Appena eletti, il presidente e la responsabile della strategia dei Giovani Udc sono nell’occhio del ciclone. Abbiamo tracciato il loro profilo
Piazza federale, 15 marzo 2016: lancio dell’iniziativa popolare per il divieto di dissimulare il viso. Cinque uomini vestiti di nero posano a fianco del consigliere nazionale dell’Udc Walter Wobmann. Solo il ‘padre’ delle iniziative anti-minareti e anti-burqa e il presidente dei Giovani Udc Anian Liebrand sono a volto scoperto. Due hanno passamontagna e occhiali scuri, fanno gli estremisti di sinistra; altri due indossano una specie di burqa. A un tratto uno di loro si toglie l’abito, svelando una finta cintura esplosiva collegata a un finto detonatore, che il giovane uomo – capelli biondi pettinati all’indietro – brandisce sollevando il braccio destro. Il ‘Burka-Bomber’ (‘Blick’) è Nils Fiechter, presidente dei giovani democentristi di Frutigen. Ha 19 anni.
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Nel 2016, in versione ‘Burka-Bomber’
Otto anni dopo, il bernese è il presidente dei Giovani Udc svizzeri. Non fa in tempo ad essere eletto che già finisce nell’occhio del ciclone, assieme alla neoresponsabile della strategia del partito (nonché sua partner, secondo la ‘Nzz am Sonntag’) Sarah Regez. A loro viene rimproverato di non smarcarsi in maniera chiara dall’estrema destra (vedi sotto). Un sintetico ritratto dei due rampanti democentristi che vogliono “riconquistare la Svizzera” (Fiechter) e che non esitano a parlare di ‘remigrazione’ (Regez).
Il 27enne Nils Fiechter è nato a Thun, ha doppio passaporto (la mamma è canadese) ed è cresciuto nell’Oberland bernese. Di formazione impiegato di commercio, dal 2019 è impiegato presso l’amministrazione comunale di Oberwil im Simmental (Be). La sua carriera politica (ben documentata in una ricca galleria fotografica sul suo sito web) comincia presto. A 17 anni assume la carica di presidente dei Giovani Udc del circondario di Frutigen-Niedersimmental. Nel 2017 viene eletto co-presidente dei Giovani Udc del canton Berna, unitamente ad Adrian Spahr. Nel 2020 entra nella direzione dei Giovani Udc svizzeri. Ricopre la funzione di responsabile della strategia dei giovani democentristi fino allo scorso 9 marzo, quando viene eletto alla presidenza del partito giovanile. Nel novembre dello scorso anno subentra nel Gran Consiglio bernese a Thomas Knutti, neoeletto al Consiglio nazionale. Fiechter è pure membro di diverse associazioni della galassia della destra nazionalista, come Pro Libertate, l’Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente (Asni, fino al 2023), Pro Schweiz e il Comitato di Egerkingen (all’origine delle iniziative popolari menzionate in entrata).
Il giovane mostra da subito un’inclinazione per la provocazione. Nel corso degli anni farà parlare di sé più per le sue vicissitudini giudiziarie che per le sue idee politiche. La Procura bernese, chiamata in causa da un privato cittadino, non lo incrimina per la scenetta sulla Piazza federale. Ma presto deve tornare ad occuparsi di lui e del suo compare Spahr. Prima per una denuncia (rivelatasi subito infondata) per ‘partecipazione attiva al traffico di esseri umani’ sporta nei confronti della presidente della Gioventù socialista Tamara Funiciello. Quindi per una caricatura intitolata ‘Eleggere candidati Giovani Udc-Evitare piazze di transito per zingari’.
L’illustrazione, postata su Facebook e sul sito dei Giovani Udc bernesi prima delle elezioni cantonali del marzo 2018, mostra uno svizzero vestito con un costume tradizionale che si tappa il naso davanti a un mucchio di spazzatura accanto a un insediamento di roulotte; sullo sfondo, una persona di carnagione leggermente scura fa i propri bisogni all’aperto; in calce, la scritta ‘Diciamo NO alle aree di sosta per zingari stranieri’. Il Ministero pubblico bernese condanna i due con un decreto d’accusa per discriminazione razziale. Appello su appello, si arriva a Losanna. Nel marzo 2022 il Tribunale federale conferma la condanna di Fiechter e Spahr.
Da allora il duo non si fa più notare dal grande pubblico. Fiechter torna sotto i riflettori lo scorso agosto, quando alla Swiss Life Arena di Zurigo – assieme a Sarah Regez – arringa i partecipanti all’evento che dà il ‘la’ alla campagna elettorale dell’Udc Svizzera. Poi, un mese fa, l’elezione a presidente nazionale dei Giovani Udc. Pochi giorni prima aveva presentato una mozione in Gran Consiglio che chiede di introdurre corsi di tiro obbligatori per gli alunni di scuola media.
