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L'esercito vuole investire 42 milioni nel nord del Ticino

Previsti un magazzino, un’officina e un padiglione per veicoli a Quinto e un altro stabile a Claro. I siti di Acquarossa e Bodio saranno chiusi

Ad Acquarossa un capannone è nel frattempo già stato demolito
20 maggio 2023
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Un magazzino a due piani e un padiglione per veicoli con annessa officina a Quinto, così come un nuovo padiglione per veicoli a Claro. È quanto vorrebbe realizzare l’esercito tra il 2024 e il 2026, investendo circa 42 milioni di franchi, così da ampliare e ottimizzare la logistica dei trasporti nel nord del Ticino. Tale intenzione è indicata nel messaggio sull’esercito che sarà sottoposto alle Camere federali ancora quest’anno. In compenso, tuttavia, saranno dismessi due siti, uno ad Acquarossa e uno a Bodio.

Aris Tenconi: ‘Indotto a beneficio della regione’

“Per mantenere il materiale pronto per l’impiego e per rifornire le formazioni di milizia, l’esercito ha bisogno di infrastrutture logistiche adeguate al deposito e alla manutenzione di veicoli, materiali e sistemi”, si legge nel documento. In questo contesto l’esercito vorrebbe quindi realizzare un magazzino a due piani proprio per il deposito e la manutenzione di materiali e sistemi a Quinto. L’area scelta potrebbe essere quella in cui si trova anche il vecchio arsenale, nelle vicinanze di quello nuovo e delle scuole. Nello stesso luogo sono anche previsti un padiglione per veicoli e un edificio adibito a officina con area di lavaggio. Quest’ultimo sarà realizzato nel rispetto dello standard Minergie e comprenderà anche un banco prova per gli impianti frenanti e locali per il personale e la truppa. In questo modo “in futuro dovrebbero essere necessari meno trasporti al Centro logistico dell’esercito Monteceneri”. A Quinto dovrebbe quindi esserci un investimento piuttosto importante: «Se l’esercito dovesse effettivamente investire, significherebbe che l’intenzione è quella di mantenere la sua attività nel Nord del Ticino. La regione potrebbe quindi continuare a beneficiare dell’indotto economico che questa presenza genera», afferma a ‘laRegione’ il sindaco Aris Tenconi.

‘Riduzione dell’onere logistico e più efficienza’

Un nuovo padiglione per i veicoli dovrebbe sorgere anche a Claro, nelle vicinanze della stazione, dove è già presente un deposito che sarà a sua volta dotato di pareti divisorie supplementari e di una migliore protezione contro le effrazioni. In generale, gli investimenti permetteranno “di ridurre l’onere logistico e di lavorare in maniera più efficiente: in futuro veicoli, materiale e sistemi potranno essere depositati dove le formazioni di milizia in stato di prontezza elevata ne hanno bisogno”.

Impianti fotovoltaici sui tetti

Previste anche delle misure di protezione dell’ambiente: “Sui tetti dei nuovi edifici a Quinto e a Claro saranno installati impianti fotovoltaici con una superficie totale di circa 3300 metri quadrati”, si sottolinea nel messaggio sull’esercito. “Sarà così possibile produrre 777 megawattora di energia elettrica all’anno, pari al fabbisogno elettrico di circa 200 economie domestiche”.

Odis Barbara De Leoni: ‘Siamo interessati ai capannoni’

Visto che “si trovano in una situazione molto meno favorevole e che hanno bisogno di un risanamento”, l’esercito intende invece chiudere i siti di Bodio e Acquarossa. Quest’ultimo Comune alcuni anni fa aveva chiesto all’esercito di cedergli gratuitamente (risparmiando così sui costi di demolizione) uno dei quattro capannoni situati sull’altra sponda del fiume Brenno rispetto al terreno ex Lazzaretti, per realizzare una nuova piazza di raccolta per ingombranti. L’idea tuttavia non è andata in porto e l’edificio è quindi stato demolito. Ora l’intenzione è quella di dismettere anche gli altri tre: «L’interesse per questi stabili c’è ancora», afferma da noi raggiunto il sindaco Odis Barbara De Leoni. «Per gli ingombranti, ma anche ad esempio per offrire degli spazi agli artigiani della regione. Ovviamente però dipende dalle condizioni di acquisto o cessione che eventualmente porrà l’esercito».

Nel messaggio si afferma che “è stata esaminata la possibilità di risanare gli edifici esistenti nelle rispettive ubicazioni. Tuttavia, quest’ultima opzione è stata accantonata per motivi economici”. È inoltre anche stato valutato di rinunciare a costruire l’officina di Quinto. Ma anche questa ipotesi è stata “scartata a causa dell’onere per il trasporto del materiale al Monteceneri per la manutenzione”. Con questo progetto l’esercito stima infatti di risparmiare 200mila franchi all’anno per le spese d’esercizio. Tuttavia, a seguito dell’aumento del valore, i costi lordi di locazione dovrebbero aumentare annualmente di 2,7 milioni di franchi.