L'esecutivo replica ad Ay e Lucchini sul mandato ad interim assegnato a inizio gennaio. A breve messaggio municipale e concorso pubblico
Il numero delle cremazioni in forte diminuzione non giustifica un investimento pubblico per sostituire il forno crematorio comunale, giunto ormai a fine corsa. A partire dallo scorso 1° gennaio, il Municipo ha dunque affidato la gestione ad interim, “nel rispetto delle disposizioni della Legge sulle commesse pubbliche”, alla società Crematorio Sa Bellinzona e Valli. Questo in attesa del licenziamento di un apposito messaggio municipale (entro fine luglio) che darà avvio a un concorso pubblico per la messa in locazione degli spazi, condizionata alla realizzazione da parte della ditta aggiudicataria di un nuovo forno. Il resto del centro funerario al cimitero di Bellinzona (sala cerimonie, camere mortuarie, servizi accessori) continuerà invece a essere gestito dal Comune. Per i cittadini non cambierà nulla e, per quanto possibile, nel bando di concorso l'esecutivo terrà conto del fatto che oggi i domiciliati sul territorio comunale beneficiano di un prezzo agevolato.
Confermando quanto già anticipato a laRegione dal sindaco Mario Branda, il Municipio di Bellinzona ha risposto all'interrogazione dei consiglieri comunali comunisti Massimiliano Ay e Alessandro Lucchini (appartenenti al gruppo Unità di sinistra), i quali, parlando di “esternalizzazione a un’azienda privata di quello che fino alla fine dello scorso anno era un servizio pubblico”, chiedevano perché e con che modalità la gestione del forno crematorio comunale è stata affidata, a partire dallo scorso 1º gennaio, alla Crematorio Sa Bellinzona e Valli (società fondata da sei imprese di pompe funebri locali). “Nessuna decisione o deliberazione definitiva è stata presa se non quella di non realizzare in proprio un nuovo forno”, risponde l'esecutivo, ribadendo la provvisorietà della gestione attuale e l'imminente arrivo di un messaggio municipale per l'apertura di un concorso pubblico che darà dunque l'occasione al Consiglio comunale di discutere sul tema.
Nel motivare la scelta di non voler investire per sostituire il forno, il Municipio parla di uno squilibrio tra il numero di centri di cremazione esistenti in Ticino (in totale cinque: Bellinzona, Carasso, Lugano, Chiasso e Riazzino, ovvero il 16% dei 31 crematori in Svizzera) e il numero di decessi a livello cantonale (il 5% rispetto al totale nazionale). Per quanto riguarda il forno comunale di Bellinzona, se già l'apertura nel 2001 del forno a Riazzino aveva drasticamente ridotto il numero delle cremazioni (da una media di 881 all'anno si era passati a 535), l'esecutivo segnala soprattutto che dall'apertura nel 2022 del forno a gestione privata a Carasso, il numero delle cremazioni è sceso a 390 nel 2023, e le previsioni per il futuro parlano di un'ulteriore diminuzione. “Con una media di 330 cremazioni l'anno – scrive il Municipio nella risposta –, il crematorio comunale risulterebbe essere il penultimo a livello nazionale per numero di cremazioni. Il più piccolo è Davos con 235 cremazioni, mentre il più grande è Zurigo con 7'000 cremazioni l'anno”.
Quanto all'osservazione dei consiglieri comunali riguardo all'iscrizione a registro di commercio della Sa, datata 22 gennaio 2024, il Municipio risponde che “considerate le tempistiche strette e la necessità di dare continuità al servizio (ritenuta, pure, l'assenza per malattia di lunga durata dell'addetto comunale), il mandato è stato conferito ad inizio anno”, mentre “la delibera è stata formalizzata successivamente”.
In definitiva, per il Municipio “il mercato ticinese è condizionato da un evidente sovradimensionamento del numero di forni crematori: considerata l'impossibilità di controllare autonomamente l'afflusso di salme, i costi di gestione e la, tutto sommato, limitata portata del servizio”, si è dunque deciso di rinunciare all'investimento di circa due milioni di franchi. “Ciononostante – replicano i due consiglieri comunali con una seconda interrogazione – c’è una ditta privata, a cui il Municipio ha dato un mandato diretto, che è disposta a procedere con questo investimento che l’ente pubblico considera però ineconomico. Non è un controsenso?”.
Evidentemente non soddisfatti delle risposte ricevute, nel secondo atto parlamentare (sostenuto dall'intero gruppo Unità di Sinistra in Consiglio comunale), Ay e Lucchini tornano alla carica sulle modalità del mandato ad interim. Ciò che aveva fatto drizzare le antenne ai consiglieri comunali comunisti era stata l’indicazione della Sa sul proprio sito web, presente fino almeno al 22 marzo e successivamente scomparsa, di aver ripreso la gestione del crematorio comunale di Bellinzona, senza indicare che si trattasse di una decisione provvisoria. Forse un errore di comunicazione, che non è sfuggito ad Ay e Lucchini. “È prassi normale – scrivono nella seconda interrogazione – che il Comune affidi la gestione di una sua proprietà a una società anonima privata non ancora formalmente costituita (statuti del 15 gennaio) e nemmeno iscritta, a quel momento, a registro di commercio (iscrizione del 22 gennaio)?”. E ancora: “Il Municipio ha affidato la gestione delle cremazioni al crematorio comunale ad aziende private già nel corso del 2023 e non solo dal 1° gennaio 2024? Se sì per quale motivo?”. Sul fatto di aver optato per un mandato di prestazione, a far tempo dal 1° gennaio 2024, secondo il Municipio “nel rispetto delle disposizioni della Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb)”, Lucchini ed Ay chiedono se la LCPubb sia stata effettivamente rispettata, visto che “indica quale valore della commessa, senza computo dell’IVA, un importo massimo di 150’000 franchi?”. Chiedono inoltre se “la locazione di un bene pubblico non dovrebbe sottostare all’art. 167 della Legge organica comunale piuttosto che alla LCPubb?”.