Scatta l'interpellanza sul divieto da parte del Municipio di Lugano di distribuire l'agenda ai bambini di quinta elementare
Dopo la decisione – comunicata questa mattina – da parte del Municipio di Lugano di non distribuire la tanto discussa agenda scolastica ai bambini di quinta elementare, scatta l'interpellanza da parte di Aurelio Sargenti del Partito socialista (Ps), che ha definito la questione come “la solita polemica agendata”. Nell'agenda, lo ricordiamo, sono presenti alcune pagine in cui viene affrontata la tematica dell'identità di genere. “Nelle due pagine ‘incriminate’ – si legge nel testo – (delle molte che compongono l’Agenda scolastica 2023/24, che quest’anno ha come tema ‘lo sguardo’, cioè i giudizi degli altri e la lotta alla discriminazione) non vengono date indicazioni, ma poste soltanto delle domande. Per essere più precisi: nella pagina di sinistra abbiamo la storia di una persona non binaria; in quella di destra c’è un’altra persona che riconosce un tratto differente rispetto alla maggioranza e decide di accoglierlo senza discriminare; dunque, il testo propone un messaggio di inclusione, che è il tema generale di tutta l’agenda”.
“L’intento di chi ha creato l’Agenda 2023/24 – continua l'interpellanza – (ricordo: un gruppo di specialisti interdipartimentale dell’educazione e del benessere pubblico) è quello di fornire un aiuto a chi, nell’età dell’adolescenza, sta affrontando un percorso di conoscenza di sé in parte più complesso rispetto a quello della maggioranza. E le due pagine finite sotto l’esame della politica possono aiutare, qualora ce ne fosse bisogno, a sviluppare una dibattito per una tematizzazione più ampia; un ragazzo o una ragazza può trovare sollievo nel leggere tra le pagine della sua agenda scolastica un racconto che si avvicini al suo vissuto o che lo aiuti a trovare delle parole per sentimenti sconosciuti e inespressi, che possono anche fare paura”.
Sargenti si rivolge dunque al Municipio luganese, chiedendo se la decisione di non distribuire l'agenda sia stata presa o meno all'unanimità, e quali siano stati i motivi dietro questa decisione. Un'altra domanda ha come protagonista una dichiarazione rilasciata dal municipale Lorenzo Quadri, dove ha affermato che i docenti delle scuole comunali non sarebbero pronti ad affrontare il tema gender con gli allievi. “A parte il fatto che non si deve per forza affrontare tale tema – chiede Sargenti –, se non c’è una necessità, il Municipio condivide l’affermazione del collega? Se sì, su quali basi scientifiche (o semplicemente conoscitive) fonda la sua convinzione?”.
Viene domandato infine se i docenti delle scuole elementari siano stati interpellati, e infine se sia presa in considerazione l'idea di distribuire l'agenda alle famiglie e lasciare a loro la decisione se consegnarla o meno ai loro figli.