Votato dal Cc il rapporto di maggioranza molto critico sulla gestione attuale e sul mandato di prestazione come impostato dal Municipio
Un approccio più determinato, rispetto a oggi, nella gestione del Teatro Sociale e del suo programma spettacoli. Il Consiglio comunale di Bellinzona questa sera con una prima votazione sfociata in 32 sì, 12 no e 2 astenuti, e con una seconda sfociata in 30 sì, 20 no e 2 astenuti, ha accolto le conclusioni della maggioranza della Commissione gestione (Plr, Lega/Udc e Centro) che chiedeva anzitutto di mantenere il mandato annuale (prima votazione) come fatto negli ultimi anni, e di non renderlo così triennale come proposto dal Municipio nel proprio messaggio per il rinnovo del mandato di prestazione tra la Città e l’Ente autonomo Teatro pari a 534mila franchi annui; e d’istituire una commissione artistica esterna di esperti (seconda votazione) che supporti nelle scelte il Consiglio direttivo dell’ente e la Direzione. Più soft il rapporto di minoranza, firmato dall’Unità di sinistra, secondo cui vi sono sì margini di miglioramento ma senza uscire dall’impostazione municipale.
In particolare, la minoranza sosteneva la proposta del Comitato direttivo di assumere 2-3 persone per il servizio di cassa serale e un ulteriore tecnico di scena con grado di occupazione all’80% da affiancare al direttore tecnico, sul quale ricadono attualmente troppi ruoli e compiti diversi, generando situazioni di stress anche importanti. Severa la maggioranza, laddove parlava di operatività lacunosa, mancanza di reattività e di spirito di iniziativa, bassa presenza di spettatori anche a causa di una proposta artistica che non sembra trovare troppi consensi, possibilità non sfruttata di utilizzare per altri scopi il teatro nei giorni in cui non ci sono spettacoli e ricavare così qualche soldo in più da investire nella programmazione di spettacoli, comunicazione e informazione deficitarie, con una direzione che sembra mancare di propositività, di slancio nel volersi migliorare e, non da ultimo, di orientamento al risultato, dando forse per scontata la garanzia del finanziamento a tempo indeterminato della Città all’Ente autonomo.
Il Municipio dà un giudizio diametralmente opposto a quello della maggioranza commissionale», ha attacco Giuseppe Sergi (Verdi/Mps/Fa) che non ha firmato nessuno dei due rapporti, ritenendo in particolare discutibile il parere della maggioranza sul senso di attività culturale: «Semmai criticabile è il senso di mandato di prestazione ed ente autonomo, i quali sono de facto un’esternalizzazione del servizio che finisce inevitabilmente per non sottostare più ai criteri qualitativi ma solo a quelli quantitativi». Da qui la sua mozione affinché il Sociale torni sotto la diretta responsabilità della Città. Il rappresentante del Plr Tiziano Zanetti ha sottolineato la volontà di «far superare al Sociale una gestione un po’ zoppicante. In tal senso il mandato annuale e non più triennale è imprescindibile». Quindi l’auspicio, ad esempio, affinché siano maggiormente coinvolti giovani e scuole.
Il relatore di maggioranza Sacha Gobbi (Lega/Udc) ha sottolineato l’attenzione rivolta «principalmente al successo del Teatro Sociale, per quanto riguarda sia la sua amministrazione sia la gestione culturale. A volte sembra che prevalgano invece meri interessi di bottega. Vogliamo che il Sociale sia un fiore all’occhiello. L’offerta deve piacere al pubblico e non al direttore. Vanno bene le scelte per pochi, ma quando vengono a mancare anche questi, poi si chiude». Il capogruppo del Centro, Gabriele Pedroni, ha difeso la necessità di mantenere il mandato annuale anziché triennale.
Lisa Boscolo, capogruppo dell’Unità di sinistra e relatrice di minoranza, ha invece ribadito pieno sostegno al messaggio municipale: «Si va verso sempre di più a una professionalizzazione del Sociale. Ha una solidità tale che ci rende tranquilli di fronte a un mandato triennale e non più solo annuale. Il tutto indirizzandosi sempre di più verso l’impiego di un direttore artistico affiancato da un responsabile tecnico forte delle dovute risorse per operare adeguatamente». Sulla stessa lunghezza d’onda Maura Mossi (Più donne) schierandosi con la minoranza ha ricordato che la cultura «non è redditizia ma è un investimento sul tessuto sociale»: il teatro «va sostenuto concretamente frequentandolo. Quanti di noi hanno assistito ad almeno uno spettacolo durante l’ultimo anno? Negli anni 80 si attirava i turisti in Ticino con l’arte, oggi con lo shopping…».
Tuto Rossi (Lega/Udc), membro del consiglio direttivo dell’Ente Teatro, ha parlato di miglioramenti intervenuti negli ultimi due mesi: «Questo mentre ancora recentemente, a settembre, il sito era aggiornato alla stagione precedente, al contrario di altri simili teatri ticinesi ed elvetici. Su vari aspetti molto pratici manca reattività». Silvia Gada (Plr) ha cercato di rassicurare sul fatto che il rapporto di maggioranza «non mina l’esistenza del Teatro, ma anzi al contrario lo rafforza».
Il municipale e capodicastero cultura Renato Bison, presidente del Consiglio direttivo dell’Ente Teatro, ha assicurato che «il margine di miglioramento c’è. Ma bisogna avere anche le giuste risorse. Dati alla mano, il Sociale paragonato ad altri teatri risulta finanziariamente sottodimensionato. Fra l’altro le cifre usate dalla maggioranza commissionale sull’affluenza riguardano il periodo Covid, con un meno 20% di entrate, contro il 30-40% degli altri. Quanto alla criticata poca offerta per giovani, smentisco: ne vengono proposti alcuni ogni anno. Cito poi il collegamento bus con le località di valle, per avvicinare il pubblico periferico. E il palcoscenico: essendo occupato circa 220 giorni all’anno per prove, allestimenti e spettacoli, i giorni liberi a disposizione sono 110 e non 300 come sostiene la maggioranza. Elevata inoltre, rispetto alla media, la copertura finanziaria tramite sponsor, come pure la presenza pubblicitaria e sui social. Ci vuole una commissione esterna di supporto alla direzione? Ma un audit esterno viene già eseguito ogni anno, ed esso certifica tutt’oggi una gestione ordinata e in linea col mandato di prestazione, più il raggiungimento degli obiettivi. Tasso di occupazione da avvicinare al 60-70% per autofinanziarsi? Nessun teatro in Svizzera lo fa. Ad esempio, la Città di Lugano dà al Lac annualmente 5 milioni e il Lac ne incassa con spettacoli e sponsor 4,3; il Sociale ne incassa 460mila e ne riceve 520mila dalla Città. Non da ultimo, il Sociale ha una redditività del 40%, fra i migliori in Svizzera». Ciò nonostante, Renato Bison non è riuscito a far cambiare idea alla maggioranza del plenum.