Ermotti Lepori (Centro) interroga: se il parlamento andrà in tale direzione, in che modo si applicherà? Mitric (Giovani Plr): così si rinvia ancora, basta
«Si tratta di un inaccettabile gesto di ostruzionismo a una proposta che portiamo avanti ormai da cinque anni e su cui c’è un ampio consenso. E soprattutto di una mancanza di responsabilità nei confronti dei giovani». È una reazione di evidente contrarietà quella del presidente dei Giovani liberali radicali ticinesi (Glrt), Daniel Mitric, all’interrogazione datata 23 dicembre della deputata del Centro/Ppd Maddalena Ermotti Lepori ‘Sull’insegnamento delle lingue seconde nella scuola media’ che verte sull’annosa questione del tedesco.
"Se la maggioranza del parlamento dovesse decidere di chiedere al governo di introdurre il tedesco già a partire dalla prima media, come verrebbe implementata questa decisione? – chiede al Consiglio di Stato la parlamentare che siede anche nella Commissione formazione e cultura di cui è competenza il dossier –. Si aumenterebbero le già numerosissime ore di insegnamento? Si toglierebbe qualche altra materia? Se sì, quale?". Domande poste all’esecutivo "avvalendomi della facoltà concessami dalla legge", specifica.
Nell’introdurre i quesiti, Ermotti Lepori ricorda che il governo nell’ottobre del 2019 si era già espresso con un messaggio sull’iniziativa parlamentare Udc di Paolo Pamini e cofirmatari ripresa da Sergio Morisoli che chiedeva di insegnare in Ticino, come prima lingua straniera, il tedesco invece del francese. Messaggio che invitava il Gran Consiglio a respingerla con delle motivazioni giudicate "chiare" e "convincenti" dalla deputata del Centro, che nel testo specifica: "Personalmente ritengo che l’insegnamento da potenziare nella scuola dell’obbligo sia quello dell’italiano, precondizione per poi apprendere le lingue seconde, oltre che per ragionare bene: non dimentichiamo che vi sono molte persone, anche tra coloro che hanno frequentato le nostre scuole, che non sanno capire un testo di media difficoltà, né sanno esprimersi correttamente o scrivere una semplice lettera".
Vi è comunque in parlamento, prosegue Ermotti Lepori nelle premesse dell’interrogazione, chi ritiene necessario potenziare l’insegnamento del tedesco nella scuola media "non solo (come sinora fatto) attraverso i laboratori, ossia le classi a effettivi dimezzati, né solo con l’incoraggiamento degli scambi linguistici con la Svizzera tedesca, ma proprio con un aumento delle ore di insegnamento del tedesco. Chi scrive ha frequentato a suo tempo il Ginnasio cantonale, e ha iniziato il tedesco in quarta: oggi si inizia già in seconda media. Ma c’è chi vorrebbe anticiparlo ancora, introducendolo già in prima media".
Proposta, quest’ultima, avanzata proprio dai Glrt dopo aver consegnato nel dicembre del 2018 presso la Cancelleria dello Stato una petizione corredata da 4’305 firme. «L’istoriato della vicenda ha occupato sia l’attuale parlamento che quello precedente – ripercorre Mitric –. Nel maggio 2017 era stata presentata dai nostri due granconsiglieri Fabio Käppeli e Alessandra Gianella una mozione interpartitica che in maniera generica chiedeva di potenziare e anticipare l’insegnamento del tedesco nelle scuole ticinesi. Qualche mese dopo il Consiglio di Stato l’ha liquidata con un messaggio dicendo sostanzialmente che l’intento era bello, ma non si poteva fare».
Per la precisione, nella presa di posizione del governo si legge che i dati dell’Ufficio federale di statistica per l’anno scolastico 2015/2016 mostrano che "gli studenti ticinesi che proseguono gli studi in un’università d’oltralpe si dividono a parti quasi uguali tra la Svizzera tedesca (2’090) e la Svizzera romanda (2’283), con un leggero vantaggio per quest’ultima. Da questo punto di vista la ‘predominanza’ del tedesco (così come sembra essere proposta dall’atto parlamentare) va relativizzata. Importante è piuttosto di offrire agli studenti un’educazione linguistica che sviluppi in parallelo le competenze sia del tedesco sia del francese". Poche righe dopo il Consiglio di Stato aggiunge che un’anticipazione del tedesco implicherebbe "di ridisegnare interamente la struttura dell’insegnamento delle lingue seconde, rinunciando alla situazione di equilibrio attualmente raggiunta".
