Questa la priorità per il presidente dell’Agenzia turistica ticinese Simone Patelli, tra richieste di annullamento e solidarietà degli ospiti
«Ogni camping ha fatto le proprie scelte su come reagire al maltempo che ha interessato il Sud delle Alpi in queste ultime settimane, se non mesi. Da chi ha permesso di annullare le riservazioni, a chi ha concesso agli ospiti di cambiare l’area di soggiorno». Simone Patelli, presidente dell’Agenzia turistica ticinese (Att), lo sa bene, per il turismo ticinese quest’anno non è iniziato con il piede giusto: «Già a partire dall’apertura dei campeggi per le vacanze di Pasqua – rievoca – abbiamo avuto un periodo molto brutto e freddo. I ponti seguenti non sono stati migliori, meteorologicamente parlando. E questo rappresenta un elemento chiave per un settore come il campeggio che si rifà a un turismo molto mobile».
È stata poi la fase del forte maltempo, prima in Mesolcina e poi in Vallemaggia. «Dalla chiusura dell’A13, riaperta poi in tempi da record, – rileva Patelli – sono arrivate le prime richieste di annullamento da ospiti spaventati. Siamo riusciti in parte a tamponare la situazione, ma non è facile». Di più. «I campeggi sul lago Maggiore – prosegue il presidente dell’Att – hanno avuto non pochi disagi legati al nubifragio in Vallemaggia, che ha portato nel lago di nuovo tantissimo legname, con la conseguente paura per gli ospiti e sulla qualità del loro soggiorno. Il divieto di balneazione e la poca chiarezza sulle zone interessate ha fatto sì che i turisti si spaventassero ulteriormente». A non aiutare, per Patelli, la copertura mediatica d’Oltralpe dei disastri in Mesolcina e in Alta Vallemaggia: «Alcune testate d’oltre Gottardo hanno insistito molto sul ‘Lago della morte’ e sul divieto di balneazione. Dispiace un po’ perché è arrivata un’informazione sbagliata al turista».
Che fare dunque per migliorare la situazione? «Un grande investimento da parte di tutti – afferma Patelli – è sicuramente quello di cercare di mantenere il più pulito e sicuro possibile l’accesso delle rive e delle spiagge. Un lavoro intenso, nonostante ormai il lungolago non sia stato particolarmente accogliente per l’inizio della stagione estiva». In Vallemaggia, osserva, «le conseguenze del maltempo sono state maggiori. La paura rispetto a quanto successo rende evidentemente difficile far tornare gli ospiti». In altri termini, riassume Patelli, «al momento sono pochi gli elementi che possono farci dire che la stagione estiva sia veramente cominciata».
Oltre alla manutenzione dei sedimi, la comunicazione può giocare un ruolo centrale. «Una comunicazione attiva e positiva – evidenzia il presidente dell’Att – permette di dare consigli efficienti su come raggiungere il Ticino e su come comportarsi». E chiarisce: «La fortuna del campeggiatore è che spesso può viaggiare scegliendo gli orari che preferisce. Ragione per cui nel settore c’è chi ha permesso degli arrivi anticipati e delle partenze posticipate senza supplemento, in modo da andare incontro al cliente evitando che viaggiasse negli orari di punta. È importante comunicare, e comunicare in maniera positiva e trasparente, senza esagerare con gli allarmismi ma anche senza vendere ciò che non c’è. Il Ticino è accessibile come lo era negli anni scorsi. La priorità ora è dare un’immagine di nuovo positiva per ripartire».
Una buona comunicazione può aiutare anche a gestire la clientela. «Le richieste degli ospiti in questi periodi specialmente delicati – riprende Patelli – possono essere particolari. C’è chi chiede di annullare, chi di avere una percentuale di rimborso legata al disagio di non poter usufruire in maniera completa di quello a cui credeva di avere diritto, chi invece vuole venire a dare una mano. C’è di tutto, dal più arrabbiato a chi è comprensivo e sensibile».
Si comincia forse a vedere una luce in fondo al tunnel. «Con l’inizio delle vacanze in tutti i cantoni svizzeri – nota il presidente dell’Att – i campeggi iniziano ad avere una buona occupazione. Alcuni sono già pieni, altri ci si avvicinano. Speriamo che, malgrado un inizio anno complesso, ora la situazione si stabilizzi dando un po’ di tranquillità al settore e agli ospiti».
La tendenza è quella di destagionalizzare il turismo ticinese così da renderlo il meno meteo-dipendente possibile. Per Patelli, «è un cambiamento che richiede tantissimo tempo. Piano piano si stanno facendo investimenti per attività e attrazioni non solo per il bel tempo, ma per qualsiasi momento. Penso alla cultura, che ha puntato molto in questa direzione, come pure ai centri balneari o agli impianti di risalita. Il Ticino non è ancora percepito turisticamente come una città che si visita in egual misura durante tutto l’anno, ma si lavora per diversificare l’offerta».
Il cambiamento climatico tende a rendere le precipitazioni più intense e più frequenti in Svizzera dal 1901. A rilevarlo uno studio di MeteoSvizzera che indica come i versanti nord e sud delle Alpi, nonché il nord-est del Paese, siano le zone più interessate dal fenomeno. Questa tendenza è invece piuttosto debole nelle Alpi, in alcune parti della Svizzera romanda e nel centro-sud del Ticino. In media, i forti rovesci giornalieri sono oggi più intensi dell’11% rispetto all’inizio del ventesimo secolo. Mentre le precipitazioni abbondanti che si verificano quasi quattro volte all’anno sono in media il 25% più frequenti rispetto all’inizio del secolo scorso.
Lo studio ha anche analizzato le precipitazioni intense di durata compresa tra dieci minuti e cinque giorni tra il 1981 e il 2023. L’intensità delle precipitazioni brevi – che durano da dieci minuti (+4,7% per decennio) a sei ore (+2,4% per decennio) – è aumentata in modo significativo. La loro frequenza, tuttavia, non è cambiata di molto.