Disdetta del rapporto di lavoro per 7 persone al nosocomio collinare, confrontato con perdite cumulate per un totale di oltre 3 milioni di franchi
Sette licenziamenti alla Clinica Varini di Orselina. Riguardano l’animazione, il servizio tecnico, il settore infermieristico e anche quello del servizio bar, che da quest’estate non sarà più in funzione, minando così l’importante funzione sociale e aggregativa finora ricoperta dalla mescita situata al sesto piano dello stabile.
La “mini rivoluzione” in corso nel nosocomio collinare ha origine nelle ingenti perdite accumulate nel corso degli ultimi esercizi: si parla di deficit complessivi superiori ai 3 milioni di franchi, maturati soprattutto a causa di “fattori strutturali negativi”, come aveva spiegato al nostro giornale il presidente del Consiglio di fondazione, Giorgio Pellanda. In particolare, “quelli pianificatori cantonali che hanno sconvolto l’equilibrio finanziario della Clinica”. Già nel corso del 2021, aveva aggiunto l’ex direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale, “preso atto dei disavanzi ormai strutturali, il Consiglio di fondazione aveva contestato all’allora direttore l’assenza di qualsiasi proposta di misure incisive di risanamento e una sua preoccupante ‘rassegnazione’ per il futuro, invitandolo poi imperativamente, nel maggio del 2022, a dimostrare la sua capacità di assumere il ruolo di direttore”. Appello che era caduto nel vuoto, inducendo l’ex direttore a rassegnare le dimissioni per fine gennaio ’23.
Non bastassero le cause strutturali, all’ex Direzione possono venire imputate leggerezze gestionali, di cui l’attuale direttore, Martin Hilfiker, aveva parlato apertamente nel corso di un plenum con gli impiegati. Hilfiker aveva fatto riferimento a “pranzi, cene, regali, favoritismi, inventari di medicamenti non fatti, prestazioni e medicamenti non fatturati”. Manchevolezze che per altro non dovrebbero determinare conseguenze penali per nessuno.
A fronte di una situazione economica particolarmente complicata, era stata avviata un’approfondita analisi dei costi, che aveva portato a uno snellimento della massa salariale: oltre a non rinnovare alcuni contratti a termine, nella prima metà di marzo erano state registrate le partenze di 8 collaboratori, che si aggiungevano a quelle di quadri e figure di riferimento della clinica (in parte sostituiti) come la responsabile amministrativa, il capo delle cure e precedente direttore ad interim, il responsabile della farmacia, le responsabili della qualità e della contabilità, nonché una segretaria amministrativa. Ora, come accennato, si aggiungono 7 licenziamenti; taluni, seguendo modalità che sono state criticate al di là del danno intrinseco: collaboratori di lunga data cui sono stati concessi i tre mesi, ma che sono stati accompagnati alla porta.
Contattato da ‘laRegione’ per un commento su quanto continua ad accadere alla Varini nel tentativo di ritrovare la stabilità economica, il direttore Martin Hilfiker ricorda che «negli ultimi sei anni la Clinica Fondazione Varini ha cumulato perdite per 3,3 milioni di franchi. Tale importo è il risultato di spese che, nel tempo, si sono rilevate superiori alle entrate. Da un lato le tariffe sono rimaste invariate e non coprono più i costi, dall’altro gli effettivi del personale sono rimasti quelli impiegati fino al 2017, senza esser stati adeguati ai nuovi mandati di prestazione».
Hilfiker era entrato in carica nell’ottobre dello scorso anno. Da lì in poi «abbiamo proceduto a un’accurata analisi delle spese, che sono risultate superiori ai finanziamenti previsti dai mandati di prestazione sottoscritti con il Cantone. Bisogna considerare che oltre l’82% dei nostri costi totali è dato dalle spese per il personale, su cui inevitabilmente sono dovuto intervenire. In questi mesi non sono stati rinnovati alcuni contratti a termine e ci sono state alcune partenze spontanee, che fanno parte di un normale avvicendamento del personale».
Il direttore conferma poi che «i licenziamenti sono stati sette» e precisa che «diversi collaboratori hanno già trovato un nuovo impiego, prima ancora che terminasse il loro periodo di preavviso». Quanto a eventuali ulteriori misure di contenimento delle spese (leggi licenziamenti), non possono essere esclusi e «dipenderanno dalle imminenti decisioni di riequilibrio finanziario del Cantone per il 2024 e il 2025, che confluiranno nei nuovi contratti di prestazione».
Ovviamente, ogni interruzione del rapporto di lavoro ha una storia, ma da qualunque parte la si guardi porta conseguenze pesanti: «Si è trattato di decisioni difficili ma inevitabili per creare i presupposti affinché sia garantito un solido futuro alla clinica e agli oltre 150 collaboratori che ci lavorano – commenta Hilfiker –. Grazie alla loro professionalità è stato possibile prendersi cura con impegno e dedizione dei numerosi pazienti, in oltre 50 anni di attività; così sarà anche in futuro». Sottolinea il direttore che «i collaboratori sono stati informati con trasparenza sulla situazione e sull’obiettivo di portare a breve i conti in pareggio. Sono in corso regolari incontri con il personale e sono già in agenda appuntamenti con i sindacati». Da nostre informazioni, un primo incontro con i rappresentanti sindacali della Vpod è programmato per il 19 aprile.
La conclusione di Hilfiker è che «la situazione non è certamente di facile gestione e per questo motivo la Clinica Varini è chiamata a un esercizio di massima concentrazione. È chiaro che vi sono contingenze dolorose, ma su tutto devono emergere valori imprescindibili come la garanzia di cure di qualità a costi più sostenibili, la professionalità, la trasparenza e, non da ultimo, un cospicuo numero di posti di lavoro che saranno assicurati anche in futuro».