«Nel 2018 – riprende Mitric – come Glrt abbiamo quindi lanciato la petizione in cui chiedevamo di sostenere la mozione e darvi seguito. Questo anche col sostegno dei movimenti giovanili di Lega, Udc e Ppd. A febbraio 2019 siamo poi stati invitati da quella che allora era la Commissione scolastica, oggi Formazione e cultura, a un’audizione per esporre le nostre motivazioni che godevano di un buon sostegno generale e dove abbiamo proposto concretamente l’anticipo del tedesco in prima media». Questo praticamente in che modo, chiediamo a Mitric: aumentando le ore complessive di insegnamento o togliendone ad altre materie? «Come Glrt abbiamo proposto un principio, cercando di sanare la mancanza di volontà politica di presentare delle soluzioni. Se sarà accolto dal parlamento spetterà poi ai tecnici stabilire come attuarlo», risponde Mitric, che infine arriva all’oggi: «Da questa audizione è seguito un grande silenzio politico, complice ovviamente anche la pandemia. Ultimamente però tutto sembrava acclarato e in commissione, posso dedurre per facile intuizione, dovrebbe esserci una solida maggioranza».
Da noi contattato, il deputato ora incaricato del dossier, Michele Guerra (Lega), afferma di non poter rilasciare dichiarazioni in merito dato che «il tema sottostà ancora al segreto commissionale. Si sta lavorando», fa sapere. «Ma a titolo personale posso aggiungere di essere da sempre favorevole, e questo come Lega lo abbiamo sempre detto, ad anticipare e a potenziare l’insegnamento del tedesco. Inoltre gli atti sono datati ormai di diversi anni ed è quindi giusto che vengano affrontati. Nel merito non posso però entrare». Secondo nostre informazioni, tuttavia, ci sarebbe effettivamente una maggioranza e nel frattempo Guerra, affiancato da una correlatrice, sta redigendo un rapporto su un pacchetto che raggruppa tutti gli atti – parlamentari e non – che propongono l’anticipo della lingua tedesca.
«Data la situazione, c’è una evidente volontà di arrivare a 5 minuti da mezzanotte con questa interrogazione per fare puro ostruzionismo – ribadisce Mitric –. In commissione c’è stato tutto il tempo utile per eseguire i dovuti approfondimenti. Porre queste domande all’ultimo significa voler bloccare l’iter parlamentare per rinviare nuovamente il dossier alla prossima legislatura». Secondo Mitric con questa interrogazione «il Centro/Ppd va contro gli interessi dei suoi stessi giovani, che nel 2018 erano con noi sulla barca di questa battaglia per il tedesco. Anche il Consiglio cantonale dei giovani lo scorso luglio ha chiesto di anticipare il tedesco addirittura alla terza elementare. È giunta ora di dare un chiaro responso alla popolazione e di smetterla con questo inconcepibile rinvio alle calende greche. Noi come Glrt ci aspettiamo al più presto un rapporto e che entro fine legislatura si vada al voto in Gran Consiglio».
Sull’attualità della richiesta, Mitric non ha dubbi: «C’è AlpTransit che ha avvicinato il nostro cantone al resto della Svizzera, la diffusione del telelavoro che ha aperto nuove possibilità, così come l’adesione del Ticino alla Greater Zürich Area. Di conseguenza dobbiamo permettere ai nostri giovani di affacciarsi al mondo del lavoro pronti per essere competitivi su tutto il territorio nazionale. Per questo bisogna fare subito qualcosa per la formazione nelle lingue, e in particolare per il tedesco che è la prima lingua svizzera nonché la più parlata sul posto di lavoro». Non si tratta di una visione troppo aziendalista, come spesso vi rinfaccia la sinistra? «Sapere il tedesco e potersi relazionare in questa lingua non è avere una visione aziendalista, ma piuttosto realista e lungimirante – ribatte il presidente Glrt –. Significa poter comunicare con due terzi della popolazione svizzera. I giovani meritano una visione di questo tipo, e non certamente quella disfattista di chi non ha nemmeno l’intenzione di collaborare per migliorare la formazione dei cittadini di domani».