Il tasso guida resta quindi all'1,75 per cento
Dopo cinque interventi verso l'alto nel giro di un anno e a dispetto delle attese, la Banca nazionale svizzera (Bns) si prende una pausa e mantiene invariato il suo tasso guida all'1,75%, ma non esclude un nuovo inasprimento a medio termine.
"Osserveremo attentamente l'evoluzione dell'inflazione nei prossimi mesi", ha ribadito il presidente della direzione generale della Bns Thomas Jordan in una conferenza stampa a Zurigo in occasione della pubblicazione dell'esame trimestrale della situazione economica e monetaria. "Al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate, affermiamo anche la nostra disponibilità ad agire all'occorrenza sul mercato dei cambi. Nel contesto attuale sono le vendite di valuta estera ad avere preminenza".
Negli ultimi mesi "le condizioni monetarie si sono ancora leggermente inasprite, anche a causa dell'apprezzamento del franco nel periodo successivo all'esame trimestrale di giugno. Questa situazione ci permette di attendere fino al prossimo esame per riverificare se le misure di politica monetaria che abbiamo attuato finora siano sufficienti a mantenere l'inflazione nell'area di stabilità dei prezzi in modo duraturo", ha spiegato Jordan.
Durante i mesi estivi l'inflazione è ulteriormente diminuita, collocandosi in agosto all'1,6%, grazie soprattutto al minor rincaro dei beni e servizi importati: "Al momento l'inflazione è dovuta quasi esclusivamente ai beni e servizi interni", ha evidenziato il presidente della Bns, secondo il quale "per i prossimi mesi vi è da attendersi che essa aumenti di nuovo leggermente a causa di un rialzo dei canoni di affitto e dei prezzi energetici, ma la pressione inflazionistica di fondo è leggermente calata in Svizzera". Complessivamente nel terzo trimestre essa dovrebbe attestarsi all'1,7%, e nel quarto al 2,0%.
Per l'intero anno – così come per il prossimo – l'inflazione è però sempre attesa al 2,2%, quindi al di sopra dell'obiettivo di un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. Per il 2025 è stata invece rivista al ribasso dal 2,1% indicato a giugno all'1,9%, rientrando di misura nell'area di stabilità dei prezzi. "Ciò per effetto del rallentamento congiunturale e di una lieve contrazione della pressione inflazionistica proveniente dall'estero", ha spiegato Jordan.
L'istituto oggi ha anche confermato le sue previsioni precedenti sull'andamento del prodotto interno lordo (Pil), il quale dovrebbe salire "di circa l'1,0%" quest'anno. Dopo aver ristagnato nel secondo trimestre, nella seconda metà dell'anno la crescita elvetica rimarrà probabilmente debole. Ad avere un effetto frenante, ha spiegato il presidente della Bns, sono la domanda estera contenuta, le perdite di potere d'acquisto dovute all'inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive.
In questo contesto la disoccupazione registrerà presumibilmente ancora un lieve incremento e il grado di utilizzo delle capacità produttive dovrebbe diminuire leggermente. Infine, la Bns constata che nel mercato ipotecario e immobiliare la dinamica è calata sensibilmente negli ultimi trimestri, tuttavia permangono le vulnerabilità.