Il primo firmatario Rigamonti interroga il governo, chiede soluzioni e propone una piattaforma dove tutti gli enti possano notificare l'avvio di un lavoro
Colonne infinite, colli di bottiglia sul ponte diga ma non solo, la pazienza degli automobilisti sempre più duramente messa alla prova sono prassi ormai quotidiana. Che la viabilità in Ticino sia eufemisticamente problematica è sotto gli occhi di tutti, che i cantieri sull’intera rete viaria abbiano un ruolo importante in questo problema pure. Perciò, «urgono soluzioni in fretta». A sostenerlo è il deputato del Plr Andrea Rigamonti, primo firmatario di un’interrogazione a nome del gruppo liberale radicale, che chiede al Consiglio di Stato un cambio di passo. A titolo di esempio, Rigamonti cita “i cantieri sull’autostrada A2 tra Bellinzona e Lugano, Lugano e Chiasso; i cantieri lungo la strada cantonale del Gambarogno o nel Bellinzonese, sia in Città sia nella corona urbana. Anche in alcune valli, l’organizzazione dei cantieri pone seri interrogativi”. Interrogativi ma anche, va da sé, “importanti conseguenze negative sulla quotidianità della popolazione residente, nonché sull’attrattiva turistica”.
Ciò detto, che fare? Rigamonti lo domanda al governo, chiedendo se intenda adottare dei correttivi, se esistano regole di coordinamento dei cantieri stradali e, laddove la competenza non sia cantonale, se si possa chiedere quei correttivi ai competenti organi. Ma, interpellato da ‘laRegione’, conferma che un primo passo concreto potrebbe esserci eccome. Con una premessa d’obbligo: «L’obiettivo non è discutere della necessità dei cantieri, capisco che un automobilista incolonnato possa chiederselo ma il tema non è questo». Il punto è, semmai, «come coordinare questi cantieri». E Rigamonti prende le mosse dal caso di pochi giorni fa, quando dal Mendrisiotto a salire per tutto il Ticino ci son state colonne dovute «a lavori sulla carreggiata del ponte diga fatti da Ustra fino alle 4 e poi a un trasporto speciale organizzato dalla Polizia alle 5. Quando è arrivato il traffico mattutino si è arrivati a una situazione pesantissima, e proprio questo caso porta a chiedersi perché non esista un coordinamento di queste operazioni». Anche perché «la risposta di Ustra non è stata adeguata al disagio provocato, dal momento che ci hanno detto come la loro responsabilità finiva con i lavori sulla carreggiata e dopo era un problema della Polizia».
Insomma, «serve coordinare i cantieri sulle strade comunali, cantonali e sull’autostrada attraverso una piattaforma digitale, dove tutti gli enti istituzionali ma anche enti terzi come Aziende elettriche, dell’acqua potabile o i Consorzi per l’arginatura dei fiumi, quindi qualsiasi ente debba operare su una strada, notifichino con qualche mese di anticipo, appena si ha la certezza di quel lavoro, l’avvio delle operazioni su un determinato comparto». Questo, per Rigamonti, «porterebbe in primis un’armonizzazione, ma soprattutto una maggiore informazione alla popolazione». Infatti, per il deputato liberale radicale e presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio, «una persona potrebbe organizzare meglio la propria agenda professionale e privata a dipendenza di eventuali lavori in strada, così come potrebbe scegliere di usare il treno invece che imbottigliarsi in una colonna prevedibile».
«Questa piattaforma – riprende Rigamonti – legherebbe tutto il Ticino a un problema comune», in un discorso di mobilità generale che non è solo difficile: «È tragico». Per questo, «ci vogliono più responsabilità e consapevolezza che qualcosa deve cambiare». Il Ticino, afferma ancora il granconsigliere del Plr, «ha bisogno di infrastrutture, basti vedere l’impatto positivo della galleria di base del Ceneri o le migliaia di persone che utilizzano l’asse ferroviario Mendrisio-Stabio-Varese, che prima usavano l’auto e ora non più. Ma oltre alle infrastrutture e al loro potenziamento, una piattaforma web per coordinare i cantieri sarebbe un tassello semplice, applicabile in tempi brevi, a costo zero».
Con un obiettivo finale, «far capire sempre di più alla popolazione che la mobilità in Ticino è unica. La corsia dei tir non è un problema solo del Mendrisiotto, esattamente come in estate le code chilometriche sul piano si trasferiscono anche nelle valli». E parlando di valli e di maggior raziocinio nell’avvio di un cantiere c’è un esempio concreto: «Laddove chiaramente non c’è un’urgenza precisa, un cantiere con semaforo inserito in una strada di valle nel periodo estivo porta a un rischio certo di colonne infinite. Se lo si aprisse in settembre questo rischio sarebbe di molto inferiore».
No, per il momento, a un pedaggio autostradale al Gottardo. È quanto deciso ieri dal Consiglio degli Stati che ha respinto, per 15 voti a 8 e ben 13 astensioni, una mozione del ‘senatore’ ticinese Marco Chiesa (Udc) che auspicava l’introduzione di una “tassa”, la quale però non pesasse sul portafoglio degli svizzeri e fosse a carico dei vacanzieri stranieri di passaggio. Una mozione, quella del presidente dell’Udc, che si aggiunge a tre atti parlamentari pendenti al Nazionale. Per Chiesa se proprio si vuole un pedaggio – “che non avrà un potere taumaturgico sul traffico” – per alleviare il disturbo che il traffico di vacanzieri causa in numerosi cantoni, non dovrà essere discriminatorio e vessatorio, soprattutto per chi vive in Ticino, Uri e Grigioni. Ma, per ora, la risposta è negativa.