laR+ Muralto

Una stampella economica per il nuovo Grand Hotel

In via di definizione (d'accordo con la Stan) il progetto per l'edificazione, fronte Ramogna, di uno stabile d'appartamenti

La grande sequoia verrà salvaguardata
18 settembre 2024
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Uno stabile con una ventina di appartamenti indipendenti dal Grand Hotel – ma che potranno beneficiare del servizio alberghiero – sorgerà (licenza edilizia permettendo) sul sedime del Grand Hotel di Muralto, fronte Ramogna. La domanda di costruzione verrà presentata da Ghl Sa, che ha preventivamente e saggiamente coinvolto la Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), con la quale già collabora nell’ambito del restauro dello storico albergo.

Il Piano particolareggiato lo consente

La notizia dell’intenzione di Ghl Sa di procedere nella direzione consentita dallo stesso Piano particolareggiato del comparto emergeva dal resoconto dell’assemblea della Stan. Il nuovo edificio, non contemplato nella domanda di costruzione originaria per la completa riattazione del Grand Hotel, verrà appunto realizzato nella parte di parco che costeggia il fiume Ramogna e confina con via Sempione, “zona destinata dal Piano particolareggiato a nuove edificazioni”, secondo quanto annota la Stan. Esso, aggiunge l’associazione, “sorgerà nel perimetro di rispetto del bene culturale protetto e, pertanto, dovrà ottemperare all’inserimento ordinato e armonioso sancito dalla Legge sullo sviluppo territoriale”.

‘Chieste modifiche per diminuire l’impatto’

La Stan non nasconde la sua “contrarietà di principio a nuovi edifici nel parco”, ma “in ragione dell’esistente base legale pianificatoria, ci siamo limitati a chiedere modifiche per diminuire il sicuro impatto del nuovo edificio”. In particolare l’auspicio è avere un progetto che “garantisca la salvaguardia dell’imponente sequoia verso l’argine della Ramogna e la sostanza storica del Grand Hotel» e «il delicato equilibrio con i valori dell’area».

Contattata da ‘laRegione’, la Grand Hotel Sa (società che ha Stefano Artioli, patron di Artisa, come amministratore unico) conferma, con il Ceo di Artisa Flavio Petraglio, l’intenzione di realizzare lo stabile d’appartamenti. Ma avvisa che «il progetto è ancora in fase embrionale». Tuttavia, la “mossa” di coinvolgere sin da subito la Stan per l’impostazione progettuale «conferma la nostra volontà di collaborazione con loro in modo aperto e costruttivo».

‘Prodotto turistico supplementare’

Stando allo stesso Petraglio, «il progetto è stato sviluppato per dotare il comparto di un prodotto turistico supplementare – gli appartamenti – da affiancare alla proposta di camere alberghiere. Il Piano particolareggiato consente la costruzione di un corpo annesso al Grand Hotel, che possa dare un contributo all’importante investimento di risanamento. Va comunque precisato che il progetto che abbiamo in fase di sviluppo prevede lo sfruttamento non completo del potenziale dato dal Piano particolareggiato stesso; questo, proprio per il rispetto che vogliamo avere verso il bene tutelato del Grand Hotel. Un altro elemento da sottolineare riguarda la sequoia, che sarà naturalmente salvaguardata».

Restando al Grand Hotel, e all’occhio attento posato dalla Società ticinese per l’arte e la natura sul bene protetto e sul suo contesto all’interno dell’ampio comparto muraltese, nel resoconto assembleare la Stan stessa ricordava la sua “opera di contrasto alla domanda di costruzione”, inizialmente “lacunosa” rispetto alla sostanza storica del grande albergo. Infatti, “il progetto iniziale fu modificato grazie alle condizioni poste dall’Ufficio dei beni culturali e alle nostre 29 richieste puntuali, integrate nella licenza edilizia come condizioni particolari”.

‘Ora si collabora bene’

Ebbene, va sottolineato che la Stan evidenzia ora “la buona collaborazione instauratasi tra la Ghl Sa, l’Ufficio dei beni culturali e la nostra associazione, rappresentata dall’architetto e restauratrice Maria Mazza, incaricata di verificare il rispetto delle condizioni particolari. Il dialogo approfondito tra le parti ha permesso di risolvere aspetti critici, il che mostra come siamo costantemente alla ricerca di soluzioni percorribili che rispettino la salvaguardia della sostanza storica di ogni oggetto tutelato”.

Stazione

Nodo intermodale, si procede

Intanto, restando a Muralto, come ampiamente prevedibile il Gran Consiglio, su consiglio della Gestione, ha concesso ieri 7,1 milioni di franchi – e autorizzato la spesa di 16,6 milioni – per la riorganizzazione del nodo intermodale alla stazione. Questo, nonostante tutte le resistenze manifestatesi a livello popolare e sfociate nella petizione ‘Salva viale Cattori’, che aveva raccolto oltre 4’000 firme. Nessuno spiraglio, in parlamento, neppure sul fronte sottopasso. Ma potrebbe non essere finita. Stando al “CdT”, i contrari alla variante prescelta potrebbero tentare la strada della domanda di referendum. O almeno in questi termini si è espressa l’ex municipale di Locarno, Renza De Dea.