Dopo una settimana pesante è arrivata la pioggia. Nel 2020 registrate quattromila morti premature nelle province pedemontane lombarde
Il fine settimana di pioggia ha riportato la situazione alla normalità. La scorsa settimana la qualità dell’aria ha fatto registrare un peggioramento. Il giorno più critico è stato quello di martedì. Come indica la pagina web dell’Osservatorio ambientale della Svizzera italiana (Oasi), martedì scorso alle stazioni di misura di Chiasso e Mendrisio ci si è avvicinati ai limiti stabiliti dall’Ordinanza federale l’inquinamento atmosferico (OIAt), registrando una media giornaliera di 44 e rispettivamente 48 μg/m3 (su 50) per le Pm10 e di 39, rispettivamente 40 μg/m3 per le Pm2,5. Dati che si sono poi gradualmente abbassati nel corso della settimana fino ad arrivare a valori bassi complici le piogge delle ultime ore. Quello dell’inquinamento e dello smog invernale resta sempre un tema di stretta attualità.
Sono state quattromila le morti premature registrate nelle quattro province pedemontane lombarde confinanti con Ticino e Grigioni a causa della qualità dell’aria. È l’angosciante dato riferito al 2020 contenuto nell’ultimo aggiornamento del report sull’inquinamento atmosferico pubblicato in questi giorni dall’Agenzia Europea per l’Ambiente che evidenzia come la qualità dell’aria sia ancora "il più grande rischio ambientale per la salute degli europei". Ancora una volta la Pianura Padana, che comprende per intero la Lombardia e in parte Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, resta la zona europea in cui si registra il maggior tasso di morti premature a causa della forte concentrazione di Pm2,5, azoto e ozono. Anche se in modo laterale le province di Como, Varese, Lecco e Sondrio, fanno parte della Pianura Padana. È scontato che le sostanze inquinanti che si registrano a Como, non si fermano in dogana a Brogeda, ma valicano la frontiera per riflettersi sulla qualità dell’aria del Mendrisiotto, non a caso la zona in cui in Ticino si registra l’inquinamento atmosferico più accentuato. Per questo motivo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente meritano la massima attenzione al di qua e al di la della frontiera. Anche perché, se rispetto agli ultimi due decenni le concentrazioni di sostanze inquinanti nella Pianura Padana sono state ridotte, soprattutto le polveri sottili Pm 2,5 (le più insidiose), così come evidenzia il report dell’Eea (Agenzia Europea per l’Ambiente), le morti premature nel 2020, rispetto all’anno precedente sono aumentate.
Nel 2019 nelle province di Como, Varese, Lecco e Sondrio le stime indicavano tra le 50 e le 100 morti premature ogni 100mila abitanti. Stime che nel 2020 sono salite tra i 150 e i 200 morti premature. Da qui il dato iniziale in 4mila morti premature nelle quattro province pedemontane lombarde (1’900 a Varese, 1’200 a Como, 680 a Lecco e 360 a Sondrio). Nel 2020 in Lombardia sono state registrate 15’170 morti premature (con 119mila anni di vita persi rispetto all’aspettativa di vita). Dati che si commentano da soli, ma che chiamano tutti a contribuire al raggiungimento dell’obiettivo che si è imposta l’Europa: ridurre del 55% le morti premature entro il 2030.
Per capire cosa è successo in Ticino nello stesso periodo, e quindi nel 2020, abbiamo consultato il rapporto ‘Qualità dell’aria in Ticino’ pubblicato dal Dipartimento del Territorio. Nello stesso si legge che "seppur in aumento di un’unità rispetto al 2019, la media annua delle Pm10 di tutte le stazioni di misura della rete ticinese rimane, con 17 μg/m3 (microgrammi per metro cubo), simbolicamente al di sotto del limite dell’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) di 20 μg/m3". Per quanto riguarda le medie giornaliere, "la situazione in buona parte del Sottoceneri continua a essere non conforme al valore limite di 50 μg/m3", e questo nonostante "dal 2018 la legge permetta tre superamenti annui del limite giornaliero invece di uno solo". Dati delle singole regioni alla mano, "è evidente come in Ticino anche per le polveri fini esista un ‘gradiente’ sud-nord del carico ambientale, con 24 giorni di superamento a Chiasso e 23 a Mendrisio che si contrappongono allo zero di Airolo, a testimonianza di come il Sottoceneri sia la regione maggiormente interessata dall’inquinamento da polveri fini". Discorso analogo per le Pm2,5: il 2020 presenta infatti "un aumento delle concentrazioni rispetto all’anno precedente, con la metà delle stazioni di misura (Chiasso, Mendrisio, Bioggio, Pregassona e Bodio) al di sopra del limite OIAt.
Le medie annue delle Pm10 per il 2021, indica il rapporto cantonale riferito alla qualità dell’aria nel nostro Cantone, "si attestano sui livelli dell’anno precedente, con le stazioni di Chiasso (23 μg/m3) e Mendrisio (21 μg/m3) per il secondo anno consecutivo nuovamente al di sopra del valore limite stabilito dall’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico (20 μg/m3)". A Chiasso i superamenti sono stati 25, a fronte dei 3 di Airolo. Le concentrazioni di Pm2,5 sono state "simili a quelle dell’anno precedente, con circa la metà delle stazioni di misura al di sopra del limite annuo".