La 30enne Sarah Regez è originaria di Sissach, Basilea-Campagna. Di formazione è maestra di scuola elementare. Dal 2019 studia diritto e scienze politiche all’Università di Basilea. Entra in politica due anni fa. Diventa social media manager dell’Udc cantonale, poi entra nel comitato direttivo della sezione dei Giovani Udc. Lo scorso anno si candida per il Consiglio nazionale. Per poco non viene eletta: arriva al quinto posto assoluto, alle spalle dei quattro consiglieri nazionali uscenti che si ripresentavano, davanti sia al presidente cantonale dell’Udc Dominik Straumann che a due deputati al Gran Consiglio ben più noti di lei. Il suo slogan: “Dico quello che voi pensate”.
Regez in effetti si profila – anche sui ‘social’ – grazie a un discorso polarizzante, dai toni energici, a tratti aggressivi. Non esita a utilizzare lo scomodo termine ‘remigrazione’ (la teoria, in voga negli ambienti dell’estrema destra, che caldeggia il trasferimento nel loro Paese d’origine di richiedenti asilo, immigrati irregolari e stranieri non integrati), affermando in sostanza (e non ha tutti i torti nel farlo) di mettere semplicemente un’etichetta alle ricette anti-immigrazione dell’Udc Svizzera. La giovane politica punta anche il dito contro una classe politica che avrebbe ‘rubato’ la Svizzera al popolo. E parte lancia in resta – con cartelloni che fanno scalpore – contro il ‘Gender-Gaga’ nelle scuole, combattuto con un’iniziativa popolare volta a “proteggere i bambini” dal “mostro gender” che propugna l’uso di una lingua tedesca inclusiva, nella quale proliferano schwa e altri segni tipografici che tengono conto dei vari generi.
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‘Dico quello che voi pensate’: lo slogan della candidata Udc basilese
«Democrazia significa che è possibile confrontarsi con altre opinioni», afferma in un video su TikTok Sarah Regez, convinta che «una persona deve essere giudicata per quello che dice, non per quello che ascolta». I contenuti e i toni del suo messaggio non vanno a genio a tutti persino all’interno del suo partito. Ma i vertici dell’Udc Svizzera non si sono sbilanciati finora sulle problematiche frequentazioni politiche della basilese (vedi sotto). Lo ha fatto la nonna Marie, dalle colonne del ‘Blick’: “La sua posizione per me è incomprensibile” ha detto la 77enne, ex politica del Ps, che già lo scorso autunno, in una lettera aperta, aveva invitato la popolazione a non dare il voto alla nipote, da poco meno di un mese – così si legge sul suo profilo Linkedin – ‘Head of Strategy’ (eccola la tanto glorificata, pura lingua tedesca…) e membro della direzione dei Giovani Udc svizzeri.
A metà marzo, la polizia argoviese ha impedito lo svolgimento a Tegerfelden (Ag) di una conferenza di Martin Sellner. Il noto leader del Movimento Identitario, fautore della ‘remigrazione’, era stato invitato dal gruppo di estrema destra ‘Junge Tat’ (quelli che lo scorso autunno avevano srotolato uno striscione con la scritta ‘Migrants go home!’-‘Migranti a casa!’ su una delle torri di Castelgrande a Bellinzona). I Giovani Udc argoviesi hanno espresso solidarietà con l’austriaco, attirandosi dure critiche. In seconda battuta, la sezione ha preso le distanze dall’estrema destra. Poco dopo però il ‘SonntagsBlick’ ha rivelato che Sarah Regez – responsabile della strategia dei Giovani Udc svizzeri – ha partecipato a una riunione segreta con Sellner, alla quale erano presenti anche membri del gruppo radicale ‘Junge Tat’. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sei sezioni cantonali svizzerotedesche dei Giovani Udc hanno preso le distanze dai raggruppamenti estremisti, chiedendo alla basilese di ritirarsi per il momento dalle proprie funzioni, in attesa che i fatti vengano chiariti. L’indomani, anche le sezioni giovanili degli altri partiti hanno esortato i loro colleghi democentristi “a prendere le distanze dai contenuti e dalle persone di estrema destra”. Giovedì, all’emittente online Hoch 2, il presidente Nils Fiechter ha denunciato un attacco politico-mediatico contro i Giovani Udc, l’Udc e la sua persona, ribadendo la difesa della libertà d’opinione ma affermando che «non abbiamo niente a che fare con l’estremismo». In un video postato su Tiktok, Regez ha definito «antidemocratico» e di «sinistra radicale» la teoria secondo la quale non si possa parlare con certe persone o di certi argomenti.