Svizzera

Il governo è contro gli sconti di pena per i pentiti di mafia

Secondo il Consiglio federale una norma sul modello italiano sarebbe socialmente incomprensibile per l'opinione pubblica nella Confederazione

Un’immagine di Tommaso Buscetta, uno dei più famosi pentiti di mafia
(Keystone)
16 novembre 2023
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Una norma sui pentiti di mafia in Svizzera, per esempio sul modello italiano, aumenterebbe il rischio di sviamento della giustizia e sarebbe socialmente incomprensibile. È il parere del Consiglio federale in risposta a un postulato di Alex Farinelli.

Farinelli giustifica la richiesta di uno studio in materia appoggiandosi alle considerazioni del procuratore generale della Confederazione, Stefan Blättler, il quale, in un'intervista concessa al Tages Anzeiger il 23 giugno scorso, aveva sottolineato la necessità di introdurre anche in Svizzera una norma sui pentiti di mafia, sul modello di altri Paesi.

Il motivo? La presenza della criminalità organizzata sul nostro territorio è sempre più importante. Oltre a ciò, il Ministero pubblico della Confederazione disporrebbe di un ulteriore strumento giuridico nell'ambito della lotta alla criminalità organizzata.

Ma per il governo, che rinvia nella sua risposta ad altri atti simili a quello di Farinelli inoltrati in passato ma sempre respinti dal parlamento, l'introduzione di una normativa – per esempio sul modello italiano evocato anche dal consigliere nazionale ticinese – che ricompensi con l'impunità un imputato, reo confesso magari di reati gravissimi, che fornisce informazioni alle autorità non è accettabile poiché cozzerebbe contro il principio dell'uguaglianza.

Il mafioso pentito beneficerebbe di un trattamento di gran lunga più favorevole rispetto a un "normale" reo confesso: nel primo caso, precisa l'esecutivo, la cooperazione con le autorità comporterebbe l'impunità, mentre nel secondo caso la confessione sarebbe semplicemente considerata nel quadro della commisurazione della pena.

Inoltre, una normativa sui pentiti aumenterebbe il rischio di sviamento della giustizia, sottolinea il Consiglio federale, poiché sarebbe difficile stabilire se le informazioni rispecchiano effettivamente i fatti. Sarebbe altresì impossibile spiegare alla popolazione, e soprattutto alle vittime, come mai persone che hanno commesso od ordinato reati gravissimi (omicidi, tratta di esseri umani, promovimento della prostituzione, gravi infrazioni alla legge sugli stupefacenti) possano ottenere l'impunità cooperando.

Secondo l'esecutivo non è poi pertinente fare riferimento alla situazione italiana per decidere se introdurre anche in Svizzera una normativa sui pentiti: il contesto svizzero differisce troppo dalle condizioni socioeconomiche e politiche in cui la mafia è nata e si è sviluppata in quel paese.