laR+ Mendrisiotto

Due vite ai margini. Finisce nel sangue

Sarebbe legato al mondo delle dipendenze l'assassinio di un 50enne nella sua casa di via Pestalozzi a Chiasso. Arrestato un 27enne

Specialisti della Scientifica al lavoro
(Ti-Press/Francesca Agosta)

È morto per le ferite provocate da un'arma da taglio il 50enne cittadino svizzero trovato senza vita poco dopo le 7 di ieri mattina in un appartamento di via Pestalozzi, a Chiasso. Un fatto di sangue che ha scosso l'intero quartiere di Boffalora. La Polizia cantonale ha fatto sapere di avere arrestato un 27enne cittadino somalo, domiciliato nel Mendrisiotto. Un fermo avvenuto “a seguito anche di una segnalazione”, poco dopo i fatti. L'inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas è per assassinio, in via subordinata omicidio intenzionale. Gli approfondimenti sulla dinamica dei fatti proseguono attraverso i rilievi tecnico-scientifici, la ricerca di tracce forensi e la raccolta di testimonianze. Una delle ipotesi più accreditate è che il delitto sia maturato nell'ambiente degli stupefacenti. Sia la vittima che il suo presunto assassino erano infatti conosciuti dalla polizia per i loro problemi di dipendenza. E non solo: stando alla Rsi il 27enne era già stato rinviato a giudizio davanti alle Assise criminali per aggressione. L'uomo era stato arrestato nel luglio scorso per due episodi avvenuti nel febbraio 2022 e gennaio 2023 in una discoteca di Lugano. In agosto è stato scarcerato e nei suoi confronti sono state ordinate misure sostitutive all'arresto.

La ‘confessione’ a una passante

Stando a informazioni raccolte sul posto, l'allarme è stato lanciato dopo che una persona con un coltello in mano sarebbe stata vista uscire da un appartamento e avrebbe detto a una passante intenta a portare a spasso il suo cane di avere ucciso una persona. Nella zona non sarebbero state avvertite urla o altri rumori tali da far pensare a un drammatico epilogo. Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia comunale di Chiasso, nonché i soccorritori del Servizio Autoambulanza Mendrisiotto (Sam) che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo. L'area è stata subito isolata per permettere agli specialisti della Scientifica di iniziare i rilievi. Nel perimetro è stata inclusa anche la piccola chiesetta di Sant'Anna. Diverse testimonianze hanno indicato che l'aggressore abbia atteso l'arrivo della polizia seduto sul muretto antistante all'edificio, dove gli agenti della polizia lo avrebbero ammanettato. Sul posto è intervenuto anche il Care Team.

‘Era una persona buona’

La presenza delle pattuglie di polizia e la zona isolata hanno attirato l'attenzione di numerosi passanti e la voce della morte del 50enne, attivo fino a qualche anno fa nei City Angels e quindi volto molto conosciuto a Chiasso, si è diffusa in poco tempo. Nonostante la pioggia battente, diversi passanti ci hanno chiesto informazioni e anche chi ha incontrato la vittima ancora la sera prima della sua morte «è incredulo». Una persona che lo conosceva da 4-5 anni ci ha descritto la vittima come «una persona buona, ma dipendente dalla droga e molto fragile. Di recente mi aveva chiesto aiuto per lo sgombero dell'officina del padre, deceduto poco tempo fa». Riguardo a un possibile movente legato al mondo delle sostanze stupefacenti, l'amico aggiunge che «la zona sta diventando poco raccomandabile». Il gerente del vicino bar aggiunge di «non avere mai visto movimenti strani legati alla droga». Ultimamente il 50enne «si aiutava con una stampella: diceva di avere problemi alla schiena e che doveva essere operato». Alla sera «capitava di vederlo girare in piazza mentre cercava il suo gatto». In un altro ritrovo pubblico ci raccontano che «lo vedevamo 1-2 volte a settimana, ultimamente sembrava stare un po’ meglio». In passato l'uomo ha provato a curare le sue dipendenze in almeno un paio di occasioni. Un'altra voce raccolta indica invece che il 50enne abbia disdetto l'intervento per un trasloco per problemi economici.

