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Sorte rimarrà off limits due anni per i venti sfollati

Tecnici e autorità di Lostallo hanno fissato le priorità, a cominciare dalla sicurezza geologica. Stop definitivo alle ricerche dell’ultimo disperso

Il nucleo di Sorte dopo la colata del 21 giugno
(Ti-Press)
4 luglio 2024
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Si potrà ricostruire Sorte? Si potrà tornare a vivere a Sorte? Si potrà di nuovo transitare, a Sorte? E con quale grado di sicurezza? Se lo chiedono in molti: la Svizzera italiana commossa per le pesantissime conseguenze del disastro che il 21 giugno ha colpito la Mesolcina; e i proprietari degli immobili presenti (alcuni non più, perché rasi al suolo) nel piccolo nucleo a sud di Lostallo. Il cui sindaco Nicola Giudicetti, insieme ai colleghi di Municipio, da due settimane segue da vicino le valutazioni dei tecnici impegnati nei rilievi geologici, nella ricerca delle concause e nelle prime valutazioni e ipotesi su ciò che si potrà fare o non fare nella frazione dove hanno perso la vita tre persone: due, ricordiamo, sono state ritrovate settimana scorsa nel fiume Moesa alcuni chilometri più a sud, una terza risulta ancora dispersa e proprio oggi si sono concluse ufficialmente le operazioni di ricerca: «Abbiamo nuovamente perlustrato alcuni punti nella Moesa, anche partendo da una segnalazione che si è poi rivelata negativa. Le ricerche sono quindi terminate in via ufficiale», ci spiega il comandante del Corpo pompieri Bassa Mescolcina Giovanni Cadlini. Le vittime sono l'ex municipale Aldo Bianchi, di cui si è tenuto sabato il funerale, e i coniugi Laura e Paolo Butz.

Su quanto si potrà o non si potrà fare e realizzare a Sorte, «le valutazioni non sono ancora giunte a un risultato e richiederanno parecchio tempo», rileva Nicola Giudicetti alla ‘Regione’. A proposito di tempistica, «l’ultimo aggiornamento comunicatoci proprio ieri dagli ingegneri incaricati delle verifiche, è che i circa venti sfollati da Sorte dovranno attendere un paio d’anni prima di sapere se potranno ripristinare e rioccupare le loro proprietà, o se non potranno farlo del tutto. Glielo abbiamo spiegato e al momento possono recarsi sul posto unicamente per portare via quanto ritengono necessario. Sarà, per loro, un periodo purtroppo lungo. Alcuni sono domiciliati, altri proprietari di case di vacanza». Sorte rimarrà insomma off limits ancora a lungo.

Si tratta del tempo necessario, punto primo, a ricostruire la dinamica del disastro. Ossia a stabilire nel dettaglio, ad esempio, se e quanto abbia influito la presenza in quota di moltissima neve in fase di scioglimento; e com’è stato possibile che il riale Molera in piena sia uscito dal suo tracciato originario, che aggirava l’abitato a monte, e abbia letteralmente ‘tirato giù dritto’ spazzando via tutto quanto ha trovato sul percorso. Punto secondo, parallelamente bisogna ristabilire la viabilità sulla strada cantonale: i lavori di sgombero sono in corso e combaciano con i rilievi geologici relativi al rischio di ulteriori crolli. Saranno perciò piazzati speciali sensori sulla montagna collegati a un sistema semaforico per la gestione del transito.

Punto terzo, che è quello più complicato: stabilire se il riale Molera può essere reincanalato nel suo tragitto originale, se l’aggiornamento delle carte di pericolo porterà a confermare l’attuale zona blu (possibilità di edificare condizionata alla posa di opere di premunizione) o se il comparto, tutto o una parte, sarà trasformato in zona rossa con divieto assoluto di ristrutturare e costruire altre case. In tal caso la strada cantonale richiederà comunque opere di premunizione. E qui si apre il sottocapitolo delle varianti possibili, perché bisognerà stabilire quali ripari sono indispensabili e con quale impatto sul terreno a livello realizzativo e di impegno finanziario. Per il quale, come già spiegato ieri, il Cantone ha garantito una copertura dell’80% (anziché il canonico 50) che potrà raggiungere il 90 in caso di protezione anche delle vie di comunicazione.

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