Il 7 agosto il termine per depositare le liste. Ultimi assestamenti. Legislativi ed esecutivi a sud delle Alpi: i nomi che potrebbero rientrare in gioco
Ultimi assestamenti nei partiti, in alcuni partiti, in vista delle elezioni federali di ottobre. Il tempo intanto stringe: entro le 18 di lunedì 7 agosto, come comunicato poco più di un mese fa dalla Cancelleria dello Stato, andranno depositate le liste e quindi le candidature. Per quanto riguarda l’Udc, si è ancora in attesa dell’ottavo nome, l’ultimo per completare la squadra per il Consiglio nazionale, dopo il settimo reso noto qualche giorno fa, quello di Massimo Cerutti, il municipale di Mendrisio, indipendente, in seguito al divorzio dalla sezione locale del Plr. «Per l’ottavo nome bisognerà aspettare con ogni probabilità la settimana prossima», indica il presidente dei democentristi ticinesi Piero Marchesi. La Lega ufficializzerà la lista per la Camera del popolo, lista che sarà congiunta a quella dell’Udc, in occasione della festa per il 1° Agosto, che il movimento organizza a Faido. I nomi che circolano sono – oltre a quello, scontato, del deputato nazionale uscente Lorenzo Quadri – quelli degli attuali granconsiglieri Daniele Caverzasio, Michele Guerra, Sem Genini, Omar Balli, Maruska Ortelli e Alessandro Mazzoleni. E poi c’è Giorgio Grandini, il già presidente della sezione di Lugano del Plr che intervistato lo scorso mese dal ‘CdT’ ha dichiarato di essere in corsa con la Lega alle Federali, però, precisava, da indipendente. «Ci saranno pure delle sottocongiunzioni con liste piuttosto importanti, con nomi, quanto ai candidati, di forte impatto», assicura Daniele Caverzasio, portavoce del movimento.
Sembra ormai archiviata l’ipotesi di una candidatura leghista per il Consiglio degli Stati. Cosa che avrebbe peraltro pregiudicato l’accordo con i democentristi. «L’ipotesi di un nostro candidato era per rafforzare ulteriormente l’area di destra, ma ora anche per noi l’obiettivo è di confermare il seggio di Marco Chiesa (Udc, ndr) agli Stati», dice Caverzasio. La cui candidatura per il Nazionale è quasi certa. Se entrerà a Palazzo federale (quattro anni fa il movimento ha mantenuto al Nazionale il seggio di Quadri, ma ha perso il secondo, con la non riconferma di Roberta Pantani), conserverà la carica di deputato al Gran Consiglio e di municipale (di Mendrisio)? «Premesso che i calcoli si fanno alla fine, se dovessi essere eletto – dice Caverzasio –, manterrei il seggio in Municipio, mentre lascerei il Gran Consiglio». In tal caso gli subentrerebbe Massimiliano Robbiani. Per Robbiani sarebbe un ritorno nel parlamento cantonale, dove nella tornata dello scorso aprile per il rinnovo di Consiglio di Stato e Gran Consiglio, non è stato rieletto.
I subentranti, appunto. Le Federali 2023 potrebbero ‘smuovere’ lo scacchiere politico dei partiti di governo anche a livello cantonale e comunale. Sono infatti diversi i candidati alle elezioni del 22 ottobre che ricoprono già una carica e che potrebbero, qualora eletti per andare a occupare i banchi sotto la cupola di Palazzo federale, decidere di lasciare il proprio incarico in Ticino. Una scelta che aprirebbe la strada a chi, nelle recenti elezioni cantonali di aprile o in quelle comunali del 2021, è rimasto escluso. In casa liberale radicale il circondario ‘caldo’ è quello del Luganese. I primi due subentranti per il Gran Consiglio sono Luca Cattaneo e Carola Barchi, che guarderanno con attenzione i risultati della capogruppo Alessandra Gianella e di Natalia Ferrara, entrambe in corsa per il Consiglio nazionale.
Passando al Centro, un’eventuale elezione alla Camera del popolo di Giorgio Fonio offrirebbe al momò Giovanni Capoferri la possibilità di subentrare in parlamento. Mentre ai risultati di Sabrina Gendotti guarda con interesse Alessandra Bernasconi Zumthor, prima subentrante alle sue spalle. A sostituire Giovanni Berardi sarebbe invece Antonella Notari. Un ritorno nel Legislativo cantonale potrebbe esserci anche in casa socialista, se a essere eletto/a fosse la co-presidente del partito Laura Riget o Danilo Forini. La prima subentrante per il Bellinzonese è infatti l’ex presidente del Gran Consiglio Gina La Mantia. Qualche novità, come detto, potrebbe esserci anche a livello comunale, dove le prossime elezioni sono in agenda per aprile 2024. Il vicesindaco di Bellinzona Simone Gianini (Plr) e quello di Locarno Giuseppe Cotti (Centro) corrono entrambi per il Nazionale. Alle loro spalle, nella corsa ai due esecutivi cittadini, si erano piazzati quasi tre anni fa (le elezioni erano state posticipate dal 2020 al 2021 a causa della pandemia) rispettivamente Damiano Stroppini e Alberto Akai.
Si parlava di assestamenti. Assestamenti futuri se ci riferiamo al Partito socialista. Riguardanti la presidenza, o meglio la copresidenza. Il mandato di Laura Riget e Fabrizio Sirica scadrà nel febbraio del prossimo anno. Da noi interpellato, Sirica – di professione educatore: dopo un passato da operaio e sindacalista (Unia), sarà da agosto membro permanente (per la parte sociale) dell’Autorità regionale di protezione 15, con sede a Bellinzona – conferma che non solleciterà un nuovo mandato. La copresidente? «Ci sto riflettendo – afferma Laura Riget –. Prenderò una decisione dopo le elezioni federali». Elezioni che la vedono fra gli otto candidati socialisti per il Nazionale. Insistiamo: se eletta, solleciterà a febbraio un nuovo mandato? E ancora: se eletta, manterrà la carica di deputata al Gran Consiglio? «Il nostro capolista per il Nazionale è Bruno Storni: è uscente, quindi molto probabilmente verrà riconfermato. Pertanto il quesito, a meno di riconquistare anche il seggio agli Stati, non si porrà», risponde Riget. Potrebbe porsi se il seggio ecologista non dovesse essere confermato... «In politica nulla è sicuro, ma il nostro auspicio non è certamente quello di fare due seggi al Nazionale a scapito dei Verdi».