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Al padre-killer di Samarate l'ergastolo perché ‘mai pentito’

Nelle motivazioni della sentenza, le ossessioni economiche e sentimentali dell'uomo che lo scorso anno uccise a martellate la moglie e la figlia 16enne

(Foto: Ministero della giustizia)
20 settembre 2023
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Nessuna reale parola di pentimento, né alcun ravvedimento per quanto fatto "soprattutto nei confronti della moglie". E nessun risarcimento offerto al figlio, che aveva gravemente ferito, nonostante la disponibilità di beni immobili e risorse finanziarie "non modeste". Questi, in breve, gli elementi in base ai quali i giudici di Busto Arsizio, come emerge dalle motivazioni della sentenza depositate oggi, hanno inflitto l'ergastolo al 57enne che lo scorso anno a Samarate, in provincia di Varese, uccise a martellate nel sonno la moglie e la figlia 16enne e causò, come detto, gravi danni fisici al figlio 23enne.

Secondo i giudici, che lo hanno ritenuto capace di intendere e di volere, l'uomo aveva agì "in un contesto subdolo" in base a due moventi: uno, quello economico, fondato sulla convinzione, senza alcun riscontro reale, di andare incontro a breve termine in gravi problemi economici, legati anche al fatto di presentarsi come architetto essendo in realtà un designer e a non meglio identificati lavori mal eseguiti; l'altro, più profondo, va ricollegato, secondo la Corte, a un rapporto coniugale compromesso, una relazione nella quale i colloqui psichiatrici e i riscontri in aula hanno rilevato "un quadro di contrasti e conflittualità molto evidenti" e il fatto "palese" che l'uomo "fosse arrabbiato con la consorte", che "da una decina di anni gli rifiutava rapporti sessuali" e che, secondo lui, l'aveva tradito con un macellaio 30 anni prima, un tradimento che "non aveva mai dimenticato".

Aggravanti che, nonostante sia stata esclusa la crudeltà in senso giuridico (ovvero il compimento di atti aggiuntivi volti a prolungare la sofferenza delle vittime), hanno dunque spinto i giudici a pronunciarsi per l'ergastolo. Questo perché "tali raccapriccianti delitti sono stati commessi all’interno delle pareti domestiche, in piena notte o poco dopo, quando le vittime dormivano serenamente nei loro letti ritenendosi protette da quelle pareti, e sono stati realizzati da colui dal quale i tre congiunti credevano di avere ulteriore protezione e sostegno e nel cui affetto confidavano e che invece con dolo di molto rilevante intensità, reso evidente dall’ammissione di aver voluto sopprimere tutti i membri della famiglia, decise di porre fine alle loro vite".

L'avvocato dell'uomo ha annunciato il ricorso in Appello.

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