coperta da 1’800 metri quadrati

Il progetto, fortemente voluto dall’Hc Ascona, Club Pattinaggio Ascona e Curling Club Ascona, oltre a costituire un tassello fondamentale per la crescita della società, rappresenta anche un valore aggiunto per tutta la regione: «Oltre a essere ormai divenuto qualcosa di indispensabile per le società che fanno capo alla pista, questo tetto permetterà al Comune di disporre di una struttura coperta di 1’800 metri quadrati per tutto l’anno, e questo è sicuramente un’interessante risorsa logistica in più».

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