Per tutelare le bellezze dell'albergo muraltese ecco i 29 punti alla base dell’accordo tra Artisa e la Società ticinese per l’arte e la natura
Decorazioni pittoriche, portone d’ingresso, intonaci, facciate, pavimenti e lucernari. Ma anche parco esterno, accesso pedonale, veranda e grotte. Sono solo alcuni degli elementi che saranno tutelati nel restauro del Grand Hotel di Locarno. Nel dicembre del 2022 la Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) e Artioli – proprietario dello storico albergo in fase di ristrutturazione – avevano siglato un accordo. La prima e immediata conseguenza era stata il ritiro da parte della Stan dell’opposizione contro la concessione della licenza edilizia.
Dallo scorso mese di giugno sono in corso i lavori per ridare splendore all’imponente struttura, circondata da un vasto parco. E la Stan, per la prima volta, svela nel dettaglio i 29 punti legati alla conservazione della sostanza storica, proposti nell’ambito dell’accordo di fine 2022. Lo fa in un dettagliato articolo (di Maria Mazza e Ruben Rossello), pubblicato sulla recente edizione della rivista “Il nostro Paese”. Il testo ripercorre la storia del grande albergo ottocentesco e illustra l’intervento – dagli esiti positivi – condotto dalla Stan in difesa della sua sostanza storica, “al fine di continuare a promuovere buone pratiche di conservazione e restauro e il rispetto dei riferimenti teorici forniti da Carte e Convenzioni internazionali e, in particolare, dai Principi per la tutela dei monumenti storici in Svizzera”.
Alle opposizioni della Stan, lo ricordiamo, aveva fatto seguito un periodo di trattative e di dialogo con Artisa, conclusosi con l’accordo che, come si legge nell’articolo della Stan – “consentirà il restauro e l’adeguamento dell’antico albergo alle esigenze attuali nel rispetto della sostanza storica”. Se la tabella di marcia del cantiere sarà rispettata, il Grand Hotel riaprirà i battenti nel 2025, in occasione delle celebrazioni dei cento anni dalla firma del Patto di Locarno.
“Data l’importanza del bene culturale e della sua sostanza storica, la Stan ha chiesto e ottenuto da Artisa il benestare a incaricare un tecnico che supervisioni i lavori regolarmente e possa quindi verificare che i 29 punti dell’accordo non siano disattesi’. Ogni mese viene quindi organizzato un sopralluogo in cantiere al quale partecipano Artisa, l’Ufficio dei beni culturali e l’architetto della Stan. Ad oggi sono state effettuate cinque riunioni: “In genere, nel corso di ogni incontro, Artisa presenta lo stato di avanzamento dei lavori e i campioni d’intervento inerenti agli elementi storici del complesso richiesti da Stan e Ufficio dei beni culturali”. Fra i temi già affrontati il restauro conservativo e la restituzione estetica finale delle decorazioni pittoriche delle pareti e delle volte dei corridoi e del vano scale; ma anche quello di decorazioni e stucchi di pareti e volte del salone d’onore al pianterreno. La rimozione degli strati di pittura sintetica ha rivelato l’apparato originario, purtroppo conservato solo parzialmente. “Il clima di questi incontri e l’intesa con le diverse parti coinvolte nel restauro e nel rinnovo della struttura sono molto positivi e tutto fa credere che gli obiettivi saranno rispettati”, afferma la Stan.
Ecco un riassunto dell’elenco dei 29 punti, che costituiscono le condizioni particolari richieste dalla Stan per la licenza edilizia, rilasciata dal Comune di Muralto il 21 dicembre 2022, con correzioni-rettifiche del 2 gennaio 2023.
Si parte dal restauro delle decorazioni pittoriche delle pareti dei corridoi, delle camere e di quelle del vano scale. Ma anche dal mantenimento e dal restauro dei finestroni a contatto con i saloni. Mentre per tutte le altre finestre si prevede il rifacimento completo, previa approvazione di un campione che possa garantire il rapporto tra pieni e vuoti ora esistente e lo stesso disegno.
L’istante procederà al recupero dei parquet dei saloni del pianterreno, eseguendo una lamatura, e restaurerà il mosaico dell’ingresso; lo stesso dicasi per i pavimenti in seminato e a mosaico e per quelli in pietra. Dovranno essere conservate (come da protezione in vigore) le porte dei saloni al pianterreno e recuperate le cornici delle nicchie delle camere, inserendole – dove è possibile – all’interno delle stesse. Il portone d’ingresso in legno andrà mantenuto e restaurato. Occorrerà tuttavia valutare se dovrà rimanere perennemente aperto o se sarà munito di fotocellula con meccanismo automatico. Da conservare anche i parapetti metallici originali della terrazza, che dovranno essere alzati per misure di sicurezza. Nel rifacimento del tetto, saranno ricreati i lucernari, nella stessa posizione e con la medesima geometria; non saranno consentiti abbaini, ma verranno formate delle terrazze. Per le facciate, oltre al restauro degli intonaci e delle parti in granito, andranno concordate le scelte per il tinteggio finale. La veranda verrà recuperata e saranno sostituiti i vetri. Va detto, infine, che l’intera operazione terrà in considerazione la stratificazione storica e non si baserà su un’unica data (quella scelta era il 1920).
Anche la Casa Rossa, a lato dell’edificio principale, presenta elementi degni di conservazione e restauro. In particolare: la facciata nord, la facciata sud verso il parco (con intonaci dipinti), l’apparato decorativo di volte e soffitti, gli stucchi e le parti pittoriche delle pareti. Per il parco è stato richiesta la conservazione dell’impianto storico, con – in particolare – l’entrata pedonale da via Sempione (ingresso principale) e l’aiuola presente attorno alla sequoia. Tra i punti ancora aperti la fontana centrale e la rampa per il posteggio, accettata dalla Stan previe verifiche.