‘Non neghiamo il problema, che rimane ridotto’

Interpellato da laRegione in seguito alla problematica che ci sarebbe nel quartiere Boffalora, il capodicastero Socialità Stefano Tonini spiega che «il Municipio è molto attento alle tematiche relative al consumo di sostanze illegali e a tutto quello che ruota attorno. Già da diversi anni abbiamo infatti instaurato una forte collaborazione con Ingrado che ha stabilito proprio a Chiasso la sua sede per il Mendrisiotto». Quello in corso «è un lavoro che coinvolge diversi attori: Servizi sociali, Ingrado, Polizia comunale e cantonale e altri partner». L'attività si sviluppa su tre fronti. «In primo luogo – aggiunge Tonini – c’è la prevenzione. Cerchiamo per esempio di sensibilizzare la popolazione e in particolare i giovani sugli effetti dovuti al consumo e/o abuso di sostanze psicotrope od offriamo percorsi alternativi con attività per strutturare le giornate e reinserirsi nel contesto socio-lavorativo. In secondo luogo proponiamo interventi sulla riduzione del danno messi in campo sia con i Servizi sociali che con gli operatori di Ingrado; mentre un terzo intervento è maggiormente di controllo e repressione con la polizia». A Chiasso «non neghiamo il problema, che rimane in ogni caso ridotto rispetto ad altre realtà del territorio ticinese – conclude Stefano Tonini –. La lotta contro il consumo di queste sostanze resta senza dubbio, per la nostra città come per gli altri centri, una sfida che dovremo affrontare in futuro».

La capodicastero Sicurezza pubblica Sonia Colombo Regazzoni è rimasta scossa dalla notizia. «Conoscevo personalmente la vittima – conferma da noi raggiunta –. E posso dire che in tanti abbiamo provato ad aiutarla. È triste, quindi, constatare che non ci siamo riusciti. Posso dire, però, che era una brava persona. Anche se poi è entrato in un brutto giro. Devo confessare che sono molto toccata da quanto accaduto».

La testimonianza

Per tutti era ‘Wolf’

Per i suoi amici ‘angeli’ era ‘Wolf’. Come soprannome, quando era entrato nei City Angels di Chiasso, nel febbraio del 2019, aveva scelto infatti proprio quel nomignolo, ‘lupo’. Un impegno, quello con l’associazione, che aveva preso sul serio, sino a diventare responsabile operativo e a essere riconosciuto come "il volontario più presente di tutti". Sorride ancora dalla foto che sul portale web accompagna la sua scheda personale. "Grazie al volontariato di strada – spiegava, presentandosi ai più –, sono maturato molto e ho conosciuto realtà di cui ignoravo l’esistenza. In Svizzera i senzatetto sono pochi, e arrivano dall’Italia; li aiutiamo, dando loro un pasto, una coperta e vestiti. Ma anche con pochi clochard svolgiamo comunque un’importante attività sociale, oltre che di sicurezza: doniamo aiuto e calore umano agli anziani e ai disabili, aiutandoli nella loro vita quotidiana e dialogando con loro. Ma, soprattutto, ascoltandoli”, spiegava con orgoglio, lui che non era nato proprio sotto una buona stella.

Portato ad esempio – durante la pandemia aveva organizzato i volontari a sostegno dei più fragili –, la sua esperienza, di fatto era diventata una occasione di riscatto da un passato problematico. Anche se i suoi sforzi non sono bastati a impedirgli di cadere, di nuovo, in una quotidianità che l'ha riportato ai margini della società e fuori dai City Angels. «Putroppo a un certo punto non ha più avuto i requisiti per stare con noi – ci racconta Romina Lorenzetti, la coordinatrice della sezione chiassese, colpita da quanto avvenuto –. E ha lasciato. In un primo tempo, tre anni or sono, era stato motivato anche dall'obiettivo di diventare un operatore sanitario, ma non era riuscito a trovare un posto di lavoro».

‘Wolf’, del resto, era stato tra i primi ad aderire ai City Angels locali. «Alle spalle aveva un passato un po’ burrascoso – si parlava di problemi di dipendenze, ndr –. Ma si era ripreso e, appunto, era entrato con noi. Poi, però, è ricaduto. Capivamo che non era più lo stesso». Un suo ricordo dei giorni lieti? «Era una persona altruista, amava aiutare gli altri, i meno fortunati. Aveva aderito ai City Angels spinto da quella motivazione. Quando stava bene era una bella persona», tiene a far sapere.

E gli ‘angeli’ non lo avevano dimenticato. «Negli ultimi tempi difficili – ci dice la coordinatrice – ci aveva chiesto una mano e lo avevamo supportato: gli volevamo bene. Avevamo capito che faceva fatica ad arrivare alla fine del mese e in più aveva problemi di salute».

A piangerlo e a ricordare l'uomo dei giorni migliori, oggi, con i suoi amici ‘angeli’, vi è anche la sua famiglia.