Pronto il rapporto della commissione speciale che rilancia la questione e invita l’esecutivo a investire quei dieci milioni votati nel 2016
Non serve un ente autonomo, ma l’auspicio è che il Municipio cominci (finalmente) a investire, anche gradualmente, quei dieci milioni di franchi votati dal Consiglio comunale nel 2016 nell’ambito del controprogetto all’iniziativa "Per abitazioni accessibili a tutti", risalente al 2012. Pur respingendo la proposta contenuta nella mozione "Per la creazione dell’Ente Lugano abitazioni a prezzi accessibili", il rapporto allestito dalla Commissione speciale (relatore il consigliere comunale comunista del Gruppo Ps-Pc Edoardo Cappelletti, co-relatrici, la liberale radicale Morena Ferrari Gamba e Federica Colombo Mattei del Centro) ha voluto dare uno stimolo all’esecutivo in un ambito nel quale si ritiene sia rimasto, malgrado qualche passo in avanti, troppo passivo.
«Gli approfondimenti sulla mozione hanno consentito di raccogliere importanti dati socio-economici e di identificare misure molto concrete – spiega il relatore –. Il rapporto riflette le diverse sensibilità dei membri della commissione e ha raccolto un ampio consenso. I lavori sono cominciati nel 2019, per affrontare la mozione presentata dal Gruppo rosso Verde nel 2019 (primo firmatario Raoul Ghisletta) che chiedeva d’istituire un ente autonomo». La commissione ha colto l’occasione di rilanciare una discussione e un’attività su questo tema, passato sotto traccia negli ultimi anni, nonostante gli affitti siano rimasti relativamente elevati in città. Per quali motivi viene respinta la proposta della mozione? «Anzitutto, si è voluta evitare un’incidenza a livello finanziario che, secondo il Municipio avrebbe generato uno scorporo dei terreni e degli immobili di proprietà della Città – risponde Cappelletti –. La forma dell’ente autonomo rischia poi di fare perdere un controllo diretto da parte del Comune».
Le due preoccupazioni sono state tuttavia accompagnate da un’altra considerazione: ««Se vi è la necessaria volontà, la politica dell’alloggio può essere gestita anche all’interno dell’Amministrazione comunale», afferma il relatore. In che modo? «Gli approfondimenti espletati, hanno consentito alla commissione di identificare una serie di misure molto concrete e condivise, per le quali viene auspicato un intervento da parte del Municipio – sostiene Cappelletti –. Si tratta di misure fondate su una disposizione già presente nel Regolamento comunale, quella approvata nel 2016 dal Consiglio comunale, come controprogetto all’iniziativa». L’iniziativa popolare comunale denominata "Per abitazioni accessibili a tutti", ricordiamo, risale al dicembre 2012, quando promossa dal Partito socialista di Lugano, dall’Associazione Svizzera degli Inquilini e dalla Vpod, fu sottoscritta da 3’300 cittadini. Un’iniziativa avviata con lo scopo di contrastare l’effetto di "svuotamento" della Città ma ritirata, dopo che una precedente commissione speciale, sciolta nel 2016, elaborò il controprogetto successivamente approvato dal Consiglio comunale.
Spicca, tra le misure concrete, «la presentazione di un programma di attuazione della politica dell’alloggio, da parte del Municipio di Lugano, che definisca anche come impiegare i dieci milioni di franchi già votati dal Consiglio comunale e ancorati al Regolamento comunale (dal 2016)» spiega il consigliere comunale del Pc. Il secondo punto riguarda «il rilancio dei comparti già considerati con un potenziale edificatorio, che sono il sedime ex Posta a Viganello, (località Scarpino), l’ex Spoor a Pregassona e quelli nelle zone in via al Chioso (dove c’è l’attuale polisportiva) e in via Torricelli», dichiara il consigliere comunale comunista, che richiama il punto successivo, ossia «la riconversione in abitazioni primarie accessibili al ceto medio dello stabile in via della Posta (che ospita il personale dell’amministrazione cittadina destinato al trasferimento al Polo sportivo e degli eventi)».
Tra gli altri auspici, c’è quello relativo al nuovo Piano direttore e Regolatore: «Nel contesto pianificatorio, si tratta di definire delle percentuali di abitazioni accessibili». Poi, la commissione invita «il Municipio a intraprendere una riflessione sull’attuale situazione degli immobili a reddito, che sono gestiti dalla Gestione immobiliare per istituzionali Sa (Gipl), lo spin-off della Cassa pensioni dei dipendenti di Lugano (Cpdl). Si dovrebbe verificare, in tempo utile, se ci sono i presupposti per subentrare, nella gestione, da parte della Città, in previsione della scadenza del mandato in essere», afferma Cappelletti –. Per poter sfruttare un potenziale legato agli aiuti stanziati dalla Confederazione, viene inoltre richiesto di definire una strategia a sostegno delle organizzazioni di utilità pubblica, nell’ottica di attingere al fondo di rotazione. Se la Città si attivasse a sostegno di organizzazioni di utilità pubblica, allora, indirettamente, potrebbe beneficiare di questi fondi».
La commissione auspica inoltre «la ricerca di un dialogo più attivo con la Cpdl e una maggiore ricettività rispetto alle operazioni, che potrebbero avere una ricaduta positiva o negativa sulla politica dell’alloggio della Città. Un punto peraltro già inserito nel Regolamento comunale ma non ancora davvero attivato». Infine, il rapporto chiede di definire «un apposito responsabile che sia preposto all’attuazione della politica dell’alloggio, anche se appare corretto mantenere un approccio interdicasteriale».
Per chiarire, "un alloggio è considerato a pigione moderata se la sua incidenza, per redditi medi o medio bassi, non supera 1/3 del reddito lordo".